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Luigi Bertolini

1893 - 16 febbraio 1917

Scheda

Bertolini Luigi, (Medaglia d'argento al valor militare) di Antonio, caporal maggiore nel 218mo reggimento Fanteria, nato a Medicina nel 1893, dimorante a Medicina, morto sul campo il 16 febbraio 1917, sepolto nel cimitero di Molino presso Laghi (Vicenza). Cameriere. Celibe.

"Classe 1893 – Caporalmaggiore nel 218° Regg. Fanteria. Morto a Case Menari (Laghi di Val Posina) il 16 febbraio 1917 colpito in petto da fucilata nemica mentre si lanciava all'assalto di una trincea. Sepolto nel Cimitero per militari a Molino, presso Laghi di Val Posina (Vicenza). Decorato con la medaglia d'Argento al V. M.: "Conduceva con slancio e coraggio mirabili la propria squadra all'attacco di una trincea nemica, nella quale irrompeva per primo lanciando bombe. Colpito da una fucilata avversaria, perdeva gloriosamente la vita sul campo. Menari (Comune di Laghi) Vicenza il 16 febbraio 1917." 2 Croci di Guerra – Med. Camp. Int. In data 11 marzo 1917 in seguito a richiesta del defunto Don Luigi Capellari di Medicina, il Capellano del 218° Fanteria R. P. Luigi così scriveva sulla eroica condotta del Caporalmaggiore Bertolini: "Rev.mo Signore, Per appagare i buoni desideri della S. V. M. Rev.da, nonché lenire in qualche modo il profondo dolore della famiglia del povero Caporalmaggiore Luigi Bertolini, ho l'onore di informarla che detto militare, insieme coi suoi colleghi ricevette la santa assoluzione in massa, come si suol fare in imminenti pericoli di vita, prima di uscire all'assalto. Lo conoscevo bene: era buono, devoto, coraggioso, perciò amato da tutti, stimato e profondamente rimpianto. Non era ancora l'alba del 16 febbraio 1917 (venerdì) allorché il povero Bertolini, alla testa dei suoi colleghi, usciva dalla nostra trincea per dare l'assalto ad una trincea nemica. Per primo passò il reticolato invitando i compagni a seguirlo; accorsero ma scesi entro la trincea del secolare nemico, ebbero la dolorosa sorpresa di trovare già colpito il povero loro Bertolini ed esanime. L'oscurità ancora fitta della notte non ci permise la tumulazione, ciò che avvenne a giorno fatto. Questo è avvenuto in Val Posina nei pressi di un paesetto chiamato Laghi sgombro della popolazione fin dal giugno scorso. Nella domenica precedente alla sua morte, trovandosi ad ascoltare la S. Messa, che poi fu l'ultima per lui, poverino, si manifestò un vivissimo desiderio di far ritorno in famiglia e che sperava prossima la concessione della licenza. Valgano queste brevi notizie a conforto della desolata famiglia. Prego per lui e, degnamente, lo ricordo nel mio quotidiano Divino Sacrifizio. Sebbene la notte dell'assalto io fossi a pochissimi metri da lui, pur tuttavia non mi fu possibile scendere nella trincea nemica, ove egli giaceva esanime, a cagione della grande raffica che sviluppò il nemico, sorpreso, con fucileria e con artiglieria."(Tratto da 'In memoria dei medicinesi caduti per la patria 1915 - 1918', Medicina, Tipografia Luciano Luminasi, 1933).