Bessarione

Bessarione

2 Gennaio 1403 - 18 Novembre 1472

Note sintetiche

Titolo di studio: Laurea

Scheda

ARMA: D’azzurro al braccio destro vestito di rosso movente dal fianco destro ed al braccio sinistro vestito d’argento movente dal fianco sinistro dello scudo e tutti e due impugnati con le mani di carnagione la croce trilobata d’oro posta in palo.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d’oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: CARDIN· BERSARION / GRAECVS LEGATVS / 1450· (Cardinale Bessarione, greco. Legato 1450).

Il Cardinale Bessarione nasce a Trebisonda il 2 gennaio del 1403, probabilmente prese il nome di Basilio.
Venne affidato dalla famiglia al metropolita della sua città, che all'età di 13 anni lo accompagnò a Costantinopoli.
Qui, sotto la guida di Ignazio Cortasmeno, metropolita di Selimbria (attuale Silivri) iniziò la sua educazione alla vita religiosa, alle lettere e alla filosofia.
Entrato nell'Ordine basiliano, nel 1423, prese il nome di Bessarione. Divenne starophoros nel 1423, diacono nel 1426 e prete nel 1431. A questo punto si recò a Mistra per proseguire gli studi. 
Qui riuscì a unire l'entusiasmo per la storia dell'Ellade, la scienza naturale e la filosofia platonica con l'educazione scolastica ascetica. Godette anche del favore di Teodoro II Porfirogenito e cercò di influenzarlo al fine di conciliarlo col fratello imperatore Giovanni VIII. 
Tornato a Costantinopoli fu dapprima nominato hegumenos ("guida") del monastero di S. Basilio nel 1436 e nel 1437 metropolita di Nicea. 
Consigliò a Giovanni VIII di accettare l'invito di Eugenio IV a partecipare al concilio di Ferrara e con lui si imbarcò per l'Italia, ove giunse l'8 febbraio del 1438.
I suoi interventi nel Concilio lo dipingono sempre come strenuo difensore delle ragioni greche, ma portatore di una difesa condita da comprensione e interesse verso le teorie e pretese avanzate dagli occidentali. 
Di ritorno a Costantinopoli, gli giunse la notifica della disponibilità papale a concedergli una pensione di 600 fiorini se egli avesse deciso di stabilirsi presso la Curia. Soggiornò quindi brevemente in Grecia e fece ritorno a Firenze nel 1440, ove dimorava il papa. 
Si affrettò nel prendere posto nella Curia per potersi dedicare a due cause che seguirà per tutta la vita: la riunione fra le due Chiese e la crociata contro i Turchi.
Furono anni intensi dedicati da una parte allo sfruttamento del suo vasto bagaglio culturale per sostenere teologicamente e politicamente l'unione delle due Chiese, dall'altra al tentativo di convincere Giovanni VIII a fare del Peloponneso una sorta di fortezza e base operativa contro i Turchi.
Cominciò anche a occuparsi dei problemi dell'Ordine basiliano in Italia e in Sicilia. Nel 1451 Nicolò V rattificò il decreto che dava a Bessarione il diritto di visita su tutti i monasteri greci.
Bessarione si impegnò anche per risanare le finanze dell'Ordine, ricostruì gli edifici e riformò la vita religiosa. Fondò inoltre due cattedre di greco nell'università di Messina.
Ebbe anche un rapporto stretto coi frati minori, i più impegnati nella crociata, di cui divenne protettore nel 1462. 
Col pontificato di Niccolò V (1447 - 1455) piovvero sul Bessarione benefici e incarichi. La sua prima carica di importanza politica venne nel 1450, quando venne nominato legato a latere di Bologna, la Romagna e la Marca di Ancona. 
A Bologna la situazione non era particolarmente facile: la città era passata attraverso un periodo di lotte civili che minacciavano di renderla preda dei più potenti vicini e nemici della Chiesa e del papa.
Niccolò V aveva siglato un accordo che pur lasciando il governo locale e i vari poteri amministrativi nelle mani del Comune, salvaguardava la sovranità del pontefice. 
Continuando su questa linea, col tatto e la comprensione che caratterizzarono ogni suo operato, il Bessarione mantenne la pace e l'ordine nella città, anche grazie alla collaborazione col partito dominante e col suo capo, Sante Bentivoglio.
E' al lavoro di Bessarione che si deve in quegli anni la rinascita sia economica sia edilizia della città, il restauro e l'abbellimento di varie chiese fuori e dentro la città, come per esempio la cappella della Madonna di San Luca.
Mostrò interesse per lo sviluppo dei bagni della Porretta e per l'erezione del primo orologio pubblico di Bologna. 
Ma soprattutto confluì le sue energie a risollevare l'università, restaurando e ingrandendo gli edifici, riorganizzando gli statuti, adeguando gli stipendi e gli aiuti economici per gli studenti in difficoltà.
Raggiunto dalla notizia della morte di Niccolò V nel 1455, si recò a Roma lasciando il Comune, che lo salutò a malincuore continuando a ritenerlo il proprio speciale patrono all'interno della Curia.
Dopo l'elezione al soglio di Callisto III, si recò a Napoli per cercare di coinvolgere Alfonso d'Aragona nella causa della crociata, ma nonostante l'accoglienza e le premure con cui fu trattato, il re monarca non dimostrò alcun tipo di interesse. 
Il Pontificato di Callisto III durò solo tre anni, e nel 1458 venne eletto Pio II.
Col nuovo papa condivideva un forte interesse, vale a dire la crociata contro i Turchi. Ma il tentativo di Pio II di concretizzare questo sogno non andò a buon fine (Vedi biografia di Pio II).
Fra il 1460 e il 1461 viaggiò per l'Europa del Nord nel tentativo di trovare sostenitori della causa, senza troppa fortuna. 
Il 23 ottobre 1462 era di nuovo a Bologna e il 20 novembre a Roma.
Il primo aprile 1463 divenne vescovo di Negroponte e fu poi innalzato alla carica di patriarca di Costantinopoli. 
Nel frattempo i Turchi (dopo aver conquistato Costantinopoli nel 1453) avanzavano in Bosnia e in Croazia.
Nel 1463 fu mandato a Venezia come legato a latere per garantire alla Signoria l'aiuto finanziario del papa e ottenere una dichiarazione di guerra verso i Turchi. Ottenne la rinuncia ai diritti commerciali e la dichiarazione della crociata in piazza San Marco.
Quando Pio II morì ad Ancona, senza le navi veneziane e con pochissimi uomini al suo seguito, fu impossibile persuadere i già poco convinti veneziani al proseguimento della crociata.
Con l'elezione di Paolo II, anche in seguito a qualche tensione fra il neoeletto papa e Bessarione, quest'ultimo si allontanò dalla vita pubblica per dedicarsi agli studi. Ma nonostante tutto continuò a dedicarsi attivamente alla causa della crociata, scrivendo vari discorsi contro i Turchi e cercando di convincere i vari principi italiani (e non) a unirsi contro la minaccia che continuava a incombere sempre di più (1470 caduta di Negroponte).
Con l'elezione del nuovo pontefice Sisto IV (1471) Bessarione venne eletto legatus a latere per la Francia, la Borgogna e l'Inghilterra. 
I suoi compiti erano quelli di pacificare le lotte intestine e ottenere fondi e promesse per la crociata. Dopo qualche dubbio, nel 1472 si mise in viaggio. Dovette aspettare a lungo per ottenere il suo salvacondotto e la missione alla fine si rivelò un completo insuccesso, anche per la maldisposizione mostrata da Luigi XI.
Si spense nel viaggio di ritorno, il 18 novembre del 1472, a Ravenna.
Venne sepolto nella tomba che si era fatto appositamente preparare nella chiesa dei SS. XII Apostoli.
Il luogo ora è contrassegnato dalla sua effigie in bassorilievo e dalla sua insegna, composta da due braccia (Chiesa latina e greca) che sorreggono una croce.

Leggi tutto

Opere

Luoghi

Persone

SALA URBANA
Lo stemma araldico è presente in Sala Urbana:
» Visita Sala Urbana, parete Sud