Note sintetiche
Scheda
Luigi Orlandi, «Pietro», da Cesare e IIdegonda Bertoni; nato l’1 ottobre 1909 a Bologna; ivi residente nel 1943. 2ª istituto tecnico. Operaio modellatore meccanico. Attivo politicamente fin dal 1924, divenne militante del PCI dall'ottobre 1930 e poco dopo funzionario dello stesso, con l'incarico di organizzatore su scala regionale.
In collaborazione con Teresa Noce, fu tra i promotori dello sciopero delle mondine attuato nel giugno 1931 nelle risaie di Medicina.
Ricercato dall'estate del 1931, in seguito alla scoperta dell'organizzazione comunista di Parma, venne deferito al Tribunale speciale. Successivamente il suo nome fu stralciato, con sentenza istruttoria del 28 gennaio 1932, perché latitante. Espatriato clandestinamente, rientrò più volte in Italia, per svolgervi attività antifascista; fu arrestato il 29 febbraio 1932 a causa della scoperta dell'organizzazione comunista operante a Venezia ed a Treviso.
Incarcerato a Venezia, fu deferito nuovamente al Tribunale speciale, accusato di associazione e propaganda sovversiva; con sentenza del 14 luglio 1932 fu condannato a 9 anni di reclusione. Dal carcere di Roma fu trasferito a quello di Fossano (CN), dove restò rinchiuso fino al 4 febbraio 1936. Tornato in libertà, riprese immediatamente l'attività politica. Nell'ottobre 1938, malgrado gli fosse stata comunicata l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, fu richiamato alle armi e con altri - fra i quali diversi qualificati antifascisti - inviato in Libia, da dove rientrò in Italia nella primavera del 1939. Venne arrestato per misure precauzionali nell'imminenza del 1° maggio e per la venuta di Hitler in Italia. Si trasferì a Reggio Emilia e, favorito da un amico, si occupò nelle officine Lombardini. Le autorità fasciste reggiane lo sorvegliarono e lo repressero per la sua attività. A Reggio Emilia fu attivo, durante i 45 giorni del governo Badoglio, nello sciopero che seguì l'eccidio degli operai delle «Reggiane».
Fu a Bologna nei giorni immediatamente successivi all'8 settembre 1943 e partecipò all'organizzazione degli scioperi che seguirono ed alle operazioni per il recupero di armi. Continuò il lavoro a Reggio Emilia e fece la spola fra le due città. Nell'officina reggiana produsse speciali bombe per i gappisti bolognesi. Nel febbraio 1944 lasciò definitivamente Reggio Emilia. A Bologna fece parte del comitato cittadino del PCI e diresse il Comitato del settore San Vitale. Fece parte del Comitato federale e della segreteria del PCI. Fu capo servizio del SIM ed ispettore presso la 63ª brigata Bolero Garibaldi. Riconosciuto partigiano con il grado di capitano, dall'1 ottobre 1943 alla Liberazione. Ha pubblicato: Scioperi in Emilia nel 1943, in Storia dell'antifascismo italiano, a cura di L. Arbizzani e A. Caltabiano, II, Testimonianze, Roma, Editori Riuniti, 1964; Il martirio di Marzabotto, Roma, 1964, pp.16; La punta dell’immenso iceberg dell’antifascsimo “semplice”, Bologna, s.d. (1995) pp.24; La mattina del 21 aprile 1945 a Bologna, in Le forze armate nella Resistenza e nella Guerra di Liberazione, 2000, pp.183-7. Testimonianza in RB1. [AR]
Riposa nel Campo 1942 della Certosa di Bologna.