Bertelli Luigi

Bertelli Luigi

01 Gennaio 1833 - 23 Gennaio 1916

Note sintetiche

Scheda

Luigi Bertelli (San Lazzaro di Savena, 1832 - Bologna, 1916). Oggi è il più famoso e più studiato pittore bolognese di paesaggio e per la critica del Novecento, è l’unico la cui esperienza artistica supera la dimensione puramente locale per accostarsi a quella dei macchiaioli toscani. Tuttavia Luigi Bertelli non ha in vita grande successo, ed è un pittore abbastanza isolato e controcorrente. Si forma come autodidatta e non segue corsi accademici. Si sa che prende, "per qualche tempo" (Borgogelli in Bologna 1983b, p. 157) lezioni di figura da Pietro Montebugnoli ed è in contatto con Alessandro Guardassoni che lo indirizzerà a un collega francese quando Bertelli raggiungerà il conte Ercole Malvasia a Parigi nel 1867 (Bertocchi 1946, p. 27).

Bellentani ci dice che espone alla Protettrice del 1858 un Luogo Montano; a tali esposizioni, Bertelli partecipa con costanza per tutti gli anni Sessanta. Nel 1862 presenta una Villa Malvezzi alla croce del Biacco e una Veduta rustica valliva nel Bolognese; quest'ultima è acquistata dalla Società per 400 lire e assegnata all'avvocato Camillo Casarini. Nel 1863 espone un'Aurora, una Veduta del Battiferro e una Veduta presa nei contorni di Bologna in autunno. Nel 1864 presenta un Tramonto nella Pineta di Ravenna e nel 1865 un Tramonto nelle Valli Bolognesi. Nel 1866 espone ancora alla Protettrice una Veduta del fiume Reno in autunno (500 lire). In occasione dell'Esposizione delle Accademie dell'Emilia del 1863 porta "cinque quadri di paese ad olio", tra cui Un mattino, più conosciuto come Aurora nella bassa pianura bolognese con scena di caccia, o Aurora in valle (Bologna, Pinacoteca Nazionale). In tale dipinto, e in genere in tutta questa sua prima produzione precedente il viaggio a Parigi del 1867, si è vista la lezione del paesista bolognese Ottavio Campedelli (1792-1862), nonché un'apertura alla pittura toscana di Serafino de Tivoli (1826-1891). Nel 1867, alla Seconda Esposizione delle Accademie dell'Emilia presenta due opere dallo stesso titolo: Veduta presa dalla campagna bolognese; tuttavia non sono molto considerate dalla critica "benché [...] abbia di molto migliorata la sua tavolozza" (Guidi). Sin dal 1861 espone anche a Firenze; nel 1867 Telemaco Signorini (1835-1901) scrive della sua Ave Maria della Sera: "è una buona cosa, ma non è forse buonissima" (“Gazzettino delle Arti e del Disegno”, 16 febbraio 1867).

Importantissimo per lo sviluppo artistico del pittore il viaggio a Parigi in occasione dell'Esposizione del 1867, che gli permette di conoscere la pittura della scuola di Barbizon e le opere di Camille Corot (1796-1875), Gustave Courbet (1819-1877) e Jean-François Millet (1814-1875). Il suo giudizio sulla pittura di paesaggio in Italia, a confronto con quanto ha visto dei francesi, è di disinganno e lo porta anche a una profonda autocritica: "A Bologna sono stato giudicato con troppa indulgenza, e questo era per me forse più danno che vantaggio. In Francia invece ho dovuto aprire gli occhi meglio, e spero in avvenire di progredire" (in Bertocchi 1846, p. 27). Ottiene un premio nel 1870 in occasione dell'esposizione parmense (dove porta anche Casa rustica e Pineta di Ravenna, tramonto), con Un luogo ameno in autunno, ma la critica è poco convinta e i riconoscimenti pubblici saranno in futuro scarsi. Bertelli continua ad esporre a Bologna e in altre città italiane; a Milano nel 1876 (L'autunno. Veduta presa nella pineta di Ravenna), 1877 (Interno di un parco, villa presso Bologna), nel 1881 (Paesaggio) e nel 1891 (Nevicata. San Lazzaro di Savena); a Torino nel 1880 e nel 1884 (Mestizia invernale, Un buon giorno d'inverno, Il riposo, La lavandaia, Bella sera - Buon tempo si spera); a Roma nel 1883 (Natura morta, Foresta); a Venezia nel 1887 (Aurora) e a Bologna nel 1888 (Veduta presa dal torrente Savena). A fine secolo e agli inizi del Novecento lo si trova spesso alle mostre della Francesco Francia con moltissime opere (di cui si portano in bibliografia i cataloghi del 1898 - ben dieci quadri - e 1899 - sette quadri), a volte anche pastelli - tecnica ben più rapida dell'olio - forse anche per necessità economica; spesso è accompagnato dal figlio Flavio (1865-1941). Ai soggetti legati alla campagna bolognese, alla collina ricca di calanchi e alle pinete ravennati si aggiungono vedute del lago di Como e di Bellagio, dove Bertelli trascorre dei periodi di soggiorno dal 1895. Muore il 23 gennaio 1916 in stato di povertà. Sue opere sono conservate presso la Pinacoteca Nazionale, il MAMbo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. Per la sua "riscoperta" si dovranno aspettare la monografia di Nino Bertocchi e gli studi di Renzo Grandi, Claudio Poppi, Alessandra Borgogelli e Paolo Stivani.

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: Bellentani 1858, p. 45; Opere 1862; Rapporto 1862, n. 7; Atto verbale 1863, p. 23; Opere 1863; Atti 1864, p. 20; Società Protettrice 1866, n. 63; Atti 1867, p. 18; Guidi 1867, p. 326; “Gazzettino delle Arti e del Disegno”, I, 5,16 febbraio 1867, p. 35; Masini 1867a, p. 24; Esposizione Parma 1870, n. 265, p. 13, nn. 404 e 409, p. 18 e n. 671, p. 38; Esposizione Milano 1876, n. 144, p. 18; Esposizione Milano 1877, n. 48, p. 8; Esposizione Milano 1881, n. 30, p. 82; Esposizione Roma 1883, n. 33, p. 32, n. 15, p. 94; Esposizione Torino 1884, nn. 184-188, p. 9; Esposizione Bologna 1888, n. 37, p. 18; De Gubernatis 1889, p. 51; Esposizione Milano 1891, n. 413, p. 53; Gatti 1896, p. 30; Francesco Francia 1898, n. 89, p. 8, n. 14, p. 3, n. 95, p. 9, n. 126, p. 12, n. 145, p. 13, nn. 211-212, p. 13, nn. 231-233, p. 15; Francesco Francia 1899, n. 29, p. 4, n. 159, p. 11, n. 185, p. 12, nn. 41-43, p. 5; Thieme-Becker 1909, 3, p. 488; Bertocchi 1946; Bénézit 1948, p. 609; Bologna 1955, pp. 49-52; Bottrigari 1960-1962, III, pp. 361, 397; Comanducci 1962, p. 167; Varignana 1969; Emiliani e Varignana 1972, n. 152, p. 429, n. 200, pp. 450-451, nn. 202-203, pp. 451-452; Bologna 1976; Bologna 1981, pp. 469, 470, 471, 473, 474, 476; Stivani 1982; Bologna 1983b, p. 66, nn. 115-124, pp. 208-212; Montanari e Bettini 1984; Borgogelli 1985; Catalogo Ottocento 2001, p. 81; Bologna 2011-2012; Pinacoteca Nazionale 2013, nn. 137-144, pp. 156-165; Mazza 2014, p. 184.

Il precedente testo integra il seguente: "Luigi era nato a San Lazzaro il 19 dicembre 1833 nella tenuta agricola Fiorentina, posta subito a nord della via Emilia e confinante a ponente col torrente Savena, possessione dove il padre Giuseppe, già fattore della nobile famiglia Malvasia, aveva fatto fortuna arrivando nel tempo ad acquistare dai suoi padroni l’intera tenuta e ad impiantarvi una fornace da laterizi. Già nel 1854 Giuseppe Bertelli figurava nell’elenco dei possidenti del comune di S. Lazzaro con un discreto estimo, e dal 1857 lo troviamo anche tra i consiglieri comunali. Proprio qui, alla Fiorentina, nella bella villa costruita dal padre nel 1848, Luigi, dopo aver portato a termine gli studi per diventare agente di campagna, aveva principiato le sue esperienze artistiche, qui aveva ritratto innumerevoli volte la villa, le sorelle nel grande parco e gli animali della fattoria; aveva poi dipinto i tramonti sul Savena e sull’Idice, le vicine colline, il trenino che correva lungo la via Emilia, e la fornace per mattoni che sarà la causa della sua rovina finanziaria. Proprio Luigi aveva voluto ammodernare il vecchio impianto attivato dal padre investendo in tale impresa parecchio danaro, e quando, verso la fine del secolo fu sommerso dai debiti, la fornace venne confiscata e venduta all’asta giudiziaria insieme agli altri pochi beni che ancora possedeva ritrovandosi così, ultrasessantenne, in miseria e con ben nove figli a carico. Fu quella la sua stagione peggiore, lui che fino ad allora aveva dipinto solo per passione e per propria soddisfazione, creando le sue cose migliori e più originali, si trovò a dover dipingere per vivere assecondando i gusti dei clienti e svendendo i suoi lavori, finendo così per creare le sue opere più modeste.Malgrado questo, pur senza tributare al Bertelli i molti meriti che artisticamente gli sarebbero spettati, il cronista de “Il Resto del Carlino” del 29 gennaio 1916 ne partecipava la morte avvenuta il 23 gennaio scrivendo che «è un dovere specialmente tra tanto dilagare di nullità pretenziose, ricordare questo degno quanto modesto cultore del bello, e sarebbe sconveniente a una città colta vederlo sparire senza un pensiero e una parola di compianto e di lode». Dovevano però passare ancora molti anni perché la critica si accorgesse di Luigi Bertelli. Si deve soprattutto a Nino Bertocchi, che nel 1946 pubblicò un ampio saggio critico arricchito da molte riproduzioni delle sue opere, se critici e studiosi di varie parti d’Italia scoprirono il valore di questo artista e lo consacrarono tra i migliori pittori dell’Ottocento, e non soltanto italiano. E' sepolto nella tomba di famiglia collocata nel portico del Chiostro delle Madonne o dell'Ossaia nella Certosa di Bologna. (Pier Luigi Perazzini - Bibliografia: Pier Luigi Perazzini, in: Di buona fama, a cura di Francisco Giordano, in «Quaderni del Savena», ed. Clueb, 12, 2012. Bibliografia essenziale: N. Bertocchi, Luigi Bertelli 1832-1916, Bologna 1946; C. Cavazza, Luigi e Flavio Bertelli, catalogo della mostra alla Galleria del Caminetto, Bologna 1967; M. Monteverdi, Storia della pittura italiana dell'Ottocento, vol. 2, Busto Arsizio 1984, p. 60; F. Basile, Da Luigi Bertelli a Giorgio Morandi, Bologna 1993; A. Borgogelli, E. Farioli, C. Poppi, P. Stivani, R. Tassi, Luigi Bertelli 1832-1916, Torino 1985; G. di Genova, Bertelli Luigi, nel Dizionario Biografico degli Italiani, vol. IX, Roma 1967; Retrospettiva di Luigi Bertelli (1832-1916), catalogo della mostra con prefazione di F. Arcangeli, Bologna 1970; A. M. Matteucci, I decoratori di formazione bolognese tra Settecento e Ottocento. Da Mauro Tesi ad Antonio Basoli, Milano 2002; V. Montanari, A. Bettini, I dipinti a olio di Luigi Bertelli, Bologna 1984; G. Ruggeri, Il segreto lirismo del pittore contadino: Luigi Bertelli (1832-1916), Bologna 1976; P. Stivani, Luigi Bertelli, Bologna 1982; F. Varignana, Paesaggio del primo Ottocento e "petit maitres" bolognesi, Bologna 1988; G. Savini, Luigi e Flavio Bertelli, in "San Lazzaro di Savena, la storia, l'ambiente, la cultura", a cura di W. Romani, Bologna 1993; R. Grandi, a cura di, Dall'Accademia al vero. La pittura a Bologna prima e dopo l'Unità, catalogo della mostra, Bologna 1983)".

Leggi tutto

Ha fatto parte di

Opere

Eventi

Luoghi

Persone

Multimedia
Documentario | Bologna nel Lungo Ottocento (1794 - 1914)
Documentario | Bologna nel Lungo Ottocento (1794 - 1914)

Documentario - Bologna nel lungo Ottocento (1794 - 1914), 2008. La città felsinea dall'età napoleonica allo scoppio della Grande Guerra.

Bologna post unitaria
Bologna post unitaria

Quadro socio politico della Bologna post unitaria nel periodo 1859-1900. Intervista ad Alberto Preti. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

L'economia bolognese dall'unità alla grande crisi agraria - 1859 | 1880
L'economia bolognese dall'unità alla grande crisi agraria - 1859 | 1880

Intervista ad Alberto Preti. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

Documenti