Schede
Costituita il 1° marzo 1915 dai depositi del 7°, 72°, 77° e 79° Fanteria.
Anno 1915
La Brigata è dislocata allo scoppio delle ostilità in Vallagarina (fra Trentino e Veneto), assieme alla 3a brigata alpina, a difesa del settore compreso tra il Monte Baldo e i Monti Lessini. Per tutto l'anno gli uomini della “Mantova” si alternano fra pattugliamento, colpi di mano e lavori di sistemazione del fronte, tutte attività che il nemico cerca di ostacolare per mezzo di tiri di artiglieria.
Anno 1916
La Brigata permane nel settore della Vallagarina, alle dipendenze della 37a divisione, sino alla metà di settembre. Durante la Strafexpedition austriaca del maggio la truppa abbandona le sue posizioni per una sistemazione difensiva più efficiente, dalla quale respinge ogni tentativo di attacco avversario, sia durante la nostra controffensiva che in occasioni successive. Speso un periodo di riposo tra la metà di settembre e la prima metà di ottobre tra Avio e Sabbionara, la truppa ritorna in linea alla metà di ottobre fra San Valentino, Brentonico e Passo Buole (poco a sud di Mori).
Il 21 ottobre la Brigata comincia il suo trasferimento sul Carso, dove si schiera tra Polazzo e Redipuglia alle dipendenze della 34a divisione. Subito operativa contro il tratto di fronte che da Lukatic giunge sino alla quota 224 di Versic (nei pressi di Doberdò), la “Mantova” prende parte il 1° novembre all'azione che porta alla conquista di Lukatic: la reazione del nemico ed i mancati collegamenti con gli altri reparti impongono però il suo abbandono. Passata il 4 novembre sotto il comando della 33a divisione, alterna i suoi reparti in linea fino al 18, quando è di riposo nella zona di Mortesins (verso la confluenza dei fiumi Torre ed Isonzo).
La Brigata è brevemente in linea tra il 12 ed il 22 dicembre presso quota 208 (nel settore del Vallone di Doberdò del Lago), quindi è di nuovo di riposo fino alla fine dell'anno.
Anno 1917
I reggimenti si alternano nelle posizioni di prima linea fino al maggio, quando sono chiamati a partecipare alle azioni della X battaglia dell'Isonzo: per l'impegno profuso in quei giorni, la Brigata ottiene una citazione sul bollettino di guerra del Comando Supremo. Per le gravi perdite subite, la “Mantova” è inviata tra Porpetto e Castions delle Mura (sotto Palmanova) per usufruire di un periodo di riposo.
Nella seconda metà di luglio gli uomini sono stanziati in prima linea nel settore di Monfalcone, passando alle dipendenze della 34a divisione. Tra il 19 ed il 24 agosto la “Mantova” è quindi impegnata nel settore di Jamiano verso quota 146, che viene conquistata seppur a costo di gravi perdite (i caduti sono oltre 800).
Dopo un periodo di riposo la truppa viene trasferita ai primi di ottobre nei pressi di Asiago, dove il 24 sostituisce la “Casale” nelle posizioni della Val d'Assa. Su questo fronte, la Brigata è impegnata nella cosiddetta “battaglia di arresto” e sino alla fine dell'anno è coinvolta negli scontri in Val Frenzela, sul Monte Kaberlaba e sul Monte Sprunk.
Anno 1918
La “Mantova” è sempre di stanza in Valle Granezza (nei pressi di Gallio), sul Monte Sprunk e sul Monte Tondo fin quando non viene sostituita dalla 24a divisione francese il 20 marzo.
Il 2 giugno è trasferita a Carmignano di Brenta, nel Padovano, quindi a metà mese è fra Altivole e Caselle, nel Trevigiano, prima di essere chiamata all'azione durante la Battaglia del Solstizio. Il 19 giugno la “Mantova” marcia su Nervesa (oggi Nervesa della Battaglia) a partire da Selva del Montello, ma il nemico arresta questo suo tentativo di avanzata. Tra il 23 ed il 24 giugno i reparti approfittano del fallimento dell'offensiva austriaca per puntare al Montello, conquistandolo.
In vista della battaglia finale, il 23 ottobre la Brigata viene fatta ammassare sulla strada pedemontelliana: passato il Piave il 27, il 29 ottobre gli uomini occupano Farra di Soligo e le locali alture. Giunta il 30 a Cison di Valmarino, il giorno dopo la truppa riesce a prendere possesso anche di Passo San Boldo. Il 3 novembre la firma dell'armistizio arresta la Brigata “Mantova” tra Casteldardo e San Felice, sulla riva sinistra del tratto bellunese del fiume Piave.
Andrea Spicciarelli
FONTE: Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Vol. V, Roma, Libreria dello Stato 1927, pp. 63-67