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Il tema della residenza operaia appare ai commissari Tomaselli, Cocchi, Lodi, Riccardi, Samoggia, Aureli, Monti, «sterile per se stesso e tale da cimentare il criterio di uomo provetto e da costringere la fantasia di giovane artista». L'articolazione planimetrica dell'edificio assicura il massimo sfruttamento del suolo urbano, l'inserimento dei ballatoi consente di ridurre il numero delle scale, ma gli appartamenti non appaiono «ripartiti nel miglior modo che con sagace industria sarebbesi potuto conseguire ed a profitto di spazio, ed uopo di comodità. Più camere essendo infilate l'una dietro l'altra mancano di libertà, alcune presentano forma soverchiamente oblunga ed ampia, tutti quasi i quartieri hanno lo spreco di un grande ingresso che la condizione degli operai rende o inutile e improprio ad altri usi, così per decenza come per costumatezza. In particolare non è reso sempre conto dei vari ambienti e loro speciale attribuzione specialmente rispetto alla cucina, che non è chiaro da per tutto ove cavare, segregata dalle altre camere». Nei prospetti esterni la «modestia» delle forme, richiesta dalla destinazione dell'edificio a «poveri operai», è ottenuta semplificando e riducendo al minimo elementi compositivi caratteristici delle abitazioni borghesi, con esiti non molto apprezzati a causa della «notonia» dell'insieme. Più convincente risulta l'impostazione dei prospetti interni, dove il tema dei ballatoi, tipico delle case popolari, è risolto con una maglia quadrata scandita da sostegni e ringhiere metalliche. È significativa la presenza nella commissione di Coriolano Monti, che in questi stessi anni realizza in via Saragozza alcuni blocchi d'appartamenti di tipo popolare. Questi edifici presentano al piano terreno portico e botteghe, elementi che secondo i giudici del Premio Curlandese avrebbero dovuto essere inseriti anche nel progetto di Corelli.
Publio Corelli (notizie 1860 - 1862), Un vasto Casamento con abitazioni da affittarsi a pochissimo prezzo a famiglie di poveri operai, con lavanderia e stufa alla russa nei sotterranei, che riscaldi mediante tubi tutti gli ambienti del casamento (1862), penna, acquerellato; cm 84 x 102. Bologna, Accademia di Belle Arti, H. 2303. Particolari dei prospetti del Casamento. «Un vasto Casamento con abitazioni da affittarsi a pochissimo prezzo a famiglie di poveri Operai, con lavanderia e stufa alla russa nei sotterranei che riscaldi mediante tubi gli ambienti del Casamento». «Dettagli dell'Ortografia esterna». «Dettagli dell'Ortografia interna». «In basso a destra il motto di Corelli: «Diligite pauperes».
Amedeo Belluzzi
Testo tratto da "I Concorsi Curlandesi". Bologna, Accademia di Belle Arti 1785-1870, catalogo della mostra, a cura di Renzo Grandi, Bologna, Galleria d’Arte Moderna, marzo-maggio; Museo Civico, giugno-luglio, 1980.