Scheda
Savino Savini, «raro esempio di integerrimo cittadino e di invitto patriota», come lo descrive A. Pancrazi, nacque a Bologna il 1° di ottobre 1813 da Carlo Antonio e da Teresa dei conti Carati. Si dedicò allo studio della filosofia e della letteratura. Sin da giovane si cimentò nella scrittura di testi teatrali e nel 1831 sottopose una propria commedia all’attore Gustavo Modena, che si trovava a Bologna con la propria compagnia; l’attore non acconsentì a rappresentarla, ma questo non indusse Savini ad abbandonare il percorso intrapreso come scrittore per il teatro. Alcune sue composizioni raggiunsero una certa notorietà. Nel 1837 Savini sposò Teresa, figlia del celebre medico Francesco Mondini e si laureò in matematica nel 1838. Nello stesso anno morì il padre Carlo Antonio e Savino avrebbe voluto pubblicarne la biografia, ma ciò gli venne vietato dall’Arcivescovo Oppizzoni poiché il padre aveva ricoperto un ruolo di rilievo nei moti del 1831. Rilevante fu la sua attività di pubblicista. Fondò e diresse “La Parola” (1841-1844), settimanale di curiosità letterarie nel quale inseriva propri articoli; tale attività era nota alla polizia che inviò al Cardinal Legato un rapporto indicante Savini come aderente ai Sansimoniani bolognesi, un gruppo di cospiratori che si rifacevano al pensiero di Saint-Simon divulgato a Bologna da Gabriello Rossi. Alla redazione della testata contribuiva l’avvocato Giuseppe Camillo Mattioli. Il periodico non manifestava in realtà idee sovversive, nonostante ciò Savini era considerato sospetto sulla base del passato politico del padre e dei propri legami d’amicizia con esponenti del liberalismo radicale bolognese come Mattioli e l’avvocato Giuseppe Galletti. Questi, coinvolti nella “cospirazione romana” del 1844, furono condannati alla prigione a vita nel 1845 e poi liberati due anni dopo dall’amnistia di Pio IX.
Savini partecipò ai congressi degli scienziati italiani a Firenze (1841), a Padova (1842), a Milano (1844), e a Napoli (1845). In tali riunioni Savini presentò alcune sue relazioni e ampliò la cerchia delle conoscenze e amicizie. In quegli anni infatti entrò in rapporto con i milanesi Cesare Correnti, Carlo Tenca e altri esponenti della “Rivista Europea”, nelle cui idee progressiste si ritrovava. Entrò in assidua corrispondenza con Gian Pietro Vieusseux, scrittore ed editore italiano di origine svizzero-francese, uno dei principali tramiti tra cultura italiana e quella europea, ma non mancarono i contatti pure con scrittori coinvolti nell’ambito politico e patriottico italiano come Niccolò Tommaseo, Angelo Brofferio e Ilarione Petitti. Nel 1847 cominciò la sua collaborazione con Giuseppe Massari, direttore del neonato giornale torinese “Il mondo illustrato”, fondato dall’editore Pomba. L’attività di Savini consisteva nel fornire notizie, elementi per biografie e altri documenti. Il pubblicista bolognese contava numerose amicizie sia tra i moderati guidati da Marco Minghetti che fra i radicali guidati da Livio Zambeccari. Dopo che Pio IX ebbe nuovamente assunto posizioni in linea con la tradizione e fallita la “guerra regia”, Savini si orientò verso posizioni più radicali. Nel 1848 seguì la colonna di Zambeccari verso Modena, forse in modo simile a un corrispondente di guerra ante litteram. Fu poi a Parma e Milano, svolgendo probabilmente incarichi come emissario dei governi provvisori emiliani; tornato a Bologna, lavorò per convincere ufficiali e militari dell’esercito napoletano, comandati da Guglielmo Pepe, a sposare la causa italiana. Dopo l’8 agosto Savini si avvicinò di più alla corrente democratica e collaborò all’istituzione del Circolo Popolare, del quale elaborò lo statuto e fu vicepresidente. Il circolo era nato con finalità eminentemente educative e solidaristiche, che però non trovarono attuazione.
Egli si avvicinò all’idea di repubblica sostenuta da Mazzini, che lo considerava tra i pochi bolognesi degni di totale fiducia. Eletto nel gennaio del 1849 all’Assemblea Costituente Romana (assieme a Quirico Filopanti, Giuseppe Galletti e Livio Zambeccari) partecipò nel febbraio alla proclamazione della Repubblica Romana. Fu scelto dall’Assemblea per essere tra gli incaricati di curare i rapporti tra il Triunvirato, i Ministri e l’Assemblea stessa. Nell’attività che ne seguì entrò in una entusiastica collaborazione con Mazzini ed ebbe frequenti contatti con Garibaldi, Mameli, Orsini e Saffi. Caduta la Repubblica Romana nel luglio 1849 Savini si rifugiò prima a San Marino poi in Toscana (fino al 1850) e infine ottenne di entrare in Piemonte. Ciò fu possibile anche grazie alla raccomandazione dei conti Gozzadini presso d’Azeglio e di Vieusseux presso l’editore Pomba. Per mantenersi durante la sua permanenza in Piemonte si dedicò a varie attività: insegnamento di filosofia e di matematica in scuole pubbliche e collegi, correttore di bozze, commercio librario, segretario di redazione del “Gran Dizionario della Lingua Italiana” diretto da Tommaseo per le edizioni Pomba, scrittura di articoli su periodici, elogi funebri. Nel 1851 fu inoltre segretario generale della Società dell’Emigrazione Italiana in Torino, che si occupava di sostenere con mezzi propri e donazioni gli emigrati politici. Nel 1859 Savini pensò che la situazione politica gli consentisse ormai di tornare a Bologna dalla moglie e dai figli e si rivolse a Minghetti offrendosi di operare per la monarchia sabauda e per l’indipendenza italiana come aveva operato per la Repubblica Romana, ma Minghetti non gli fece pervenire alcuna risposta. Quando Savini rientrò comunque a Bologna dopo la liberazione del 12 giugno 1859, Ulisse Bandera, amico di tutta una vita e direttore della polizia, si adoperò per procurare a Savini la carica onorifica di Vice-Rettore dell’Università di Bologna, ma Savini morì di malattia due mesi dopo il suo ritorno, il 5 settembre, prima di ricevere questo riconoscimento. Tra i vari carteggi di Savini sono noti quelli in ambito bolognese con la contessa Maria Teresa di Serego Allighieri Gozzadini, con il conte Carlo Pepoli e con Ulisse Bandera.
Materiali a stampa e manoscritti fanno parte del fondo speciale “Carlo Antonio e Savino Savini” conservato presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Gran parte di tale fondo è però andata dispersa durante il bombardamento del 9 gennaio 1944. Nel 2017 sono pervenute al Museo del Risorgimento di Bologna (per dono da parte di discendenti di Savini) otto lettere scritte da Gian Pietro Vieusseux alla moglie di Savino Savini, assieme ad altro materiale. Le lettere risalgono agli anni 1849-59 e contengono riferimenti agli spostamenti di Savini successivi alla fuga dopo la caduta della Repubblica Romana. Da queste emergono sia il sostegno prestato da Vieusseux durante l’esilio di Savini sia i suoi sforzi per far rientrare Savini prima in Toscana e poi a Bologna. L’ultima lettera esprime il dolore di Vieusseux e di altri amici per la morte di Savini e la partecipazione alla sofferenza della famiglia. Presso la Biblioteca del Museo del Risorgimento di Bologna sono conservati pure un ritratto di Savini, il Biglietto di Ammissione di Savini alla Sesta Riunione degli Scienziati Italiani (Milano 1844) oltre a suoi scritti comparsi su “Il Mondo Illustrato”. Opere a stampa sono conservate presso la Biblioteca Universitaria di Bologna. E' sepolto nel Cimitero della Certosa, Sala delle Tombe n. 23.
Stefano Lollini
In collaborazione con Biblioteca Universitaria di Bologna. Bibliografia: A. Pancrazi, Lettere della contessa Maria Teresa Gozzadini, in “Rivista storica del Risorgimento Italiano”, VII e VIII, a. I, vol. I, 1896; G. Natali, Un patriota bolognese del Risorgimento: Savino Savini, in “Bollettino del Museo del Risorgimento di Bologna”, I (1956), 1, pp. 82-101; C. Pepoli, Quattro lettere a Savino Savini, ibid., pp. 102-105; A. Cottignoli, Ottocento inedito: Savino Savini e la “Rivista Europea”(con lettere del Tenca e del Correnti), in “Strenna storica bolognese”, XXXIV (1984) pp. 109-117; A. Preti, Per una riflessione critica sul 1848 bolognese, in “Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le Province di Romagna” 1993, pp. 323-342; A. Berselli, Da Napoleone alla Grande Guerra, in Storia di Bologna. 4.I: Bologna in età contemporanea (1796 -1914), a cura di A. Berselli - A. Varni, Bologna, Bononia University Press, 2010, pp. 1-135; R. Balzani, Savini, Savino, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 90, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana – Treccani, 2017