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Movimento di unità proletaria, (MUP)

10 gennaio 1943

Schede

Questa formazione politica fu costituita a Milano, il 10.1.1943, da alcuni militanti del PSI e del PCI.
I principali promotori furono Lelio Basso di Milano e Domenico Viotto di Brescia, entrambi del PSI.
Basso, schierato su posizioni di estrema sinistra, ha scritto: «Il MUP esprimeva il tentativo di superare le passate divisioni del movimento operaio fra socialisti e comunisti, ritenendo che la storia avesse posto all’ordine del giorno una concreta lotta per la trasformazione socialista della società, nel senso di un’insurrezione armata e di una presa del potere di modello leninista, ma di intervento continuo e progressivo nelle strutture e nei meccanismi sociali e nei valori culturali che costituivano la giustificazione ed assicuravano la difesa del regime capitalistico, provocando in tal modo una serie di equilibri più avanzati».
Per la costituzione di sezioni provinciali del MUP, si tennero riunioni in numerose città italiane. A Bologna ebbe luogo il 12.12.1942 in via Castiglione 42. Oltre a Basso, intervennero esponenti del PSI, del PRI e del PLI.
Aderirono al nuovo gruppo politico solo alcuni esponenti del PSI ed ex militanti del PSUI. Il gruppo dirigente del MUP risultò così formato: Fernando Baroncini segretario, Enrico Bassi, Giuseppe Bentivogli, Gianguido Borghese, Alfredo Calzolari, Giacomo Donati, Paolo Fabbri e Renato Tega. Erano tutti di orientamento riformista.
Nel periodo badogliano, subito dopo la caduta del fascismo, i dirigenti del MUP si interrogarono sul loro futuro, consapevoli com’erano di essere poco omogenei politicamente, oltre che scarsi di numero.
A questo proposito Basso ha scritto: «Si pose subito l’alternativa tra la sopravvivenza come gruppuscolo senza importanza, destinato solo ad agitare idee, e la fusione con il PSI. In un momento in cui l’apporto di giovani energie poteva ancora apparire un prezioso contributo per i dirigenti di quel partito; mentre il PSI stesso, destinato a diventare un partito di massa, poteva offrire alle nuove idee dei fondatori del MUP un terreno suscettibile di fecondazione».
Nel mese di agosto si tennero numerose riunioni tra PSI e MUP - clandestine perché non erano state ripristinate le libertà democratiche - al termine delle quali fu deciso di procedere all’unificazione.
Per preparare l’operazione furono promosse riunioni regionali. A Bologna si tenne nella prima settimana di agosto nello studio di Roberto Vighi*, in via S. Stefano 18, presente Pietro Nenni.
Delegati del PSI e del MUP erano giunti da quasi tutte le città della regione.
All’unanimità fu decisa la fusione. Baroncini fu eletto segretario provinciale. Il 24 e 25.8.1943 a Roma si svolse il congresso di unificazione nazionale, al termine del quale fu costituito il PSUP (Partito socialista di unità proletaria), divenuto PSIUP in seguito.
La delegazione bolognese era composta da Baroncini, Bentivogli, Borghese e Fabbri del MUP e da Verenin Grazia, Carmine Pastore Mancinelli* e Alberto Trebbi del PSI. Borghese e Fabbri entrarono a far parte della direzione del partito. [O]