Scheda
"Clementina Marcovigi pittrice emiliana, nata e residente a Bologna. Dipinge più specialmente fiori ad olio e all'acquerello, ed in tal genere di pittura si è resa assai esperta ed insigne. A Torino nel 1884 era molto ammirato un quadro di Fiori, che la Marcovigi aveva esposto, ed a Venezia nel 1887 piacquero altri Fiori stupendamente dipinti, nei quali era ammirabile la perfezione del disegno e la forza del colorito." (Tratto dal 'Dizionario degli artisti italiani viventi' di Angelo De Gubernatis, 1906). Partecipa all'Esposizione generale italiana di Torino del 1886 con 'Fiori'. Il Museo Stibbert di Firenze conserva il dipinto 'Virgulti di rose', firmato e datato 1883. In 'Le feste di Bologna: ricordi e impressioni' del 1888 viene così segnalata: 'Nė vi sarebbe ragione di andare cercando il perchè menti culte e geniali come Giannina Caprara e la buona Clementina Marcovigi pur viva ancora nei ricordi dell'arte e dell'amicizia abbiamo, pel loro infinito amore ai fiori, ritratta sulla tela e sulla seta, ad olio e all'acquarello, con mano degna di maestro, la più varia e ammirabile produzione di Flora'.
Giovanni Pascoli compone per Clementina due canti che sono stati pubblicati nei "Carmina" curata da Valgimigli nel 1951: "Clementina, vorrei mandarti i fiori / frutta e dolci doni / per il tuo dì natalizio. / Ohimè! / Ma non ho fiori, non ho frutta. / Accetta quello che posso mandarti: di dolcezza ce n'è". Il celebre poeta si innamora della giovane artista che conosce in quanto carissimo amico del padre di lei, Raffaello. Non riesce però mai a dichiararsi, lui stesso scrivendo ad un amico ricorda come "Nei giorni scorsi ti scrivevo una cartolina piena di sciocchezze e tralasciavo quello che era in cima a’ miei pensieri e in fondo al mio cuore, tralasciavo di domandarti nuove di quell’angelica creatura! … Ell’era del mio passato nebbioso una figurina emergente nella luce; ell’era il capo più puro, più amabile, più amabile, più soave che io intravedessi quando mi volgevo, con l’occhio del pensiero, indietro".
Riposa nella tomba di famiglia collocata nel portico est del Chiostro VII della Certosa di Bologna.
Bibliografia: Esposizione generale italiana in Torino - Catalogo ufficiale, Unione tipografica editrice, 1884; Gino Ruozzi, Epigrammi italiani: da Machiavelli e Ariosto a Montale e Pasolini, Einaudi, 2001; Museo Stibbert - Guida alla visita del Museo, Polistampa, 2011. Sitografia: Giovanni Zaccherini, Pascoli, amore e morte, I lati nascosti e illuminanti del grande poeta.