Schede
Fiore di moda, che ci richiama alla visione voluttuosa dei giardini dell'estremo oriente, dove è venerato come simbolo della consolazione, benedetto dai sacerdoti, recato dalle fanciulle nelle chiome insieme agli spilloni iridescenti, nelle alte cinture che reggono le vesti sparse di ori, intrecciato nei festoni attorno all'effigie degli dei familiari. In Cina il nono mese dell'anno ha il nome del crisantemo, ed il nono giorno di esso è consacrato alla festa del fiore augurale. Secondo la leggenda giapponese il crisantemo fu il parto dell'unione fra la terra e una stella; a sua volta il cristantemo venne poi sposato dal sole, e da questa eccelsa unione nacque il primo mikado. Così traccia del crisantemo trovasi dovunque, nel Giappone. Lo stemma imperiale giapponese è un crisantemo indico, di sedici foglie, otto bianche e otto viola, alternate. L'ordine del crisantemo è la massima onorificenza cavalleresca del Giappone. Si scrive che il primo crisantemo portato in Europa fu presentato a Giuseppina di Beauharnais, allora alla Malmaison, dal capitano Blancard; noi però lo vediamo accennato anche in libri anteriori (Ripa – La novissima iconologia – 1625); e mentre in oriente esso è l'ieratico simbolo di vita, il linguaggio della flora occidentale lo elenca come fiore dei sepolcri, che parla dell'amore oltre la morte; esso infatti – o roseo, o grigiastro, o giallino – ha sempre tra noi una tinta tenue e pallente, come se mai non possa animarlo la gran gioia della vita e diffonde per l'aria l'acre odore della mestizia e del lutto.
Testo tratto da: Giovanni Cairo, "Dizionario ragionato dei simboli", Ulrico Hoepli, Milano, 1922 (febbraio 2022). Per approfondire il tema della simbologia funeraria ottocentesca cliccare qui.