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Gaetano Belvederi

1821 - 1872

Scheda

Gaetano Belvederi (Bologna, 1821 - ivi, 1872). È Onofrio Zanotti (1787-1861) a dargli i primi rudimenti di disegno e a fornirgli la lettera di raccomandazione per presentare domanda di ammissione al Collegio Venturoli. Nasce a Bologna il 26 marzo 1821 da Andrea - modesto impiegato che ha casa in via Borgo San Pietro - e da Gertrude Ferrarini. Entra in Collegio nell'ottobre del 1833, all'età di dodici anni per lasciarlo ventenne - secondo l'ordinamento del Collegio - nell'aprile del 1841 insieme ai compagni Raffaele Dalpino (1820-?), Camillo Leoni e Girolamo Dal Pane (1821-1856) - di cui, a detta di Bellentani, è grande amico. Lascia buona impressione di sé e dona come prova di Collegio un ritratto: il Direttore canonico e decano Antonio Majni, ancora conservato al Venturoli. Così recita la sua scheda al momento del congedo: "L'alacre temperamenteo di questo giovine lo ha portato a dedicarsi a diverse specie di arti e finalmente avendo dati molti saggi in cose ornamentali, si è divelto [sic] alla Scuola della Pittura, promettendo felici riuscimenti, qualora sotto bravo Direttore possa seguire con diligenza tutte le parti dell'arte". D'altronde già all'esame dell'ammissione Belvederi "Si dimostra di molto disposto a riuscire nell'arte" tanto che si spera di farlo diventare un pittore figurista e per tale ragione si decide di iscriverlo in Accademia ad elementi di Figura perché studi con Giovanni Battista Frulli (1765-1837). In Accademia dal 1834 segue quindi corsi di Figura, Nudo, studio dalle Statue e Pittura che frequenta fino al 1846, mostrando abbastanza rapidamente la sua vocazione di pittore di storia. Riceve anche premi scolastici, dal 1836 al 1840. Vince il piccolo premio Curlandese nel 1849 con la mezza figura David che adatta il sasso alla fionda (ora al MAMbo). Nel 1851 all'Esposizione accademica presenta una copia ad olio della Strage degli Innocenti di Guido Reni (1575-1642).

Tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Cinquanta si dedica a soggetti risorgimentali, di cui possiamo trovare esempi nei dipinti che sono conservati presso il Museo Civico del Risorgimento di Bologna; si tratta di Cacciata degli austriaci da porta Galliera, Ugo Bassi presso la colonna Pia, Fucilazione di Ugo Bassi e Giovanni Livraghi, Ballo intorno all'albero della libertà. Questi quattro dipinti sono stati donati nel 1891 dall'ingegnere Paolo Belvederi, nipote di Gaetano, proprio nel periodo in cui si raccoglievano oggetti e cimeli per il Museo che sarebbe stato poi inaugurato nel 1893. Essi erano stati visti sia a Torino nel 1884 per l'Esposizione Generale Italiana sia al Tempio del Risorgimento in occasione dell'Esposizione Regionale dell'Emilia nel 1888. Dei quattro dipinti sono state messe in evidenza le note narrative e popolari che rimandano alla tradizione del Sei-Settecento bolognese e la pennellata ricca orientata alla sintesi. In questi anni Belvederi non manca di presentare alle esposizioni accademiche e della Protettrice; ritratti: Ritratto d'uomo (1854) e Ritratto della marchesa Pepoli Martelli (1858), di cui non piace lo stile "forse troppo alla Rubens"; e soggetti ariosteschi: Alcina e Ruggero (1856), Il feretro di Zerbino (1857). Bellentani scrive: "Questo canto d'Ariosto è affettuosamente reso dal pittore", senza tralasciare chi critica l'opera "pretendendo a cagione d'esempio che a certe membra attratte e ad una faccia piantata di sbieco occorresse l'ortopedia, e che non so quali pieghe il sottoposto ignudo non del tutto informassero. Ma i veri artisti, senza trovar sconcezza di disegno, solo a maggior bellezza desiderarono la bocca di lei alquanto più vicina al naso; e poi lodarono il colorito, benché in qualche luogo fosse per dura freddezza falseggiato". Il dipinto fu acquisito dalla Protettrice e assegnato al marchese Giuseppe Rusconi. Bellentani nel 1858 lascia intendere che l'artista stia per fare un viaggio a Venezia. Intanto la Protettrice gli acquista La fuga di Angelica nel 1858 e, nel 1862 per mille lire un dipinto notato anche da Bottrigari ("un quadro di sua composizione abbastanza bene concepito e dipinto"): Rocco Sileo, riuscitogli di penetrare nella prigione ove ora rinchiuso il figlio, condannato a morte, lo persuade a prendere il veleno onde toglierlo all'infamia del patibolo, e lo assegna all'avvocato Giovanni Bernardi. Nel 1866, in occasione dell'esposizione della Protettrice propone Il banco patrio fiorentino, ossia una povera donna che porta a donare alla patria suo figlio, nel mentre che le signore portano dell'oro e le proprie gioie, che è da identificarsi con Monna Ghita del Tovaglia. Tra il 1855 ed entro il 1867 due altri suoi dipinti sono acquisiti dalla Protettrice: Galeazzo Mariscotti e La madre italiana nel campo dopo la battaglia di S. Martino. Nel 1867 partecipa all'Esposizione delle Accademie dell'Emilia concorrendo per i premi con Una lezione di legge dalla bigoncia di S. Stefano in Bologna, che viene acquistato dal re Vittorio Emanuele II. Nel 1868 espone alla mostra della Protettrice Girolamo Savonarola e Lorenzo de' Medici al letto di morte, che, secondo Vicentino "ha incontrato poco" per via delle caratterizzazioni a suo dire sbagliate (il Savonarola avrebbe dovuto essere "più nobile, più espressivo, meno ringhioso" e il Magnifico "più giovane"); il critico in generale avrebbe desiderato "le figure più spiccate, le ombre meno dure". Probabilmente si tratta di quella ricerca di sintesi che è stata notata anche nella stesura sottile, fredda del Ritratto di Napoleone III forse della metà del decennio e oggi presso il Museo Civico del Risorgimento di Bologna. Pur nell'impianto accademico e “nonostante il pasticcio del pavimento”, in tale ritratto, commissionato da Luigi Pizzardi (1815-1871) per il suo salone del Risorgimento, si è letta un'influenza di Antonio Puccinelli (1822-1897) e, nell'impostazione, del ritratto dell'imperatore francese di Hyppolite Flandrin (1809-1864) del 1863.

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia e fonti: ASFCVBo, Campione degli Alunni nel Collegio Venturoli, 1826-1856, Belvederi, Gaetano; ASFCVBo, Cartone 66, Verbale del 16 febbraio 1835, Verbale del 4 gennaio 1836, Verbale del 29 agosto 1840; ASFCVBo, Cartone 74, Amministrazione e Istruzione I e II Alunnato, 1826-1841; L'Arte Bolognese [post 1898]; MAMbo, Archivio fotografico, scheda 5362; Atti 1836, p. 52; Atti 1837, p. 41; Atti 1839, p. 27; Atti 1841, p. 32; Atti 1845-1846, pp. 88, 125; Atti 1854, p. 61; Bellentani 1855, p. 113; Bellentani 1856, pp. 4, 124; Bellentani 1857, pp. 12, 20, 39; Bellentani 1858, pp. 20, 35-36, 50; Rapporto 1858, n. 2; Rapporto 1862, n. 1; Società Protettrice 1866, n. 60; Atti 1867-1867, pp. 18, 82; Masini 1867a, pp. 16 e 19; Vicentino 1868, II; Storia delle Arti del Disegno 1888, p. 114; Bottrigari 1960-1962, III, p. 276; Bologna 1983b, pp. 199-200 (con bibliografia precedente); Collina 1993, nn. 40, 41, 42, 43, 44, pp. 41-44; Bologna 1994, pp. 16, 70, n. 6 pp. 75-76, 89-92, 98; Giumanini 2002, p. 52; Museo del Risorgimento 2013, pp. 46, 50, 123-124, n. 2033, p. 159, n. 2063, p. 161, n. 2082, p. 163, nn. 2123 e 2126, p. 165; Medicina 2015, pp. 187-188, n. 48, p. 294.

Il precedente testo integra il seguente: "Pittore, nasce a Bologna il 26 marzo 1821. È allievo del Collegio Artistico Venturoli dal 1833 e dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ottiene premi scolastici dal 1836 al 1840. Nel 1849 vince il Piccolo Premio Curlandese con “David che adatta il sasso alla fionda” e solo negli anni ‘50 comincia a cimentarsi con opere di maggiore impegno, nel 1854 viene presentato all'Esposizione Accademica, il dipinto “Ritratto di uomo”, è del 1856 “Le boscherecce insidie amorose di Alcina e Ruggero cantate dall'Ariosto” che non espone per la sua soverchia modestia; nel 1857 espone il dipinto ”Isabella maomettana, la quale, fidanzata al crociato Zerbino, lui morto spera di raggiungere in cielo” ricevendo le lodi della critica. Da questo momento fino a tutti gli anni ’60 è presente con una certa continuità alle Esposizioni bolognesi: nel 1858 con i dipinti “Ritratto della Marchesa Pepoli Martelli” e “La fuga di Angelica”, nel 1860 con “Girolamo Savonarola e Lorenzo de’ Medici al letto di morte”, nel 1862 con “Rocco Sileo, che giunto a penetrare nel carcere in cui stava rinchiuso un figliol suo condannato a morte per assassinio, lo persuade a prendere il veleno credendo così di sottrarlo alla meritata infamia del patibolo”. Ma accanto a questa predilezione per i soggetti storici e letterari figurano, tra le opere vendute nel 1867 alla Società Protettrice, anche i temi patriottici: “La madre italiana nel campo dopo la battaglia di San Martino” e “Una povera donna che porta a donare suo figlio alla Patria”. Altre opere di tema risorgimentale si trovano al Museo del Risorgimento a Bologna: “Ballo attorno all’albero della libertà”, “Ugo Bassi presso la colonna Pia”, “Fucilazione di Ugo Bassi e Giovanni Livraghi”, “Cacciata degli austriaci da Porta Galliera” e “Ritratto di Napoleone III”." (Bibliografia: Renzo Grandi, Dall'Accademia al Vero, la pittura a Bologna prima e dopo l’Unità, Galleria d’Arte Moderna, Bologna 1983, Grafis Industrie Grafiche Casalecchio di Reno (BO); Claudia Collina, La collezione dei dipinti ad olio del Museo Civico del Risorgimento di Bologna “Bollettino del Museo del Risorgimento” 1993. Testo tratto da: Silvia Rubini (a cura di), Angelo Venturoli tra l'opera - il Collegio e la sua eredità, catalogo della mostra di Crespellano, Eta, Vignola, 2012).