Note sintetiche
Scheda
RIZZI UMBERTO
Nato a Mirandola (Mo) nel 1903 - morto a Bologna nel 1965)
Nella sua prima edizione dell'anno 1930, dopo avere descritto la chiesa di San Giuseppe e l'attiguo convento dei Cappuccini fuori porta Saragozza, la nota Guida di Bologna di Ricci e Zucchini estende la propria attenzione all'antistante giardino pubblico, notandovi al centro la statua di San Francesco, modellata da Mario Sarto, posta sulla sommità della colonna «sorta nel 1926 su disegno di Umberto Rizzi». Forse è questa l'unica memoria affidata alle stampe dell'architetto Umberto Rizzi, nato a Mirandola il 23 maggio 1903 e scomparso il 15 novembre 1965, a pochi mesi dal suo collocamento a riposo dopo quarantasei anni di servizio presso l'Ufficio tecnico comunale di Bologna. Un servizio sostanzialmente ininterrotto, se si esclude un breve periodo trascorso sul finire degli anni trenta a Milano, presso quell'Amministrazione provinciale, e il servizio militare nella difesa contraerea dal novembre 1942 all'armistizio dell'8 settembre 1943, prima in Sicilia, poi a Treviso e infine a Bologna.
Diplomato in Architettura e decorazione all'Accademia di belle arti di Bologna nel luglio 1920, Umberto Rizzi fu assunto il 17 novembre 1923 dal Comune di Bologna come «disegnatore avventizio», ma da subito non si limitò a semplici mansioni esecutive, corrispondenti alla qualifica che gli era stata assegnata.
La sua alta qualità di raffinato disegnatore e il suo innato equilibrio compositivo vennero ben presto notati da dirigenti dell'Ufficio tecnico comunale, che se ne avvalsero per affinare e qualificare i propri progetti, nei quali la firma di Umberto Rizzi non appare quasi mai. E quando vi appariva lo era in subordine - anche se in realtà avrebbe dovuto figurare come quella del principale protagonista - come nel caso del prospetto del teatro Comunale, dove l'abilità compositiva di Umberto Rizzi riuscì, nel 1934, ad armonizzare sapientemente l'antico portico di Bibiena con la fronte del nuovo foyer; una fronte che sembra sorridere nella sua serena levità, libera da eccessi stilistici anche se consonante con i tradizionali moduli compositivi bolognesi.
Nello stesso anno 1934, la legge 1395 del 24 giugno 1923 consente a Umberto Rizzi l'iscrizione all'albo degli architetti dell'Emilia-Romagna, ma sarà un'iscrizione puramente formale col solo effetto pratico della promozione a professore di architettura ad personam nell'Ufficio tecnico comunale. L'innata modestia e la sorridente ritrosia a presentarsi in campo professionale come protagonista indurranno Rizzi a operare sempre come comprimario - defilato ancorché validissimo - nelle vicende architettoniche bolognesi fra gli anni trenta e sessanta, sia in campo
privato, come collaboratore di molti affermati professionisti, sia in campo pubblico, come tecnico comunale.
Insieme con l'amico ingegnere Piero Gualandi si classifica al secondo posto nel concorso del 1936 per l'imbocco della via Roma (oggi via Marconi). Con l'ingegnere Libero Negrini progetta nel 1938 la sede del gruppo rionale fascista Tabanelli (oggi sede di uffici del Ministero delle Finanze in angolo fra viale Pietramellara e via Don Minzoni). Quasi a riprova della sua intelligente versatilità, mentre collabora con due dei più affermati ingegneri «strutturisti» di Bologna, Gherardini e Rabbi, qualificando con il suo segno elegante grafici di struttura per loro natura aridi e freddi, produce a piene mani vedute prospettiche di ampio respiro, a colori e in bianco e nero, per i più svariati committenti; se ne avvalgono - tanto per citare qualche caso - Giuseppe Vaccaro per un suo progetto di nuovi edifici nel piazzale della Stazione ferroviaria di Bologna, e, negli anni trenta, la Cooperativa per la costruzione e il risanamento di case per i lavoratori in Bologna, per pubblicizzare alcuni suoi interventi nella Bolognina, nel rione Libia e fuori porta Sant'Isaia.
[FRANCO BERGONZONI]
A Umberto Rizzi si deve anche buona parte dei progetti più validi prodotti dall'Ufficio tecnico comunale fino agli inizi degli anni sessanta. Ebbe certamente parte, negli anni trenta, nella sistemazione della piazza Umberto I (oggi piazza dei Martiri) e della fronte della Montagnola verso la piazza VIII Agosto; suoi, nel dopoguerra, i mercati di via San Donato e di via Bassi e le scuole Irnerio in via Finelli e Guido Reni in vicolo Bolognetti.
Opere, queste, che emergono dalla coeva edilizia pubblica bolognese del dopoguerra, in genere sciatta e ripetitiva, per il loro equilibrio formale e funzionale. Proprio nell'equilibrio - mai smentito in quattro decenni di attività - credo si possa ravvisare il tratto distintivo di Umberto Rizzi, architetto bolognese in ombra per propria scelta, [FRANCO BERGONZONI]
Bibliografia: "Norma e arbitrio: architetti e ingegneri a Bologna 1850-1950" di G. Gresleri (a cura di), P. G. Massaretti (a cura di), Marsilio 2001