Banda del Municipio di Bologna

Banda del Municipio di Bologna

1856 | 1911

Scheda

Nel giugno del 1856 il Municipio di Bologna si assunse l’impegno di fornire i fondi necessari per la costituzione di un nuovo corpo musicale, derivazione degli antichi Pifferi e Trombetti di Palazzo. Le divise sarebbero state identiche a quelle dei pompieri della Guardia urbana d’Onore. Furono perciò stanziati 1400 scudi, da ripartirsi nei due esercizi 1856-1857, per l’acquisto delle uniformi di alta e bassa tenuta e per il reperimento della musica. Approvata la spesa dalla commissione governativa, la Legazione diede il consenso all’istituzione della Banda musicale, con l’obbligo per i componenti della stessa di prestare servizio gratuitamente in conformità alle regole che sarebbero state fissate dalla Magistratura. L’inquadramento della Banda avvenne in ambito militare: fu infatti aggregata alle due Compagnie Urbane che si trovavano in servizo di onore e di pompieri, dipendendo perciò dal comando militare divisionario di queste.

Affinché la Banda potesse prestare il miglior servizio in occasione del viaggio di papa Pio IX attraverso le Legazioni, previsto per il 1857, il Municipio deliberò di aggiungere allo stato maggiore del comando delle due compagnie urbane il M° Cesare Aria il quale, col grado di capitano, avesse a detta Banda quella sorveglianza che è propria, per la dipendenza che dovrebbe avere con Comando medesimo, nonché a Capo Musica il M° Alessandro Antonelli, col grado di Ajutante Sottoufficiale. La Banda era formata da 45 elementi. La Legazione approvò quanto proposto dal Municipio e, in particolare, la designazione del M° Cesare Aria e del M° Alessandro Antonelli, sebbene su quest’ultimo la direzione di polizia avesse avanzato qualche riserva in virtù della passata militanza dell’Antonelli nel Battaglione Bignami, che aveva marciato su Venezia e su Roma. Non approvò invece il conferimento a costoro dei gradi militari, in quanto avrebbero ricoperto cariche del tutto gratuite e di sola onorificenza. A seguito delle favorevoli informazioni sui singoli individui rese dalla polizia, la Legazione approvò anche i nomi dei componenti di quella che si sarebbe denominata Banda della Guardia Urbana. Ciò sebbene alcuni dei componenti, al pari del M° Antonelli, avessero militato nel Battaglione Bignami e avessero quindi marciato su Roma.

Il più giovane era Maccagnani Clemente di Bologna, fu Giuseppe, di anni 16, mentre i più anziani erano Mandelli Giuseppe di Bologna, fu Francesco e Salmi Pietro di Bologna, fu Gaetano, di anni 39. Curiosa la presenza dei tre fratelli Magnani Pietro, Enrico e Giuseppe di Francesco, provenienti da Parma. Le cronache riferiscono che il primo concerto in pubblico si tenne nell’agosto del 1856. Questo il programma: Marcia di Radetzki di Strauss (all’epoca Bologna era sotto gli austriaci); Sinfonia dell’Opera Fiorina di Pedrotti; un valzer di Lanner; Pot-pourri sull’Opera Norma di Bellini; Finale 8° dell’Opera Il Mosè di Rossini; Sinfonia del Guglielmo Tell, sempre di Rossini; una polka ungherese, Cavalleria, di autore sconosciuto. Ben presto la Banda municipale si distinse per la qualità delle esecuzioni, rivaleggiando con le bande militari austriache della guarnigione di stanza a Bologna.

Non mancarono episodi curiosi: nell’autunno del 1856, nel Teatro Comunale di Bologna, la Banda avrebbe dovuto suonare in occasione dell’entrata del gran ballo in cinque quadri e sette scene dal titolo La Fiorentina ovvero Ginevra degli Albizzi, che vedeva come protagonista la celebre danzatrice Augusta Maywood. All’epoca era consuetudine che l’impresario fornisse gratuitamente i biglietti dello spettacolo ai familiari dei musicisti che vi prendevano parte. Ciò non avvenne e i musicanti della Banda, offesi per tale gesto e approfittando del fatto che il M° Antonelli si trovava fuori Bologna, disertarono lo spettacolo dandosi appuntamento nel caffé di fronte al Teatro, dove organizzarono un torneo di briscola. Ovviamente vennero visti e, su segnalazione dell’impresario, intervenne la polizia arrestando i musicanti e trascinandoli nel Teatro, dove – seppur in ritardo – eseguirono la parte loro affidata. Terminato lo spettacolo, le guardie papaline trasferirono la Banda direttamente dai locali del Teatro a quelli delle carceri del Torrone (che al tempo si trovavano nell’attuale Palazzo Comunale). Il giorno successivo, dopo l’interrogatorio di rito e grazie all’intervento del M° Antonelli, il Corpo bandistico venne rimesso in libertà, cavandosela con un semplice ammonimento. Dato il crescente successo, il Comune decise di stanziare nuovi fondi per il vero e proprio mantenimento della Banda. Un’apposita commissione stilò un regolamento di ben 85 articoli, che venne approvato dal Comune in data 18 luglio 1860.

Il Corpo di musica era sottoposto, per gli ordini di servizio, all’autorità del Comando Superiore della Guardia Nazionale. Doveva perciò indossarne l’uniforme ed aveva l’obbligo di intervenire a parate, riviste, guardie d’onore, esercizi e passeggiate militari, nonché a prestare ogni altro servizio cui poteva essere comandata la Guardia Nazionale o che poteva essere ordinato dall’Amministrazione Comunale, previo accordo col Comandante del Corpo, come i dieci servizi di concerto o serenate. Per il resto, la Banda era alla dipendenza diretta del Comune. Il Corpo bandistico era composto da 50 esecutori retribuiti, più 10 alunni senza retribuzione. La Banda venne quindi impiegata in feste pubbliche, cerimoniali e solennità patriottiche. Divenuta Banda Nazionale, in data 2 e 26 febbraio 1860 suonò in occasione di due veglie con ballo organizzate dal Governatore Generale Boncompagni (reggente piemontese delle Provincie dell’Italia Centrale), per prendere successivamente parte ai festeggiamenti organizzati per la venuta di Vittorio Emanuele II a Bologna, nei giorni 1, 2 e 3 maggio 1860. L’8 agosto dello stesso anno, nei giardini pubblici della Montagnola, la Banda partecipò alla commemorazione solenne della disfatta ignominiosa dell’austriaco. Una vera e propria tradizione cittadina divennero i concertì del venerdì che, su idea del M° Antonelli, la Banda teneva ogni settimana in Piazza Galvani. Questi appuntamenti, tanto graditi alla popolazione, vennero infatti denominati i venerdì dell’Antonelli. Venivano eseguiti brani dell’Opera accanto a pezzi di musica brillante e di fantasia, come L’ultima notte al campo, La posta, I gatti, La fiera, La festa al campo (con accompagnamento di fuochi d’artificio e colpi di fucile), La mezzanotte: brani a noi praticamente sconosciuti ma che al tempo mandavano in visibilio gli spettatori.

La corpulenta figura del direttore divenne tanto familiare che una statuetta in gesso raffigurante la sua caricatura, realizzata dallo scultore faentino Verna, ebbe un florido mercato. Nonostante l’indiscusso apprezzamento per la Banda, a partire dal 1863 nel Consiglio comunale si fece sempre più acceso il dibattito sui costi di mantenimento. C’era chi, addirittura, chiedeva la soppressione del Corpo. Altri propendevano per la sola concessione di un sussidio, altri ancora auspicavano che la gestione economica passasse alla Guardia Nazionale. Nel 1864 la giunta propose addirittura di aumentare l’organico della Banda, suscitando roventi polemiche. La diatriba si riaprì nel 1868, allorché viene costituito un Corpo di musica aggregato alla Compagnia dei Pompieri, con funzioni di rappresentanza non dissimili da quelle svolte dalla Banda. Quest’ultimo Corpo era praticamente un doppione della Banda, con la differenza che andava a gravare poco o nulla sul bilancio del Comune. Per cui, nel 1871, alla scadenza del contratto triennale, la Giunta propose la soppressione della Banda per ragioni economiche. Questa notizia fu accolta dalla cittadinanza con sconcerto e dispiacere: l’appuntamento musicale del venerdì era ormai divenuto un’istituzione e – raccontano le cronache – in ispecie dalle mamme che avevan ragazze da marito, per le quali i venerdì dell’Antonelli costituivano, oltre che un modesto quanto economico passatempo, una probabilità d’incontro, di un’occasione che poteva portare alla sospirata meta del matrimonio.

Ma nella seduta del 27 febbraio 1872 il Consiglio, dopo un’animata discussione, deliberò a grande maggioranza di mantenere la Banda, pur riconoscendo la necessità di una riforma per un miglior funzionamento del Corpo. Nel maggio dell’anno successivo venne quindi approvato il nuovo regolamento della Banda cittadina, che assunse la denominazione di Banda musicale di Bologna. Pur mantenendo l’obbligo di prestare servizio per la Guardia Nazionale, la Banda uscì dall’organizzazione militare, essendo ora gestita dall’Ufficio d’Istruzione da cui dipendeva il Liceo musicale. Il Capo Banda entrò a far parte del personale insegnante del Liceo, per cui l’incarico acquistò maggiore stabilità. La direzione del Liceo curava l’istruzione della Banda, mentre al Presidente della Deputazione degli Spettacoli viene affidata la cura della disciplina e l’osservanza degli obblighi tutti dei musicanti. Queste tre cariche giudicavano inoltre l’abilità degli aspiranti per la loro ammissione nel Corpo musicale. Assai diverso l’importo delle paghe, a seconda del ruolo: il Capo Musica percepiva un assegno annuo di L. 1600, mentre gli altri membri variavano da L. 70 mensili (Il Vice capo) a L. 25 mensili (Concertisti di 4^ classe).

Sempre nel 1872, la Banda eseguì brani del Lohengrin di Wagner, opera che era stata data in prima assoluta al Teatro di Bologna nell’autunno del 1871 e il cui titolo era stato bonariamente storpiato dalla popolazione in L’oca del Negrein, con riferimento a tal Negrini, noto sulfanar (rigattiere) del tempo. Entrarono altresì nel repertorio la 5^ Sinfonia di Beethoven, trascritta per banda dal M° Antonelli, nonché la 2^ Rapsodia Ungherese di Liszt. Nell’autunno dello stesso anno Richard Wagner si recò a Bologna, in occasione della messa in scena al Teatro Comunale della sua opera Rienzi. Il Municipio concesse a Wagner la cittadinanza onoraria e, durante la cena di festeggiamento, la Banda eseguì nel cortile dell’Hotel d’Italia diversi brani tratti dalle sue opere. La Banda ottenne il plauso dello stesso Wagner, tranne che per l’esecuzione della Sinfonia del Rienzi. In quell’occasione il compositore tedesco si alzò dal tavolo e andò di persona a suggerire il tempo esatto, prendendo il posto del direttore, fra gli applausi ed il tripudio dei commensali. Non sappiamo cosa ne pensò il M° Antonelli, ma da allora il brano venne suonato seguendo scrupolosamente le indicazioni date da Wagner...

Nel 1878 la Giunta ritenne più logico e opportuno far dipendere il Corpo direttamente dalla commissione direttiva del Liceo musicale. La Banda era tenuta a prestar servizio una volta la settimana ai serali concerti per 3 mesi nella stagione estiva, e diurno in tutti i giorni festivi dell’anno, oltre per la festa dello Statuto, cerimonie scolastiche e in genere per qualunque servigio esclusivamente municipale. Il Corpo inoltre abbandonò la divisa della Guardia Cittadina che, come narra Alfredo Testoni, i bandisti indossarono fino a quando da soldati di terra passarono ad essere ufficiali di marina. La nuova divisa infatti era molto simile a quella degli ufficiali della marina militare e ciò fece un grande effetto sui buoni petroniani e si prestò alle arguzie cittadine. I rapporti tra la Banda e le istituzioni comunali non furono sempre idilliaci: lo testimonia la bocciatura della proposta tesa a far partecipare il Corpo bandistico al concorso internazionale di musica indetto a Torino, nel giugno del 1881. Il Consiglio, movendo acerbe critiche sul valore della banda, con 11 voti favorevoli e 22 contrari respinse la richiesta del comm. Antonio Modoni, sebbene il Corpo si fosse distinto all’Esposizione di Parigi del 1878. Anche al successivo concorso internazionale di Società corali, Bande e Fanfare in occasione dell’Esposizione del 1882, sempre a Torino, la Banda di Bologna non riuscì a partecipare. Pur disponendo del placet da parte delle istituzioni municipali, un’epidemia di colera che si era sviluppata nella regione ne impedì lo spostamento. Nell’adunanza del 22 dicembre 1884, nuove critiche piovvero sul Corpo musicale: il Consiglio comunale fa voti e s’augura che la banda possa presto ricondursi al suo antico splendore... Nel 1893 il M° Antonelli venne colpito da un grave infermità, che lo porterà alla morte nel 1895.

Suo successore fu il M° Filippo Codivilla, già all’epoca musicista di valore indiscusso, che guiderà la Banda fino al 1911. Codivilla proseguirà nella tanto amata tradizione dei concerti del venerdì che, a causa dell’impianto del servizo tranviario in Piazza Galvani, a partire dal 1899 si sposteranno ai Giardini Margherita.

Augusto Battaglini

In collaborazione con Associazione 8cento, estratto dalla rivista Jourdelò n. 16, Bologna, novembre 2010

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