Scheda
Dina Pagan de’ Paganis nacque a Sulmona il 25 agosto 1891 da Virgilio e, a causa del lavoro del padre, si trasferì a Bergamo dove ottenne il diploma alla Regia Scuola Tecnica per poi frequentare l’Accademia di Belle Arti di Bologna conseguendo la licenza d’Ornato nella sessione di ottobre del 1916. Fu l’ambiente accademico a rivelare i primi dissidi interiori e il suo carattere tenace. Allieva del maestro Domenico Ferri, ne condivise lo stile e i dettami accademici, tanto da affermare: «[...] venni via quando al posto di Ferri, che si era ammalato, misero De Carolis, il decoratore del Salone del Podestà».
Durante la frequentazione dell'Accademia ebbe modo di avvicinarsi a Nino Corrado Corazza, Antonio Maria Nardi, Cleto Tomba, Alessandro Cervellati che la prendeva in giro per la erre alla francese, e Giovanni Romagnoli. Quest’ultimo fu l'artista che più la influenzò, un dato che si può cogliere soprattutto in Cure alla cara compagna (1947) e Vedute di neve (1957) del Comitato BSA, in cui si palesano simili scelte di luminanza cromatica e di limpidezza atmosferica. Ottenne l’abilitazione all’insegnamento del disegno, una risorsa economica che sfruttò tutta la vita con le lezioni private che diede nel suo studio di via Belle Arti 38. Terminati gli studi, il primo banco di prova furono, come per molti suoi colleghi, le Esposizioni della Società Francesco Francia. Appartengono a questo periodo due oli di grande fascino, un Ritratto di giovinetta (1915 circa) del Comitato BSA e una Natura morta con Rose e Specchi (1919) del MAMbo in deposito presso Palazzo d’Accursio. Dal 1929 partecipò alle mostre del Sindacato Fascista delle Belle Arti. In questo periodo indagò a più riprese la figura umana, e il punto di partenza fu se stessa. Con Autoritratto del 1930 la de’ Paganis aprì un nuovo capitolo stilistico, accogliendo la lezione dei Secessionisti. Il dipinto costituisce una testimonianza significativa della tecnica a pastello, come Musetta (1937) del MAMbo. La firma «Dina Pagan de’ Paganis» è presente, in color senape, in basso a destra.
Dipinse tutta la vita: dopo la guerra il suo stile virò a favore di impasti grumosi e materici, un esempio si trova presso la Galleria d’Arte Moderna di Cento. Nel 1975 fu organizzata una personale presso la Galleria l’Ariete di Bologna, in cui espose una trentina di opere, tra le più significative della sua produzione. Si spense a Bologna, il 12 febbraio 1982, all’età di novantuno anni. Presso il Comitato BSA si conserva un fondo di numerose opere dell’artista, donate dalla sorella.
Dina Pagan de’ Paganis (Sulmona, 1891 - Bologna, 1982), Autoritratto, pastello su cartoncino, 50 x 40 cm, 1930. Comitato per Bologna Storica e Artistica.
Francesca Sinigaglia
Bibliografia: A.N.F.A.L., Concorso femminile del ritratto, Sanremo, Villa Municipale, 1938. Almanacco della Donna Italiana, 1942 (XX), p. 378. F. Sinigaglia, Dina Pagan de’ Paganis, in punta di piedi tra i nascosti, in «Strenna Storica Bolognese», Ed. Patron, 2020.