Scheda
A differenza dei colleghi maschi, riformati o richiamati, le professoresse della Scuola Normale “Laura Bassi” non ebbero naturalmente a patire le incertezze del reclutamento. Eppure una di loro alla fine del conflitto fu insignita di medaglia d’oro e altre cooperarono con l’insegnamento, l’incoraggiamento e l’azione al conforto delle allieve, delle famiglie, dei soldati. La personalità più significativa, dal carattere indomito e dalla notorietà più che cittadina, è senza dubbio Brigida – Gida – Rossi, la cui intera vita fu dedicata alla scuola, alla filantropia e alla patria, e la cui biografia ci è narrata da lei stessa, con qualche enfasi ma con allegra autoironia e con il tono energicamente brioso che doveva esserle proprio, nel volume: Da ieri a oggi. "Le memorie di una vecchia zitella", edito a Bologna da Cappelli nel 1934.
Nata a Brescia nel 1862, diplomatasi al Corso Superiore di Magistero a Roma, la Rossi fa le sue prime esperienze d’insegnamento a Pistoia ed è poi trasferita a Bologna presso la R. Scuola Normale “Laura Bassi” come docente di Storia e Geografia a partire dall’anno scolastico 1887/88. A Bologna, nel 1903, diventa direttrice del Ricreatorio Operaio Femminile appena fondato, e quando, in seguito al distruttivo terremoto di Messina, la regina Elena incaricò la contessa bolognese Lina Cavazza di organizzare un laboratorio nella città siciliana, quest’ultima si rivolse alla Rossi perché impiantasse anche a Messina un ricreatorio festivo e cooperasse al molto lavoro del laboratorio: cosa che la Rossi fece brillantemente nell’estate del 1909.
Si deve dunque probabilmente alla conoscenza con la contessa Cavazza e all’ottima prova data a Messina come organizzatrice e lavoratrice instancabile il fatto che, quando allo scoppio del conflitto mondiale la contessa istituì a Bologna l’Ufficio per Notizie alle famiglie dei Militari di terra e di mare, la Rossi ne divenne Ispettrice generale. Così “la Gida” sintetizza la sua attività e quella di tantissime altre donne che collaborarono all’Ufficio Notizie: "Io conobbi l’Ufficio attraverso tutta l’Italia; in sé e come centro propulsore di un numero infinito di altre opere di assistenza. Solo per se stesso, esso fu una delle istituzioni che meglio portava l’impronta della genialità italiana; ed era nostro, tutto nostro, femminile, di donne e per donne. Concepire un ufficio che nel lavoro paziente di migliaia e migliaia di modeste api operaie, formasse un tutto armonico e grandioso; far sentire sempre vicino al combattente, continua ed amorosa la sollecitudine della famiglia, anche quando la famiglia non poteva corrispondere col caro lontano; trovare ingegnosamente il meccanismo, che consacra col fatto il proverbio: nessuna nuova buona nuova, e calmare così le ansie spasmodiche di tante madri e spose e figlie e sorelle: ecco l’opera di una donna, la Contessa Lina Cavazza, cui risposero con slancio 25 mila altre donne.All’Ufficio Notizie di Bologna, centro nevralgico di tutti gli uffici locali, affluivano dagli Stabilimenti militari da campo, dai Corpi Mobilitati […] a mezzo dei Cappellani militari, tutte le notizie tristi […] Affluivano contemporaneamente dalle retrovie le stesse tristi notizie raccolte dalle nostre 90 sezioni e sottosezioni principali d’Italia (una in ciascun distretto militare e capoluogo di provincia), a mezzo delle visitatrici degli Ospedali e dei Reparti di Reggimento".
Muore nel 1938. Riposa in un passaggio tra il Cortile della Chiesa e il Campo Nuovo della Certosa di Bologna. Alla Rossi è stata anche dedicata una scuola materna nel quartiere Borgo Panigale.
Maria Giovanna Bertani
Note: Fu presidente del Comitato Femminile pro Mutilati ed Invalidi di guerra. Socia benemerita della Casa di Riposo "Elena di Savoia" pro Madri e Vedove di Caduti in guerra, elargì a questa istituzione parte dei proventi delle sue Conferenze storico-artistiche, nonché un'ulteriore somma quando lasciò l'insegnamento. Nel 1928 offrì alla Casa stessa 500 lire affinché venisse istituito un letto in memoria della madre, Teresa Calati.