Note sintetiche
Onorificenze
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Entrato tra i primi nella resistenza si distingueva per generosità e perizia. Nel corso di un attacco nemico di sorpresa si batteva con la sua arma con audace determinazione contro rincalzante avversario, dando modo ai commilitoni di sistemarsi in difesa, finché colpito a morte, cadeva per la libertà della Patria.
Purocielo (Emilia Romagna), 13 ottobre 1944
Scheda
Livio Poletti, da Vincenzo e Geltrude Manzoni; nato il 16 novembre 1908 a Imola; ivi residente nel 1943. 3ª elementare. Bracciante.
Iscritto al PCI.
Il 6 dicembre 1930 fu arrestato, unitamente ad altri 88 antifascisti imolesi, tra i quali i fratelli Enrico e Guerrino, per «associazione, propaganda sovversiva e detenzione di armi». Deferito al Tribunale speciale, il 23 giugno 1931 fu condannato a 3 anni, un mese e 5 giorni di reclusione più 3 anni di libertà vigilata. Il 16 ottobre 1931 fu respinta la sua domanda di grazia. Scontò parte della pena nel penitenziario di Alessandria dal quale fu liberato il 7 novembre 1932 a seguito della concessione dell'amnistia per il decennale fascista.
Si trasferì prima a Faenza (RA) e successivamente a Mordano dove il 22 ottobre 1930 venne fermato e trattenuto per alcuni giorni, in occasione della «visita di un altissimo personaggio» a Bologna. Trasferiteso a Imola nel 1939, negli anni seguenti subì numerosi controlli da parte della polizia, l'ultimo dei quali il 10 maggio 1942.
Il 4 novembre 1943 , con Adelmo Bartolini, giustiziò in via Sassi a Imola Gernando Barani il comandante della 68ª legione della MVSN imolese. Fu arrestato il giorno stesso e trattenuto in carcere per oltre un mese, senza tradirsi. Appena tornato in libertà, salì sull’Appennino imolese ed entrò a far parte dei gruppi che poi daranno vita alla 36ª brigata Bianconcini Garibaldi.
Prese parte ai principali combattimenti che la brigata sostenne nella primavera-estate. La mattina dell’11 ottobre 1944 si trovava a Cà di Gostino a Santa Maria di Purocielo (Brisighella - RA) quando i tedeschi attaccarono di sorpresa e in forze il comando della brigata. Fu uno dei primi a cadere nel combattimento, con numerosi comandanti della formazione tra i quali Roberto Gherardi, Antonio Mereu e Mario Saba. La moglie Livia Venturini cadde nella Resistenza.
Gli è stata conferita la medaglia d'argento al valor militare alla memoria.
Riconosciuto partigiano dal 10 settembre 1943 all'11 ottobre 1944. [O]
E' ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.