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Ettore Bagni

17 Settembre 1923 - [?]

Scheda

Ettore Bagni, da Fulvio e Giuseppina Morara; nato il 17 settebre 1923 a Bologna. Licenza di scuola media. Impiegato disegnatore. L'8 settembre 1943, in servizio militare a Pola nel CREM (Corpo Reale Equipaggi Marini), venne fatto prigioniero dai tedeschi e tradotto a Venezia. Riuscì a fuggire. Raggiunse Bologna
il 29 settembre 1943. Entrato in contatto con gruppi della Resistenza, nel novembre, per non rispondere al bando della RSI, andò in montagna. Aggregatosi alla formazione dell'avv. Leonida Patrignani, del PdA, operò nell'Appennino reggiano-modenese. Nel febbraio 1944 si spostò, con la brigata della quale facevano parte due sacerdoti, nel Frignano.
In primavera, la brigata, con l'intenzione di arruolarsi nel CIL, decise di passare le linee, ma. ebbe uno «scontro sanguinoso» con una numerosa formazione di paracadutisti tedeschi nella zona tra Pontelocatello, Grizzana, Lagaro. Tra i pochi superstiti, aiutato da un sacerdote bolognese, che lo nascose nella sua casa a Rivabella (Grizzana), rientrò a Bologna, ove venne avvicinato da Egisto Franco Pecci e Roberto Roveda , entrando cosi a far parte della 6a brigata Giacomo con funzioni di caposquadra.
Raccolse armi e munizioni, distribuì manifestini e altra propaganda antifascista, tenne i contatti con la 7a brigata GAP Gianni Garibaldi. Ricercato, fu nascosto nella tipografia dell'Istituto Salesiano, messa a disposizione dei partigiani cristiani, con Oberdan Casadio.
Ebbe l'incarico di diffondere la propaganda e di raccogliere fondi per la brigata. Alla fine di dicembre 1944 diffuse «La Punta» - ritirando il centinaio di esemplari nella tipografia dei francescani dell'Annunziata - nelle officine Calzoni, Ducati, di Casaralta, Rizzoli, Curtisa; nella Casa dello studente, nella sede della FUCI, e in altri luoghi pubblici. Arrestato, per una delazione, nel gennaio 1945 dalla GNR e consegnato alle SS, sopportò le torture senza parlare, anche per dimostrare che i partigiani non «erano dei vili».
Portato a piantare mine in un campo, insieme con Pecci, riuscì di nuovo a fuggire. Raggiunta Bologna con documenti falsi, procurati da Rosalia Roveda, rimase nascosto fino alla Liberazione, in una base della 7a brigata GAP, in via Riva Reno.
Riconosciuto partigiano dall'1 settembre 1944 alla Liberazione e grande invalido per le sevizie subite. Testimonianza in RB 2. [A]