Scheda
Giovanni Battista Grandi nasce a Bologna il 19 gennaio 1886. Nel 1899 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove risulta studiare per due anni sotto la guida di Domenico Ferri e Mario Dagnini. Porta a termine gli studi a Firenze, dove segue il corso di perfezionamento con Adolfo De Carolis. Si dedica alla pittura da cavalletto e con l'Autoritratto del 1906, ora agli Uffizi, vince il premio Francesco Francia di Bologna. Sue diverse opere sono presenti nella raccolta annuale 'Modelli D'arte Decorativa', edita all'inizio del Novecento da Bastetti & Tumminelli a Milano. Successivamente, sempre a Bologna, vince il premio Curlandese, ex aequo con Alfredo Protti. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1905 (Quando cantano le cicale) e nel 1907 (La pallida e Il vampiro), mentre nel 1910 è tra i decoratori del padiglione italiano a Bruxelles, insieme a Ferruccio Scandellari. In seguito si accosta agli ambienti artistici milanesi, venendo a contatto con l'ambiente futurista. Di questa affinità è testimone una fotografia scattata da Marcello Dudovich in casa Grandi, dove l'artista è presente insieme ad Umberto Boccioni, Ferruccio Scandellari ed Aleardo Terzi. Nello stesso momento inizia a muovere i primi passi in ambito teatrale come scenografo. Durante il lungo soggiorno in Russia, dal 1913 al 1922, e al suo ritorno in Italia, la scenografia assume un'importanza determinante per la sua professione. Nel 1913 espone a Rostov-Nachicevan il ritratto del conte A. P. Zubov, insieme a Cavalli, Ponte a Venezia e Salone. A San Pietroburgo soggiorna per nove anni, assistendo al periodo rivoluzionario ed alla stagione artistica delle avanguardie. Qui divide l'appartamento con l'artista Al'tman ed è coinvolto nel movimento Mir Iskusstva. Nel 1914 è tra gli artisti che festeggia Umberto Boccioni in visita alla città russa. Le sue qualità di scenografo sono richieste per teatri grandi e piccoli, per opere locali come per quelle italiane, mentre allo stesso tempo si dedica a decorazioni e manifesti di propaganda politica. Nel 1922 approda alla Scala di Milano come scenografo e qui rimane per 30 anni. Tra le sue produzioni ricordiamo: il Boris Gudonov del 1922 apprezzato per la 'genialità e l'affascinante tavolozza cromatica del pittore russo-bolognese', la Salomè, il Flauto Magico, l'Aida e la Bohème. Nel 1947 viene nominato direttore dell'allestimento scenico del Teatro alla Scala insieme a Nicola Benois, breve esperienza di un anno. Nel 1953 abbandona Milano e si traferisce a Novara, dove muore il 9 novembre 1963.
Roberto Martorelli, 2023.