Baroni Augusto

Baroni Augusto

4 giugno 1897 - [?]

Note sintetiche

Titolo di studio: Laurea

Scheda

Augusto Baroni, da Enea e Lina Feltri; nato il 4 giugno 1897 a Minerbio. Compiuti i primi anni di studio sotto la guida dei genitori, insegnanti elementari, frequentò il ginnasio liceo Galvani di Bologna. Si compenetrò delle idealità proprie della giovane generazione del tempo. Conferì alla sua adesione nazionalista, più interiorizzata che espressa nell'azione, il significato di una risposta individuale al materialismo socialista e, ad un tempo, al piatto opportunismo di stampo giolittiano, cui unì il quietismo e il moderatismo della tradizione cattolica.
Nel 1915, la sua natura e la sue convinzioni lo portarono ad una decisione conseguente, che costituì la prova sperata dall'azione: partecipare volontario al conflitto mondiale. Quella prova fu decisiva.
Servì a fargli comprendere la vita, a fargli conoscere nella sofferenza dei soldati, nella morte, l'umanità nella sua concretezza, a farlo rientrare in quella dimensione di umana disponibilità, che fu anche la molla per la riscoperta della provvidenza nella storia delle creature.
Con la prova del fuoco e, soprattutto, con la lunga prigionia, cominciò a maturare in lui quella vocazione educativa che lo accompagnò per tutta la vita. «Soffrì per trentaquattro mesi dura prigionia; sfuggito agli orrori di Mauthausen, mi scrisse dal campo di concentramento di Ostffiassozonifa, nell'Ungheria, lunghe lettere commoventi, che attestavano insieme la sua sofferenza presente e la faticosa evoluzione che, senza forse che egli stesso se ne avvedesse, andava maturando nel suo spirito e che si compì nel campo di Spratzern» (G.B. Picotti). La sua conversione non avvenne all'improvviso e fu, comunque, un recupero dei contenuti di fede dei quali era già in possesso.
Congedato nel 1919, rientrato a Bologna, dopo una fugace speranza riposta «nella nascente associazione dei combattenti», mentre seguiva gli studi universitari, conclusi con la laurea in lettere il 25 novembre 1920, trovò amici e maestri spirituali, in particolare mons. Marcello Mimmi e Vincenzo Gotti. Da questo incontro nacque il primo gruppo del Vangelo. Facendo centro su queste amicizie, dopo il breve importante intermezzo della rivista giovanile «Amore», collaborò con i giovani cattolici de «Il Risveglio», e, specialmente, alla lotta dei popolari de «La Sorgente», della quale fu lo scrittore più prolifico, impostando e sostenendo la prospettiva cattolica di opposizione al fascismo, all'interno di una ritrovata unità della vita e dell'azione cattolica fondata sulla carità.
Intanto la vocazione all'insegnamento si esplicò nel ginnasio femminile Pro Aris et Focis e nel collegio San Luigi, cioè in scuole private per non dover scendere a compromessi con le istituzioni fasciste.
Dal gruppo del Vangelo trasse origine il suo impegno nella concreta attività delle Conferenze di San Vincenzo, delle quali fu negli anni trenta presidente del consiglio particolare e del consiglio superiore.
Le Conferenze, sotto la sua guida, finirono per riunire gran parte degli esponenti popolari e per coinvolgere in una fattiva operosità sociale i giovani cattolici, tratti specialmente dall'ambiente universitario. Per le iniziative avviate e realizzate costituirono una spina nel fianco del fascismo ufficiale e di facciata. L'opera «pro baraccato» ne costituisce l'esempio pregnante.
Fu presidente degli uomini cattolici bolognesi durante i contrasti tra l'Azione cattolica e il regime. Tutte queste attività determinarono l'incontro, all'inizio degli anni trenta, con Igino Righetti e il successivo impegno nella costituzione, nel consolidamento e nello sviluppo del Movimento dei laureati di Azione cattolica.
Il suo contributo fu fondamentale e in alcuni momenti determinante. Non casualmente gli venne affidata la stesura della biografia di Righetti, uno dei lavori, ancora oggi, decisivi per comprendere l'evoluzione e le prospettive dell'attività cattolica negli anni del fascismo.

Durante la seconda guerra mondiale la sua opera non ebbe soste, nonostante le precarie condizioni di salute. Con Raimondo Manzini , collaborando intensamente, spesso con lo pseudonimo di Vico Silla, a «L'Avvenire d'Italia», impostò le linee dell'atteggiamento cattolico di fronte alla guerra e nel corso dell'occupazione nazista.
Richiamò alla necessità dell'azione e all'imprescindibile dovere dell'unità, non per opportunismo politico, ma per un atto dovuto di carità e di giustizia sociale. Fu spesso in contatto con gli esponenti giovani della resistenza cattolica, che lo ebbero come guida sicura, anche se appartata. Soprattutto, li stimolò a sviluppare una concreta attività costruttiva e non soltanto ad agire nel presente. Brani di un suo scritto inedito su Bologna durante l'occupazione nazista sono pubblicati in Gli scioperi di marzo 1944, Bologna, 1984. Nel 1942 - in base a una legge a favore degli ex combattenti - chiese e ottenne l'iscrizione al PNF con retrodatazione al 1924. [A]

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Ora serena (L') - 1928 04
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L'ora serena - rivista dei fanciulli, aprile 1928. Bologna, Stabilimenti Poligrafici Riuniti. Collezione privata. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa.