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Fabio Fabbi

18 Luglio 1861 - 24 Settembre 1945

Scheda

Studiò scultura con Augusto Rivalta, diplomandosi nel 1880. Nominato insegnante a Firenze nel '93 e accademico a Bologna nel '94, è attivo in Emilia, ove realizza col fratello Alberto una pala d'altare per la chiesa arcipretale di S. Giovanni a Persiceto. Soggiorna a Parigi ed in Germania ed in Polonia, a Varsavia, partecipando alla Mostra Internazionale di Monaco dell' 89. Viaggiò in Egitto ove visse con il fratello, ricavandone motivi e studi che poi sviluppò a lungo in patria, in quadri di genere. Nel 1906 espone alla Mostra Internazionale del Sempione a Milano modelli di medaglie; nel 1911 è presente nella Esposizione Internazionale d'Arte Cristiana Moderna di Parigi, con Puvis de Chavanne, Denis e Corriére. Si dedicò con successo alla illustrazione dei libri con vena popolaresca e duttilità; si ricordano l'Odissea, l'Iliade, l'Eneide. Fu anche illustratore salgariano con esiti positivi  “seppe profondere nei libri dello scrittore una particolare aggraziata atmosfera di sogno orientale, nella quale (compaiono) i brandelli dettagliati di un mondo esotico, reso con occhio partecipe e ispirato”. (A.Faeti). Ha coltivato anche temi simbolici, ma resta valido in pittura soprattutto nei soggetti orientali, trattati con fantasia di dettagli e di colore. Per la chiesa di S. Antonio Abate di Bologna ha dipinto un 'Sacro Cuore' nel 1902. (Emilio Contini - Testo tratto da: 'Il Liberty a Bologna e nell'Emilia Romagna', catalogo della mostra, GRAFIS, Bologna, 1977. Trascrizione a cura di Lorena Barchetti)

"Fabio Fabbi pittore emiliano, nato a Bologna nel luglio 1861, frequentò dapprima la scuola di scultura nell'Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la direzione del professore Rivalta, e conseguì la licenza nel 1880, insieme al primo premio di scultura. Nel 1881 ebbe la menzione onorevole di primo grado al Concorso governativo d'incoraggiamento, e nel 1883 vinse il premio governativo di L. 1000 all'Accademia di Firenze col bassorilievo Una questione d'onore, che si conserva nell'Accademia stessa. Il tema dato fu svolto dal Fabbi con valentia non comune. Buona e nuova la composizione, bene atteggiate le figure, vera la scena, bene espresse le varie sensazioni dei personaggi; questo bassorilievo meritò davvero l'onore del premio. Ma al Fabbi un'altra Dea sorrideva: la pittura, per la quale aveva nutrito in secreto grandissima simpatia, ed alla quale si era dedicato studiando indefessamente da solo, lavorando moltissimo senza produrre mai nulla al pubblico. Tale passione ebbe sopravvento alla scultura, e di ritorno da un viaggio fatto in Egitto nel 1886, il Fabbi si rivelò nella sua nuova carriera uno dei più forti pittori orientalisti del nostro paese.

Nella sua dimora nella classica terra de' Faraoni, il giovane artista, ebbe campo di studiare a fondo la vita, i caratteri, le abitudini di quel popolo eminentemente pittoresco, e si immedesimò tanto nel genere che tratta, da produrre, in poco tempo, molte eccellenti tele, che vendè immediatamente e che gli meritarono fama di esecutore valente. La sua Donna araba, esposta al Circolo degli Artisti di Firenze nel 1888 e che vendè la barone Giorgio Levi; Un terrazzo ad Alessandria; Il vasaio; Vecchio musulmano ed altri quadri di soggetto orientale, hanno tutti una intonazione speciale, una caratteristica spinta, che a prima vista, li fa rilevare. Un suo ultimo lavoro che lui intitolò Contrasto! e che oggi trovasi alla galleria Costa a Firenze, rappresentante un Pascià che inebriato stringe e attira verso a sè una Schiava georgiana, la quale mal corrisponde al suo amplesso, è un quadro interessante ed ammirabile, non tanto per la buona disposizione dei soggetti, e per lo stupendo colorito, e l'armonia del gruppo, che stacca stupendamente sul fondo caratteristico e vero del quadro, ma più ancora per l'espressione viva, efficacissima delle fisionomie e per l'effetto che suscita nell'animo del riguardante. Oltre ai quadri ad olio descritti, ed altri di cui lungo sarebbe tener qui parola, il Fabbi è bravo acquerellista, pastellista originale e vigoroso, fecondo ed eccellente disegnatore. Fra i numerosi lavori da lui eseguiti uno degno di ricordo, anche per l'importanza storica, è L'Egitto, album di ricordi e disegni originali, pubblicato dalla Fotografia Alinari di Firenze. Il Fabbi ha eseguito anche sei tempere di grandi dimensioni di stile arabo, per la decorazione di un fumoir nel villino Sorani a Firenze." (Tratto dal 'Dizionario degli artisti italiani viventi', ed Gonnelli, Angelo De Gubernatis, 1906).

Maggiori informazioni sull'artista sono presenti sul sito dell'Archivio Fabio Fabbi che ne conserva la memoria storica e tutela la documentazione. E' sepolto nel Cimitero della Certosa di Bologna, Chiostro V o Maggiore, emiciclo nord-ovest.