Scheda
"Luigi Paradisi incisore bolognese, residente a Bologna, I suoi lavori figurano in molte Esposizioni. A Milano, espose: I novellieri fiorentini dal dipinto di Cabianca; L'incontro di Dante con Beatrice, esposto pure a Napoli ed a Venezia; Galileo davanti agli inquisitori; Il povero uccellatore e Il ritratto di S. M. Il Re Vittorio Emanuele, incisione a bulino. A Napoli, nel 1877, espose Pier Capponi al cospetto di Carlo VII che pure espose a Venezia e a Torino; a Venezia, nel 1881, Lung'Arno di Firenze; finalmente a Torino, nel 1884, Domenico Cimarosa che concerta una mandolinata; Torquato Tasso in Sant'Onofrio a Roma e L'allegoria dei mali della guerra." (Tratto dal 'Dizionario degli artisti italiani viventi', ed Gonnelli, Angelo De Gubernatis, 1906).
Citato dal Masini (1884, p. 32) insime ad Antonio Marchi, Pietro Suppini, Giusppe Foresti, Anacleto Guadagnini e Achille Lega (tutti vincitori di premi curlandesi) che costituivano "la vivente famiglia degli incisori di Bologna", il Paradisi è uno degli esponenti più in vista della seconda generazione ottocentesca, legato a Gaetano Guadagnini. Il suo successo, oltre che dal rilevante numero di opere commisionategli, è testimoniato altresì dalle frequenti vittorie ai concorsi accademici. Aveva vinto, già nel 1837, un premio scolastico d'incisione. Nel 1840 conquistò il premio grande dell'Accademia. Nel concorso curlandese, oltre ai premi del 1838 e del 1849, riportò vittorie nel 1876 (Soggetto di genere), e nel 1882 (Una mandolinata), nel 1888 (Una Madonna), in anni, cioè, che videro affermarsi una diversa organizzazione degli insegnamenti accademici, e di quello d'incisione in particolare. Le nuove ricerche tecniche, l'adeguarsi alle strutture della riproduzione massiccia, sono indicate dai suoi rapporti con la Società dei Compositori tipografi, cui, nel 1869, donò una prova del ritratto del martire bolognese Ugo Bassi (lettera pubblicata sul Monitore di Bologna, 7 agosto 1869, ove si legge chiaramente la tendenza antiaustriaca e liberale dell'incisore). "Dopo i trovati della litografia e della fotografia", afferma il Masini, "rimase quest'arte (l'incisione) quasi paralizzata, sì che oggi pochissimi ne sono i professanti, e non ne restano che due a sostenere l'onore: Luigi Paradisi ed Anacleto Guadagnini". Le molte opere figurative del Paradisi sono tratte da autori diversi, con prevalenza del momento rinascimentale e gotico, da Firenze a Venezia e, tendenzialmente, con il ridimensionamento dell'ambiente emiliano, ormai non più protagonista della vicenda artistica e degli stessi itinerari turistici e culturali.
Rosalba D'Amico
Testo tratto da "I Concorsi Curlandesi". Bologna, Accademia di Belle Arti 1785-1870, catalogo della mostra, a cura di Renzo Grandi, Bologna, Galleria d’Arte Moderna, marzo-maggio; Museo Civico, giugno-luglio, 1980.