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Dino Fantozzi

20 Aprile 1899 - 23 Settembre 1967

Scheda

FANTOZZI DINO, fu Franco Nato a Pescia (prov. di Pistoia) il 20/4/1899 - abitante a Firenze, sposato con 2 figli.
Ex-combattente della Grande Guerra quale Tenente degli Arditi - Attualmente Capitano di Fanteria - Croce di guerra - Campagna di guerra 1917-18 (e 1919 Albania).
Dal 10 Novembre 1920 aderisce ai Fasci di Combattimento. Comandante della Squadra d'Azione "DANTE ROSSI" del Fascio Fiorentino di Combattimento (la 3^ costituitasi a Firenze a soli pochi gior­ni di distanza dalla fondazione delle Squadre "Disperata" e "Giglio Rosso"). Squadrista - Sciarpa Littorio - Ha partecipato a quasi tutte le azioni squadristiche della Toscana nel periodo ante-Marcia su Roma. Ha parte­cipato materialmente alla Marcia su Roma al comando della Squa­dra "DANTE ROSSI" di Firenze.

Condannato a nove mesi di carcere per la Causa Fascista. Dal Dicembre 1920 al febbraio 1921 fu Vice Segretario del Fascio di Pescia.
Dal 1923 al novembre 1924 fu Vice Segretario del Fascio Firentino e Membro del Direttorio federale. Dal marzo 1936 al Maggio 1939 - Fiduciario del Gruppo rionale Fascista "DANTE ROSSI" di Firenze.

Nel 1925, si macchia dei diversi fatti di sangue, in rappresaglia all’omicidio del vicesegretario del PNF Luporini. Inoltre, sembra partecipare ai delitti «Console e Pilati». Viene processato e assolto da tutte le accuse, invitato però a cambiare città di residenza. Dopo un breve periodo passato a Savona, dove lavora come ferroviere, ritorna nel capoluogo toscano stando però lontano dall’attività politica

Nella Milizia fu 1° Seniore della M.V.S.N. dalla Fondazione (1/2/1923) e ricevette la Croce di anzianità della Milizia.

Dal maggio al novembre 1939 Vice Segretario del Fascio Fiorentino di Com­battimento. Fu membro della Commissione per l'esame delle doman­de per il rilascio del Brevetto della Marcia su Roma.
Dalla data della costituzione fa parte dell'Associazione degli Arditi di Guerra ed è membro del Direttorio. Negli anni 1924-1925 fu Presidente della Commissione federale di discipli­na di Firenze. Quale Fiduciario del Gruppo Rionale Fascista "DANTE ROSSI" di Firenze ideò e portò a compimento la costruzione della Casa Littoria del Gruppo stesso.

Effettuò azioni di polizia rendendo segnalati servizi al Regime ed ottenne nel 1925 l'elogio Duce, del Direttore Generale della P.S. e la citazione all'ordine del giorno del Comando generale del­la M.V.S.N.
Fu membro effettivo del Tribunale Speciale di Firenze

Nominato Commendatore nell'ordine della Corona d'Italia per meriti fasci­sti. Fu Commissario straordinario del Fascio di Empoli (1939). Dal 19 Dicembre 1939 al 4 aprile 1940 Commissario straordinario della. Federazione dei Fasci di Combattimento di Catania.  Dal 6 Aprile 1940 Segretario della Federazione dei Fasci di Combat­timento di Reggio Emilia.

Dal Gennaio 1944 all’Aprile 1945 fu incaricato direttamente da Pavolini ad assumere il ruolo di Capo della provincia di Bologna e fu coinvolto nell’occultamento del massacro di Monte Sole.
A tal riguardo ricevette un rapporto sulla strage dal Segretario Comunale di Marzabotto quando la strage era ancora in corso. Egli però non diede credito al racconto e solo quando Radio Londra ne diede la notizia qualche giorno, egli ricevette l'ordine di indagare su quelle voci e fece quindi prelevare il Segretario Comunale dai Repubblichini per interrogarlo.
Nella lettera del 10 Ottobre a Mussolini (lettera conservata presso il Centro di Documentazione di Marzabotto), Fantozzi che aveva appena concluso una riunione con i tedeschi ed i gerarchi italiani ove si era deciso come smentire la verità dei fatti, promise una severa azione disciplinare contro il Sergretario Comunale che "osò fare dichiarazioni esagerate".

Oltre a questi fatti, i suoi rapporti con le varie anime nere del fascismo bolognese e del Comando germanico furono spesso conflittuali, ma riuscì comunque ad ottenere l’allontanamento di Renato Tartarotti e Pietro Torri dal capoluogo emiliano.
Dopo la Liberazione, fuggì a Milano, ma venne immediatamente arrestato dai carabinieri. Dopo un breve periodo nel carcere di  San Vittore, fu trasferito a  S. Giovanni in Monte a Bologna.
La Corte d’assise di Bologna condannò Fantozzi a dieci anni di carcere, ma nel marzo 1946, venne presentato un ricorso della difesa con il quale la sua pena fu amnistiata.
Morì il 23 settembre 1967 a Prato.