Bargellini Bernardino

28 dicembre 1743 - 21 dicembre 1804

Note sintetiche

Scheda

Le radici delle fortune dei Bargellini affondano nei cento anni che vanno dalla metà del ’300, quando si trovano i primi esponenti della famiglia iscritti alle società delle Arti, alla metà del ’400, quando raggiunsero le principali cariche cittadine. Dal mercante Filippo, figlio di Gaspare che era stato del consiglio dei Sedici, morto nel 1459, il primo ad essere Gonfaloniere di Giustizia, ebbero origine i tre rami della famiglia: quello di Lattanzio (marito di Isabella, figlia naturale di Giovanni Bentivoglio), di Astorre (marito di Isabella Caccianemici) e di Gaspare (marito di Lucrezia Castelli). Il ramo di Lattanzio si estinse nel ’600 con un Pietro arcivescovo e nunzio in Francia. Quello di Gaspare terminò nel 1649, con la morte di Vincenzo detto “il ricco”, che aveva tenuto il senatorato per cinquant’anni, di cui le cronache riportano la bruttezza (era privo di un occhio e aveva il volto “difettoso”) e la somma avarizia (aveva vissuto miseramente, senza persone di servizio, accumulando robe che alla sua morte risultarono guaste dal tempo, e lasciando che i poderi diventassero boschi per non aver mai permesso il taglio di un albero), ma che era anche lodato come uno dei migliori soggetti del Senato. Il seggio senatorio passò al terzo ramo, quello di Astorre, che, con Ovidio, nel 1512, aveva avuto da Leone X anche il titolo di conte. E in previsione di entrare in possesso dell’eredità del ricco Vincenzo, i fratelli Astorre, Giacomo Filippo ed Ermesse avevano intrapreso la costruzione di un nuovo palazzo più consono al rango familiare (Vincenzo aveva abitato in via Santo Stefano al vecchio numero 97, corrispondente all’odierno 49) in Strada Maggiore, fra la Seliciata (ora piazza Aldrovandi) e via Begatto. Sul seggio senatorio, il XXXVII, si succedettero quindi Astorre (1649-1672), poi Giacomo Filippo (1672-1693), poi Vincenzo figlio di Ermesse (1693-1738), indi Ovidio, unico maschio di Vincenzo e Rosalia Albergati. Ovidio, nato nel 1717, ebbe da Giacinta del senatore Francesco Marescotti nove figli, dei quali cinque raggiunsero la maturità: due femmine (Laura, morta nubile, e Francesca, sposa del senatore Giovanni Paolo Fantuzzi) e tre maschi (Bernardino, Vincenzo e Camillo), nessuno dei quali contrasse matrimonio, determinando così l’estinzione anche dell’ultimo ramo della famiglia.

Nato il 28 dicembre 1743 dal senatore conte Ovidio e da Giacinta del senatore Francesco Marescotti (Carrati, Nascite, B 876, c. 91), Bernardino Pasquale Innocenzo Melchiorre Lucio Bargellini era subentrato al padre nel seggio senatorio nel 1771, e lo tenne fino alla soppressione del Senato nel 1797. Fu quattro volte gonfaloniere: nel quinto bimestre del 1773, nel terzo del 1780, nel terzo del 1786 e nel primo del 1793. Celibe, come i fratelli Vincenzo, abate secolare, e Camillo che gli sopravvisse fino al 1839 (la sorella Francesca non aveva figli dal marito senatore Giovanni Paolo Fantuzzi), lasciò una parte del patrimonio a costituire, come dice la lapide sepolcrale, una rendita per "mantenere e dotare vergini donne e sollevare infermi mendici". Morì a 60 anni, il 21 dicembre 1804, nel palazzo di famiglia in Strada Maggiore sotto la parrocchia di S. Tommaso della Braina, per marasma senile.

Silvia Benati

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Documenti
Senatori Bolognesi
Tipo: PDF Dimensione: 71.03 Kb

Silvia Benati, Elenco dei senatori in carica a Bologna il 19 giugno 1796, in ordine alfabetico

Bibliografia
Bargellini e Davia: due famiglie nella storia di Bologna
Fanti Mario
1987 Bologna Comune di Bologna
Battesimi - manoscritto conservato presso la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna - sezione Manoscritti e Rari
Carrati Baldassarre
0
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