Scheda
Bruno Boari (1896 - 1964), di Alfredo e Luigia Testoni. Scultore dalle grandi capacità tecniche, nel corso della carriera ha affrontato con successo diverse forme espressive tra cui la scultura monumentale pubblica e religiosa, la medaglistica, i manifesti. La formazione artistica prende avvio all'Istituto di Belle Arti, dove è seguito per la scultura da Pasquale Rizzoli. Arruolato nel 1915, opera per l'esecuzione di disegni bellici, anche al fronte della Baisizza. Dal 1919 al 1921 è Giuseppe Romagnoli -altro scultore bolognese- che ne segue la formazione a Roma, presso la Regia Scuola d'Arte della Medaglia. Questi anni nella capitale sono fondamentali nel definire uno degli ambiti artistici in cui eccelle per tutta la vita, quello della medaglistica. Il rientro a Bologna lo vede in breve dedicarsi all'insegnamento delle materie di plastica e disegno di ornato all'Istituto Aldini Valeriani, ruolo che svolge per tutta la vita, fino al 1956. Nel 1921 si aggiudica il Premio Curlandese per la scultura all'Accademia di Belle Arti con una raffinata medaglia dedicata a Dante Alighieri. La frequantazione del timbrificio Gamberini è per lui l'occasione sia per apprendere le tecniche dell'incisione e dello sbalzo, sia per conoscere la nipote del titolare, Valentina Gubellini, con cui si sposa nel 1924.
Nel corso della lunga carriera si aggiudica l'esecuzione di numerosi monumenti ai Caduti della Grande Guerra (Cattolica, 1924; Travedona, 1924; Gatteo Mare, 1925; Coriano, 1925; Lugagnano Val d'Arda, 1926) ma purtroppo solo pochissimi sono giunti a noi (Blevio, 1923), in parte a causa del riutilizzo del metallo per fini bellici durate la Seconda guerra mondiale, ed in parte perchè testimonianza del regime fascista. Contestualmente comincia l'esecuzione di un altro filone di opere che lo accompagnano per tutta la carriera, dedicate all'ambito religioso ed ecclesiatico, probabilmente iniziato grazie all'ingegnere Giuseppe Gualandi, con cui nasce un lungo sodalizio artistico. Sicuramente l'intervento più impegnativo e prestigioso è quello per il sepolcro monumentale del cardinale Nasalli Rocca collocato nella Basilica di San Luca, completato nel 1953. La cappella dedicata alle vittime dei bombardamenti aerei nella chiesa di Santa Maria e San Domenico della Mascarella (1954-56) è tra gli ultimi lavori monumentali dello scultore.
Come medaglista è autore di un notevole numero di opere, tra le tante: 25° anniversario dell'Avvenire d'Italia (1922); 100° anniversario della Società Medico Chirurgica di Bologna (1923 e 1928), casa del fascio di San Lazzaro di Savena (1924), Benemeriti dell'Università di Firenze (1924), don Vincenzo Pallotti (1925), Direttissima Bologna-Firenze (1926), Congresso eucaristico di Bologna (1927), 50° della Facoltà di Ingegneria di Bologna (1927), cardinale Nasalli Rocca (1927), Galleria del piano di Setta (1928), Annibale Certani (1929), Luigi Donati (1932). Italo Cinti dedica a Boari uno scritto del metodo di creazione all'interno del suo studio, testimonianza di un luogo distrutto con tante opere durante i bombardamenti che coinvolsero Bologna nel 1943-45.
A partire dal 1928 l'attività di Bruno Boari è molto intensa, costellata di numerose commissioni pubbliche e private e partecipazioni ad esposizioni. A Bologna segnaliamo il rilievo in bronzo del Buon Samaritano (1932, ora nella sede della Croce Rossa di via del Cane), il grande rilievo in bronzo per lo scalone d'onore del Palazzo della Cassa di Risparmio, il grande bassorilievo raffigurante la Vittoria incatenata del 1918 e la Vittoria imperiale del 1936 per il salone interno del Palazzo del Gas di Bologna (1936). Espone alla Biennale di Venezia (Testa di fanciullo, 1928), alla Triennale di Milano (1929, 1932), ed alla Mostra del Sindacato Emiliano-Romagnolo (Ritratto di signora, Ritratto di vecchio, medaglie, 1929). A partire dagli anni '30 si fa intensa la richiesta di sue opere per il Cimitero monumentale della Certosa di Bologna, tra le numerose opere in marmo e bronzo si segnalano la Cella Minerali nel Cortile della Chiesa e il Monumento Palmieri nel Chiostro VIII.
Trasversale a tutta la sua vita artistica è l'interesse per la pittura, soprattutto di paesaggio, praticata per interresse personale e con maggiore intensità negli ultimi anni di vita. Indebolito da un problema cardiaco, Bruno Boari muore a Bologna nel dicembre del 1964 a 68 anni. Nel 2022 gli è stato dedicato uno studio monografico a cura di Angela Madesani "Bruno Boari - Un artista sottovoce" (Nomos Edizioni).