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L'indicazione del bando di concorso circa il «buon gusto Greco e Romano» che deve informare la «sontuosa Basilica cristiana» viene interpretata da Giovanni Orsi in termini estensivi, come riferimento all'intero repertorio del Classicismo. L'impostazione planimetrica esclude sia il modello del tempio greco che quello del Pantheon, per puntare su temi cinquecenteschi, con espliciti riferimenti ai progetti di Bramante e Antonio da Sangallo il Giovane per S. Pietro. Le diverse soluzioni, a pianta centrale o longitudinale, studiate dall'architettura umanistica per risolvere il problema del «tempio cristiano», sono assunte contemporaneamente, e rigidamente separate. I giudici criticano il distacco tra navate e presbiterio, sottolineato dal notevole dislivello di quota e dagli angusti passaggi laterali, ma la chiara individuazione di ogni entità spaziale costituisce, secondo Kaufmann, il più originale contributo delle nuove tendenze architettoniche rispetto al sistema compositivo rinascimentale e barocco. Anche la facciata si presenta come una giustapposizione di termini autonomi: il profilo tradizionale di una chiesa a tre navate, due tempietti a pianta quadrata con pronao corinzio, una grande cupola derivata dal Pantheon ma posta su di un alto tamburo, le torri campanarie coronate da edicole circolari. Come nell'architettura imperiale romana, l'attenzione si concentra sullo spazio interno. Le grandi volte, a botte o emisferiche, s'impostano sulla trabeazione di un ordine di colonne disposto lungo l'intero perimetro dell'edificio. La riproduzione di uno spazio tardo-antico, con l'intersezione tra continuità. muraria romana e sistema trilitico greco, è un effetto in gran parte illusionistico, in quanto i carichi sono affidati ai muri esterni, e la volta a botte della navata centrale non ha alcuna funzione portante. Il tema del portico sovrapposto come uno schermo alla superficie della parete, è introdotto nella facciata e ripetuto sistematicamente all'interno. La rigida connessione di colonne e trabeazioni riflette un'impostazione archeologica, ma nelle absidi l'incurvatura del colonnato acquista echi palladinai.
Icnografia di una Basilica. «1. Gradinata esterna. 2. Vestibolo. 3. Battistero. 4. Luogo per la Compagnia del Santissimo. +. Campanili, ossia Orologi. 5. Navata maggiore. 6. Navate minori. 7. Altari. 8. Gradinata interna. 9. Scale per andare a' piani superiori. 10. Presbiterio. 11. Altare maggiore. 12. Cori. 13. Scale a chiocciola per salire alla Cupola. 14. Sagrestia pe' Canonici ad uso di Coretto. 15. Sagrestia pei Preti. 16.Organi». In basso al centro, «Scala di metri quattro» e il motto di Orsi: «Spes et Fortuna valete».
Ortografia esterna della Basilica. Al Centro, «Scala di metri quattro». Nella parte inferiore, accanto ai disegni dei particolari: «Cornice dell'Ordine esterno. Moduli due». «Cornice del secondo Frontone. Tutta questa altezza si divide in parti ottanta. Questa cornice è la 14.maparte è tutta l'altezza del listello dalla Gola fino in terra». «Cornice esterna della Cupola. Tutta questa Cornice è divisa in parti ottanta. Questa Cornice è la 20.ma parte di tutta l'altezza dal Listello della Gola fino in terra».«Parte della Fiancata. Scala di metri due». «Parte dell'Ordine degli Altari. Scala di metri due». «Cornice dell'Ordine interno. Moduli due». «Cornice dell'Ordine interno degli Altari. Moduli due». «Cornice interna della Cupola. Moduli due». In basso, al centro, il motto di Orsi: «Spes et Fortuna valete».
Giovanni Orsi, Una sontuosa Basilica Cristiana per una città di provincia, decorata sulle norme del buon gusto greco e romano, 1835, penna, acquerellato; cm 72 x 90. Bologna, Accademia di Belle Arti.
Amedeo Belluzzi
Testo tratto da "I Concorsi Curlandesi". Bologna, Accademia di Belle Arti 1785-1870, catalogo della mostra, a cura di Renzo Grandi, Bologna, Galleria d’Arte Moderna, marzo-maggio; Museo Civico, giugno-luglio, 1980.