Scheda
Giorgio Longo (Treviso, 3 luglio 1909- Bologna, 30 Maggio 1973) è stato un industriale, dirigente d’azienda e promotore dell’arte italiano. Giorgio Longo compie i suoi studi fra l’Italia, la Svizzera e la Germania. Dopo aver lavorato per due anni a partire dal 1926 come operaio in uno stabilimento chimico tedesco, a diciassette anni, affianca il padre Domenico nella conduzione della società tipografica di famiglia, cui faceva capo anche l’azienda di inchiostri Leonhardi, che durante il 1920 era stata trasferita da Treviso a Bologna. Nel 1926 viene realizzato lo stabilimento destinato alla produzione di inchiostri e articoli per l’ufficio e Longo introduce nell’azienda paterna nuovi settori produttivi, che riscuotono notevole successo commerciale, facendone registrare una crescita importante. Fra i nuovi prodotti ci sono quelli dedicati alla dattilografia, i colori e gli articoli per le belle arti, gli strumenti di precisione per disegno, gli articoli da ufficio in plastica, le penne con punta sintetica, le gomme per cancellare. L’interesse per il volo lo porta nel 1936 a conseguire il brevetto di pilota militare. Nel 1936 presta servizio come ufficiale di complemento all’aeroporto di Aviano e dal 1941 al 1943 come ufficiale d’aviazione durante il secondo conflitto mondiale. A causa di un incidente di volo riporta ferite gravi, tali da consentire l’esonero dal servizio militare, nonostante questo si presenta ugualmente per prestare servizio durante la Seconda guerra mondiale.
La crescita della realtà produttiva Longo non arretra neanche dopo i gravi danneggiamenti dello stabilimento, avvenuti nel settembre del 1944 a causa di un bombardamento aereo. Longo riesce, infatti, a fare ricostruire la fabbrica in tempi rapidi, già prima della Liberazione. Nel 1945, alla fine del conflitto, la produzione è riavviata e Longo propone alle vecchie maestranze di riprendere subito a lavorare, prevedendo delle iniziative di aggiornamento e avanzamento tecnologico che consentano di mantenere il primato dell’impresa sul mercato. Nel 1952 Giorgio succede al padre Domenico come amministratore delegato e nel 1954 l’azienda diventa società per azioni. La richiesta in crescita esponenziale dell’uso di materiali plastici persuade Longo a espandere i settori produttivi verso nuovi campi in cui tali materiali trovano impiego. Decide di ampliare la produzione di raccorderie in plastica, di cui nel campo edile c’è grande richiesta e a partire dal 1960 realizza a Ponte Ronca, nel comune di Zola Predosa, Bologna, un nuovo stabilimento di grandi dimensioni, che chiama Redi S.p.a., che in breve tempo diventa una delle maggiori realtà produttive del settore in Europa. Nel 1968 tutto l’impianto produttivo è trasferito in questa nuova sede, l’azienda raggiunge circa i 500 dipendenti e diventa distributrice in esclusiva per l’Italia dei marchi Armor, Pilot e Waterman. Appassionato di arte, teatro e musica, Giorgio Longo si dedica al collezionismo, arrivando a possedere una vasta raccolta di dipinti e sculture, la quale comprende molti capolavori e la sua abitazione diventa un salotto culturale, frequentato dai maggiori artisti e letterati del periodo. Dagli anni ’50 agli anni ’70 la villa di Viale Aldini diventa luogo d’incontro di autori di fama, che si legano alla famiglia Longo con un rapporto di amicizia e stima, come Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Filippo de Pisis, Ercole Drei, Marino Marini, Giorgio Morandi, Ottone Rosai, Mario Sironi, Ardengo Soffici. Anche le vacanze estive nella casa a Forte dei Marmi diventano occasione di incontro con artisti come Francesco Messina e critici d’arte come Francesco Arcangeli. Muore improvvisamente nel 1973 nella sua casa all’età di 64 anni. E' sepolto nella tomba di famiglia collocata nel Chiostro del 1500 della Certosa di Bologna, i bassorilievi che la ornano sono di Sergio Cremonini.
Attività professionali e culturali: Nell’arco di tutta la sua vita Giorgio Longo ha affiancato all’impegno intenso nell’industria un’accesa attività pubblica, editoriale e culturale. Nel 1954 fonda la rivista mensile Selecart, che dirige e che viene distribuita in tutta Europa fino al 1973. Il periodico tratta di prodotti da ufficio e cartoleria oltre ad avere diverse rubriche di attualità, cultura, spettacolo ed editoria, essendo concepita non solo come uno strumento di comunicazione di conoscenze specialistiche ma anche come un mezzo di promozione culturale, la pubblicazione è, infatti, presente anche nelle biblioteche. Sempre nel campo editoriale dal 1946 al 1958 è prima consigliere d’amministrazione, poi vicepresidente della società editrice del Giornale dell’Emilia, quotidiano d’informazione, e di Stadio, quotidiano sportivo. Inoltre, dal 1953 al 1956 è consigliere d’amministrazione della Poligrafici Editoriali S.p.a. Il Resto del Carlino, nuova denominazione del Giornale dell’Emilia. Nel 1961 entra a far parte del Consiglio di reggenza della Banca d’Italia, è, inoltre, uno dei soci fondatori della Cassa di Risparmio di Bologna. Nel 1969 è nominato vicepresidente del Comitato europeo dei fabbricanti di colori per belle arti per il biennio 1970-71 e presidente per il biennio successivo. Nel campo della cultura ricopre la carica di presidente dell’Istituto d’arte di Bologna dal 1951 al 1970 e di presidente dell’Associazione per le arti Francesco Francia, curando l’organizzazione di mostre di risonanza internazionale. Inoltre dal 1967 al 1971 è presidente del Museo storico didattico della tappezzeria di Bologna, rivestendo successivamente la carica di consigliere e vicepresidente dell’Ente bolognese manifestazioni artistiche.
Vita privata: Nel 1947 si sposa con la contessa Vittoria Alessandretti, originaria di Bologna; Nel 1954 nasce la figlia Luisa. L’attore Ascanio Balbo è nipote di Giorgio Longo. Onorificenze. Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana - 30 dicembre 1952; Medaglia d’oro per i benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte - 1957.
Testo realizzato in occasione della mostra 'A ciascuno il suo giorno', Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, ottobre 2022 - febbraio 2023. Bibliografia: Il Resto del Carlino, 1 giugno 1973, pag 6; Il Corriere dell’Aviatore, 31 ottobre 1973, pag 8.