Schede
In vista della dichiarazione di guerra all'Austria Ungheria, il 21 maggio 1915 il Reggimento é acquartierato a Spilimbergo, il 22 a Udine, il 23 a Orzano, il 24 maggio 1915 viene schierato sul Natisone in attesa degli ordini per l'impiego in linea. L'8 giugno alle 16 é la quinta batteria posta a sud di Romans ad aprire per prima il fuoco contro le difese austriache di Castelnuovo del Carso e poi del monte San Michele. Fino al 7 luglio il reggimento rimane sulla riva destra dell'Isonzo a Sagrado, in settembre viene spostato in Carnia alle dipendenze del 12° Corpo d'Armata, nel settore di Tolmezzo. In Carnia il 10° artiglieria prende parte alle vicende belliche sul Pal Piccolo-Pal Grande, Monte Croce, Val Chiarzò, collaborando con i reggimenti alpini colà impegnati; in quei frangenti, per la scarsità delle truppe del Genio zappatori, sono gli stessi artiglieri a predisporre i ripari e le piazzole per le batterie di cannoni. Durante l'inverno 1915-1916, per ordine del Comando Supremo Italiano, il 3° gruppo batterie del reggimento riceve l'addestramento alla difesa contraerea, nuova specialità mai sperimentata prima. Fino al luglio del 1917, il 10° rimane in Carnia, poi, con la battaglia per la Bainsizza (Undicesima dell'Isonzo) alle porte, esso viene spostato fra i paesi di Canale e Ronzina. Il 16 agosto i cannoni delle batterie aprono la strada alla fanteria che passa l'Isonzo ad Aiba, gli artiglieri il giorno dopo raggiungono le nuove posizioni, bombardando la quota 778 nelle vicinanze di Leupa. Terminata la battaglia della Bainsizza, il reggimento riprende il quotidiano tiro di controbatteria e di sbarramento durante i frequenti contrattacchi avversari. Il mattino del 24 ottobre 1917, il 10° Artiglieria viene sorpreso dalla offensiva austro-tedesca (Caporetto, Dodicesima dell'Isonzo), per 12 ore i suoi cannoni cercano di arrestarne l'avanzata, poi, causa infiltrazioni di pattuglie nemiche ai lati, vengono interrotti i collegamenti coi traini di cavalli per le batterie. Il 2° gruppo rimane accerchiato a Vrh, parte dei cannoni sono messi fuori uso, mentre gli uomini sono catturati; il 1° gruppo riesce a raggiungere Canale, la 1° batteria trova delle automobili trattrici e può proseguire per il Tagliamento, le altre sono messe fuori uso e chi non riesce a fuggire deve arrendersi. I resti del 10° Reggimento sono riordinati tra Modena e Parma, dove ricevono i nuovi complementi e nuovi cannoni. Fino ad aprile del 1918 il 10° Artiglieria rimane di riserva, compiendo manovre e tiri di addestramento, passa quindi in forza al 2° Corpo d'Armata destinato sul fronte occidentale, in Francia. Il 30 maggio le sue batterie sono in linea nelle Argonne, poi sul fronte tra Reims e la Marna dove danno il cambio ad un raggruppamento di artiglieria inglese, partecipando alla battaglia di Bligny. Il 15 luglio i tedeschi lanciano un violento attacco nel settore del fronte di Epernay per aprirsi la strada verso Parigi, proprio dove era in linea il 10°, che risponde con un bombardamento di contropreparazione e tiri a gas sui raggruppamenti della fanteria, infliggendo gravi perdite agli attaccanti. L'avanzata tedesca non si arresta e le batterie del 10°, morti per i gas asfissianti i cavalli dei traini, debbono essere abbandonate al nemico; gli artiglieri, col moschetto in dotazione, combattono a fianco della fanteria francese. Alla fine della grande battaglia, risultano caduti o catturati 170 artiglieri e 18 ufficiali. Dopo la ricostituzione, il Reggimento viene inviato a Verdun poi, in settembre, a Chateau Thierry per sostituire un reggimento americano, passando in forza alla "Armata Mangin" che ha il compito di forzare la linea tedesca allo Chemin des Dames. In ottobre si scatena l'offensiva, il 10° segue da vicino le truppe ed il giorno 13 oltrepassa lo Chemin des Dames, entrando in azione contro la nuova linea difensiva tedesca chiamata "Hunding Stellung", contro la quale si arresta la spinta franco-inglese. Ai primi di novembre la svolta decisiva viene dal fronte italiano: sconfitti nella battaglia di Vittorio Veneto gli austroungarici, il 3 novembre, chiedono l'armistizio. Sul fronte occidentale il giorno 5 riprende l'offensiva: i tedeschi, scossi, arretrano opponendo sempre minor resistenza; il 2° Corpo d'Armata italiano entra per primo a Lappion, Dizy le Gros, Rozoy, Rocroi, liberandole. L'11 novembre 1918 entra in vigore anche sul fronte occidentale l'armistizio. La Grande Guerra si chiude definitivamente. Ma il 10° Reggimento artiglieria da campagna non disarma, perché è inviato come truppa d'occupazione in Belgio nelle zone soggette all'armistizio, dove rimarrà sino all’aprile del 1919. Agli artiglieri del 10° Reggimento vengono concesse, durante la sua permanenza sul fronte italiano, 20 medaglie d'argento, 22 medaglie di bronzo, 22 encomi solenni, 47 croci al merito di guerra. Sul fronte francese, 2 medaglie militari, 57 croci di guerra, ottenute sul campo di battaglia.
Paolo Antolini