Scheda
Il nome di Giuseppe Trombetti (Medicina 1824 - 1892) è uscito dal generale silenzio di chi si occupava di storia locale soltanto alcuni anni fa a seguito di ricerche archivistiche finalizzate a studiare il patrimonio musicale medicinese nel terzo centenario della morte del noto musicista carmelitano Elia Vannini, celebrato a Medicina e a Ravenna nel 2007 (si veda il mio articolo in “Brodo di Serpe” n. 7 del 2009). Fu in quell’occasione che presso l’Archivio Storico della Parrocchia di Medicina si trovarono diversi spartiti a stampa di musica sacra del “Maestro di musica Giuseppe Trombetti di Medicina”. Poiché tra tali spartiti spiccava un “Inno a San Mamante” – titolare della Parrocchia – composizione per “Banda e basso cantante”, si convenne di fornire alla Banda locale copia dello spartito perché verificasse se fosse possibile farlo eseguire in pubblico in un’occasione di rilievo. Dopo la scrupolosa orchestrazione, adeguata agli attuali strumenti e curata dal Maestro Ermanno Bacca, così poi avvenne con successo durante il concerto eseguito dalla stessa Banda e dal baritono Andrea Nobili nel dicembre 2015, nella chiesa arcipretale di San Mamante.
Nel frattempo da parte di alcuni interessati alla storia e alla cultura locali si erano iniziate ricerche per tentare di conoscere l’entità della produzione musicale del Trombetti; i risultati ottenuti fornirono inaspettatamente il frutto di un’attività di notevole rilevanza per numero, varietà e spessore. Oltre al nucleo di spartiti a stampa dell’Archivio parrocchiale, si scoprì nel catalogo della Biblioteca del Conservatorio e dell’Accademia Musicale di Bologna un notevole numero di composizioni edite e manoscritte e, grazie agli amici medicinesi abili frequentatori di siti informatici, come Bruno Capellari, Raffaele Romano Gattei e il dinamico ricercatore Filippo Galetti, si resero note altre diverse opere, tra manoscritti, pubblicazioni strumentali e vocali, ed anche “dissertazioni” di carattere teorico, contenute nel “Catalogo unico dell’Istituto Centrale OPAC SBN”. Tale notevole materiale dava indiscussa consistenza alla figura dell’ormai quasi ignoto musicista, per cui le ricerche – non di carattere specialistico musicale che avrebbero richiesto ben altre competenze – via via si orientavano a conoscere la personalità e la storia umana del “Maestro di Musica”, il quale si premurava di fregiarsi nelle proprie composizioni anche del titolo “da (o di) Medicina”.
Dalle prime ricerche condotte presso l’Archivio parrocchiale locale si apprendeva che Giuseppe Trombetti era nato appunto a Medicina da Innocenzo, possidente, l’8 ottobre 1824, e dalla sua prima moglie Maria Martelli, e che era morto a Medicina nell’abitazione di Via Saffi n. 56 il 20 gennaio 1892. Una prima sommaria indagine nell’Archivio comunale ci informava che per diversi anni Trombetti era stato consigliere comunale e membro della Giunta con delega all’istruzione, ed inoltre aveva svolto le funzioni di Delegato Scolastico mandamentale ed esercitato con puntualità e autorevolezza le funzioni di Giudice conciliatore, oltre a ricoprire con rigore il ruolo di vicedirettore della Banda municipale. A fronte di un’attività di così rilevante spicco nella vita pubblica medicinese non mi rendevo conto del motivo per cui l’attento Giuseppe Simoni non ne avesse fatto menzione nella sua Cronistoria del Comune di Medicina, tra i personaggi illustri.
Fu quindi una vera sorpresa trovare poi un manoscritto dello stesso Simoni contenente numerose bozze biografiche di medicinesi illustri, tra le quali figurava un ampio spazio dedicato a Giuseppe Trombetti. Mi resi subito conto dell’importanza del profilo tracciato dal Simoni in quanto concittadino e contemporaneo estimatore del Trombetti, e presto compresi il motivo per cui il testo non era stato inserito tra gli uomini illustri medicinesi del passato. Alla data di edizione della Cronistoria, 1880, il Trombetti infatti era ancora vivente: lo storico scrittore scrive perciò l’elogiativa biografia soltanto dopo la morte del soggetto, avvenuta nel gennaio 1892, il che fa pensare ad un possibile progetto di una specifica edizione, curata dal cronista locale, in cui inserire insieme ad altri eventuali personaggi l’ancora ben ricordata figura di Giuseppe Trombetti. Come si noterà esaminando il profilo biografico manoscritto redatto dal Simoni – che qui di seguito viene finalmente pubblicato – la descrizione della figura di Giuseppe Trombetti non è tanto focalizzata sulla sua attività musicale – che pure non manca – quanto piuttosto tesa a metterne in luce la vivacità intellettuale di intelligente e dotato autodidatta, e soprattutto a documentarne l’impegno civile di sensibile cittadino “benestante” dedicato con disinteresse, passione e autorevolezza al servizio della propria comunità dove, celibe, sempre visse tenuto in generale considerazione. Un cittadino medicinese della seconda metà dell’Ottocento che, oltre a essersi speso generosamente e con impegno nella vita politica e culturale del suo paese, ci ha lasciato un non esiguo numero di composizioni musicali riconosciute dai contemporanei degne di apprezzamento, non può ritornare nella dimenticanza dei concittadini nostri contemporanei. Ci auguriamo quindi di potere ascoltare ancora brani di questo nostro riscoperto musicista scelti tra le varie composizioni strumentali e vocali che ci sono pervenute, il cui attuale elenco, non solo per completezza di informazione, viene allegato al termine del presente articolo.
Trascrizione del testo di Giuseppe Simoni:“Trombetti Giuseppe d’Innocenzo piccolo possidente e ragioniere, e di Maria Martelli, nacque il 14, 8bre (sic) 1824. Fece gli studi puramente elementari nelle nostre Scuole Comunali. Ingegno positivo, carattere tenace, pensatore critico, pacifico cittadino, esemplare per costumatezza, per amabilità. Da giovinetto si sentì trasportato per le scienze positive, per la matematica e con particolare predilezione alla meccanica di cui si occupò studiando da sé qualche trattato scientifico. Con intuito naturale parlava di cotest’arte come un provetto scienziato e discuteva problemi difficili con fine argomentazione. Si accinse a fabbricare talune macchine molto complicate, lavorando da sé pezzo per pezzo tanto in ferro che in legno; bisognava vedere ed esaminare quei lavori per formarsi un concetto del valore artistico del nostro Trombetti tanto come meccanico e come artista in mano d’opera la più perfetta. Ci lasciò incompleti tre organi fisarmoniche, uno dei quali suonava anco a manubrio; costruì un’ottima fisarmonica a mantice a mano, fece molti altri lavori di minor conto sempre riusciti eccellenti per concetto e per arte. Studiò da sé, senza soccorso di maestro, l’arte musicale in cui prese tale passione d’abbandonare quasi totalmente la diletta sua meccanica da lasciare incompleti gl’intrapresi lavori dei tre organi e la esecuzione di un orologio complicatissimo nel suo organismo, il quale segnava le ore, doveva indicare i giorni del mese e gli anni e le fasi lunari. [Nota successivamente aggiunta al testo dall’autore]: Non ci fu possibile ottenere dai suoi eredi la compiacenza di esaminare cotesto lavoro fornito di tavole, pezzo per pezzo, meno poi la relazione scritta dallo stesso autore. Tutto è andato perduto e disperso. Dall’istituto musicale di Bologna fu insignito del grado di Maestro in contrappunto. Non poche furono le composizioni musicate e pubblicate dal Maestro Trombetti; persone competenti nell’arte di Euterpe le giudicarono meritevoli di lodi. Volle dedicata una sua composizione musicale al Re d’Italia, e a dimostrazione di gradimento dalla Casa Reale ebbe un prezioso anello d’oro. Dopo l’entrata in Roma delle truppe italiane per la breccia di Porta Pia, compose una marcia trionfale che offrì con dedica al Generale in Capo Cadorna, e n’ottenne un regalo altrettanto prezioso. Nella sua virilità il Trombetti si compiacque degli studi filosofici dell’epoca seguendo la scuola di Gioberti contro Rosmini; in coteste quistioni (sic) accademiche, con parola facile e calda addimostrò sempre acutezza d’ingegno; così pure nella quistione del Socialismo, sebbene molto prudente, manifestò idee generali sue proprie, senza conoscere a fondo li svariati sistemi filosofici della quistione sociale, ciò non dimeno sentenziava con penetrativa dal suo punto di vista.
Dall’anno 1860 al 1883, in tutti i comizi amministrativi fu sempre eletto a Consigliere Comunale [Nota aggiunta al testo]: Dal partito Rangoniano allora imperante a Medicina (1883) furono combattute accanitamente le nomine a Consigliere Comunale di tutte le persone e dipendenti o ribelli al detto partito e fra gli altri ebbe pure l’esclusione perché carattere non servile. Giuseppe Trombetti [però] quasi sempre appartenne alla Giunta. La sua parola facile e rude era ascoltata con interesse, i suoi discorsi sintetici, incisivi ammutolivano più di un oratore avversario. Nella grave quistione della rivendicazione al Comune dei beni patrimoniali delle due Partecipanze, Giuseppe Trombetti fu uno dei strenui difensori del Municipio nei dieci anni di cotesta lite; desso scrisse e pubblicò vari opuscoli su cotesta quistione. Rimarrà indimenticabile il Consiglio Comunale del 28 7bre 1871… nel quale venne trattato a fondo un progetto di transizione sulla rivendicazione e del patrimonio della Partecipanza di Medicina. Il Prefetto Bardessono in persona si presentò al Consiglio per caldeggiare cotesto progetto, ma tante e tali furono le assennate osservazioni esposte in vari discorsi del consigliere Trombetti che lo stesso Prefetto dovette ricredersi e ringraziare l’oratore di avergli messo sottocchio argomenti convincenti fino allora ignorati; per la qual cosa dichiarò di voler emendare la prima sua proposta sulla base delle inconfutabili ragioni esposte dal consigliere Trombetti. Il progetto prefettizio venne modificato, poscia accettato dal Consiglio Comunale e da quello della Partecipanza con la clausola dell’approvazione degli amministrati partecipanti legalmente interpellati. [Nota aggiunta]: Quando il presidente della Partecipanza si presentò davanti al Consiglio Comunale con l’atto di approvazione di quello della Partecipanza, il Trombetti ad alta voce disse: “sarà questa la buona volta? ...io ne dubito!” e colse nel segno! Una volta respinto il progetto concordia sulle idee del Trombetti, il Prefetto sdegnato per tanto rifiuto lo chiamò a sé e gli offrì la carica di Sindaco Comunale onde definire la lite della rivendicazione davanti ai tribunali. Se non che Giuseppe Trombetti alieno, per la mite sua natura di voler assumere una responsabilità di cotanto incarico pubblico, declinò l’onorifica proposta; ciò nonostante il Governo del Re con speciale decreto conferì la carica di Sindaco di Medicina allo stesso Trombetti, il quale tenne fermo nel suo rifiuto. Per quindici anni non interrotti gli venne confermato dal Consiglio Comunale e dal Governo l’importante carica di Conciliatore pubblico, e desso colla scrupolosa sua esattezza riuscì il tipo perfetto del Giudice cittadino come venne concepito dalla mente del legislatore: inappuntabile alle sedute settimanali, calmo, dignitoso, imparziale, ragionatore convincente, tutti coloro ch’ebbero occasione di presentarsi avanti al Conciliatore Trombetti rimasero compenetrati da rispettosa venerazione verso al preclaro Giudice cittadino. Di costituzione fisica assai debole, e cagionevole di salute, senza l’inappuntabile suo metodo di vita sobria e riguardosa non avrebbe potuto arrivare al suo 67° anno in cui dopo lento malore cessò di vivere alli 19 gennaio 1892”.
Composizioni ufficialmente censite o citate da fonti storiche:Ouvertur (sic) Marcia per pianoforte per la distribuzione dei premi agli scolari.1867,’68,’69, Ed. Luigi Trebbi, Bologna, Archivio Storico Parrocchiale Medicina (= ASPM); Del Venerdì Santo 9 composizioni per orchestra, cantanti obbligati e cori, Ed. L. Trebbi, Bologna, 1873, Biblioteca Accademia Filarmonica Bologna (= BAFB); Gloria Patri, per soprano e organo, versione in italiano di Pasquale Orlandi, Ed. Trebbi, Bologna 1876, (ASPM); Inno a San Mamante, per Banda e Basso cantante, 1880, Ed. Trebbi, Bologna 1880, (ASPM); Dodici composizioni per canto e pianoforte, Ed. L. Trebbi, Bologna 1886, Biblioteca Conservatorio Santa Cecilia Roma (=BCSCR); Il Fischio, allegro per pianoforte, per la prima corsa del tronco ferroviario Medicina-Bologna, Ed. Trebbi, Bologna 1887, (BCSCR); Dissertazione del Maestro Giuseppe Trombetti da Medicina sulla nuova maniera di comporre la musica per più di un cantante con o senza istrumenti, Ed. Toffaloni, Medicina 1888; Biblioteca della Musica Bologna (= BMB); Biblioteca Conservatorio G.B.Martini Bologna (=BCB); Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze; Biblioteca Conservatorio B. Marcello Venezia; Salve Regina, per tenore, baritono e orchestra, Ed. C. Venturi, Bologna 1888; (BCSCR); (BMB); Messa in partitura a tutt’orchestra, Ed. L. Trebbi, 1883(?). Biblioteca Universitaria Bologna; Piccola cantata per baritono e pianoforte, parole di Carmelo Errico, Ed. Carlo Venturi, Bologna, senza data ( = s.d.), (BCSCR); Commemorazione Roma conquistata, suonata in tempo di marcia per pianoforte a 4 mani, Ed. L. Trebbi, s.d., Bologna. (BCSCR); De profundis e Requiem, per sette voci, Ed. L. Trebbi, Bologna, s.d.; Biblioteca Finalese, Finale Ligure, SV; Recitativo, aria, duetto, terzetto per soprano, tenore, baritono a piena orchestra, Ed. L.Trebbi, Bologna, s.d., (BMB); Fuga a 5, manoscritto, senza data (= s.d.), Biblioteca Accademia Filarmonica, Bologna (= BAFB); Quoniam tu solus sanctus, a quattro voci, manoscritto s.d, (BAFB); Sinfonia per grande orchestra, manoscritto, s.d., (BAFB); Composizione musicale dedicata al Re d’Italia, s.d. (Opera citata da G. Simoni); Marcia trionfale in occasione dell’ingresso delle truppe italiane in Roma, s.d., (Opera citata da G. Simoni).
Luigi Samoggia
Testo tratto da "Brodo di serpe - Miscellanea di cose medicinesi", Associazione Pro Loco Medicina, n. 14, ottobre 2016.