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Una cassa sepolcrare in marmo

1840

Dettagli

Raffaele Dalpino, che in seguito si segnalerà nella sezione di architettura ottenendo alcuni premi, ideò questo monumento con un respiro architettonico, mentre la ricerca di simmetrica armonia e di purezza formale deve essere intesa come un'aspirazione a rappresentare simbolicamente le nobili virtù morali del defunto. La nitidezza con cui l'artista propone i volumi, la fermezza bloccata dalla luce, l'ordinata disposizione gerarchica degli elementi culminanti con la raffigurazione della Fede, sono interpretati alla luce delle concezioni puriste, mentre la decorazione del sarcofago nei fogliami angolari riprende un motivo quattrocentesco (si pensi al monumento mediceo del Verrocchio per San Lorenzo di Firenze e ad altri esempi veneziani). La statua della Fede è una ripresa quasi puntuale della «Maria Luigia come Concordia», del Canova giunta a Parma nel 1819. L'artista corredò la sua tavola con il disegno del lato della cassa sepolcrale. L'opera ottenne il Piccolo Premio Curlandese per l'ornato nel 1840.

Raffaele Dalpino (1820 - notizie 1867), Una cassa sepolcrare in marmo, 2 tavv. (1840); a) frontale; disegno acquerellato, cm 59,5 x 44; b) laterale; disegno acquerellato, cm 59,5 x 44. Bologna, Accademia di Belle Arti. 

Luisa Bandera Gregori

Testo tratto da "I Concorsi Curlandesi". Bologna, Accademia di Belle Arti 1785-1870, catalogo della mostra, a cura di Renzo Grandi, Bologna, Galleria d’Arte Moderna, marzo-maggio; Museo Civico, giugno-luglio, 1980.