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Banca Popolare di Credito

1884 | 1988

Schede

La Banca Popolare di Credito in Bologna ha i suoi uffici in via Carbonesi n. 11 nell'antico palazzo Zambeccari da essa acquistato nel 1884 ed opportunamente adattato all'uso attuale dagl'ingegneri bolognesi Gaetano e Luigi Rubbi. Fino al 1886 tenne la sua residenza al pianterreno del Palazzo Pizzardi in via d'Azeglio, ove per la prima volta aveva aperto al pubblico i suoi sportelli il 1° febbraio 1886. Questo istituto di credito popolare sorse da umilissimi principii per iniziativa del Comitato d'istruzione della Società Operaia, presieduto dal senatore marchese Luigi Pizzardi, ed in seguito ad alcune letture tenute nella primavera del 1864 dal prof. Andrea Vivenza per popolarizzare l'idea dello Sculze Delitzsch, raccolta in Italia dal Luzzatti, di diffondere e facilitare il credito mediante le Banche Popolari. Del comitato promotore facevano parte col Pizzardi i Senatori conte Malvezzi, principe Simonetti e marchese Pepoli, il prof. Quirico Filopanti, il prof. Vivenza, il generale Galletti, il comm. Enrico Sassoli, il cav. Sani, attuale intelligente e oculato Direttore della Banca, ed altri cospicui cittadini di tutte le classi. La sottoscrizione delle azioni fu aperta il 1° marzo 1865, data dell'atto costitutivo della Banca, e le operazioni s'intrapresero, come si è detto, il 1° febbraio 1866, essendo state collocate soltanto N. 1594 azioni del taglio di L. 60, cioè con un capitale sottoscritto di L. 96,640 delle quali sole L. 53,594 versate.

Grandi simpatie incontrò il nuovo istituto nella cittadinanza, e – giova dirlo – fu assai saviamente amministrato: attalchè ora le sue azioni sono quotate L. 120 cadauna, ed il capitale sociale, constante di N. 20,009 azioni, è di L. 1,260,540, a cui aggiunta la grossa riserva accumulata di L. 1,154,644.71 si ha un patrimonio sociale complessivo al 31 dicembre 1891 di L. 2,415,184.71. La fiducia che la Banca riscuote in paese è dimostrata d evidenza dal cumulo dei suoi depositi fiduciarii che la 31 dicembre 1891 ascendevano a L. 15,586,803.27: la sua importanza nel movimento economico locale appare dall'impiego annuo di ben 48 milioni di lire in operazioni di sconto, e nel largo frazionamento che essa vien facendo del credito, distribuendolo principalmente a pro dell'agricoltura e delle piccole industrie; la oculatezza infine della sua amministrazione è fatta palese dalla esiguità delle sofferenze, essendo, ad esempio, di circa L. 20,000 la cifra delle perdite sui debitori morosi apparente al bilancio dell'anno 1891 a fronte di un totale di L. 48,070,854 di fondi erogati in detto anno nelle operazioni di prestito, sconto, anticipazione e riporto.

Dal 1884 la Banca assunse la forma di Società Cooperativa, e seguendo costantemente gli ottimi insegnamenti dell'ispiratore della cooperazione italiana on. Luigi Luzzatti, intese sempre a procacciare il credito a buon mercato a' suoi soci, poco preoccupandosi di distribuire loro dei troppo lauti dividendi, e mirando invece a costituire una riserva così forte, che ora uguaglia quasi il capitale nominale. Il dividendo si aggirò negli ultimi anni sulle L. 6 per azione. Intendendo saviamente gli scopi della cooperazione, la Banca Popolare ha fondato nel suo seno diversi istituti profittevoli alle classi meno agiate, come l'istituto dei prestiti d'onore gratuiti, e quello pel perfezionamento delle arti paesane. Ha anche istituito una Cassa di previdenza per i suoi impiegati. Fu riconosciuta meritevole di alte onorificenze nelle esposizioni di Milano, Bologna e Palermo; e ben a ragione, poiché è senza dubbio la prima istituzione di credito cooperativo della nostra regione, ed è anche una delle più cospicue d'Italia.

Testo tratto da 'Guida illustrata di Bologna - Storica artistica industriale', Tipografia Successori Monti, 1892, Bologna.