Schede
Durante la Resistenza, nell’orbita dei Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) nacquero numerosi organismi unitari, tra i quali i Gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti per la libertà (GDD).
I GDD sorsero a Milano, alla fine del 1943, su iniziativa del Partito Comunista Italiano (PCI), Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP) e Partito d'Azione (PdA). In alcune città la Democrazia Cristiana aderì ai GDD.
Questi gruppi non si limitarono a prestare assistenza ai partigiani e alle loro famiglie, ma in molte città promossero pubbliche manifestazioni per rivendicare la fine del conflitto.
Nel giugno 1944 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), riconobbe ufficialmente i GDD «come organizzazione aderente al Comitato di liberazione nazionale».
Dopo la liberazione i GDD si trasformarono o confluirono nell’Unione Donne Italiane (UDI).
A Bologna, in particolare negli ultimi mesi del conflitto, i GDD promossero numerose manifestazioni per rivendicare la pace in città e nei comuni della provincia.
Il 3 marzo 1945, a Bologna, un centinaio di donne invasero la sede comunale e malmenarono un ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana che voleva cacciarle. Le manifestanti percorsero via Ugo Bassi e via Roma (oggi via Marconi) e si recarono al magazzino del sale per rivendicare la distribuzione del prodotto allora molto raro. I GDD bolognesi pubblicarono due numeri unici: “Noi donne” nel maggio 1944 e “La voce delle donne” nel dicembre dello stesso anno.
Testimonianze di Vittoria Guadagnini (pp.475-8) in RB1 e Novella Pondrelli* (pp.672-4) in RB5.