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Un meriggio d’autunno a Lilienthal

1901
Mario de Maria

Schede

Il dipinto fu presentato da Mario De Maria alla Quarta Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia nel 1901. Egli lavorò all’opera durante uno dei suoi frequenti viaggi in Nord Europa che aveva iniziato a visitare dopo aver sposato Emilia Voight nel 1890, originaria di Brema. Il 28 febbraio 1901 scriveva all’amico e collega Vittore Grubicy de Dragon: «Credo che in tutta la mia vita non ho passato mai tanta gioia come ieri nel dipingere quel piccolo quadro. Mi piacerebbe di vederlo vicino a Rembrandt. E’ un motivo di Lilienthal. Alberi che costeggiano un canale in un meriggio d’autunno. Una fila di signore ritornano frettolose a casa dalla chiesa. Sono felice».

In Un meriggio d’autunno a Lilienthal, che propose con il titolo Un giorno d’autunno, l’artista toccò punti di grande virtuosismo e totale aderenza al colore. Da qualche anno infatti la sua pennellata, già allenata alle sperimentazioni di luce, aveva conosciuto le dolci note di Rembrandt e le aveva accolte come unica via da seguire. La materia luminosa si sviluppa soprattutto nel filare di alberi e nel riflesso sul fiume, concedendo all’artista e allo spettatore momenti di gioia e di vera arte, lontani dallo «snobismo» e dalla brutalità della vita, da cui tanto De Maria rifuggiva.

L’idillio si fermò appena l’opera fu allestita durante la Biennale. Qui l’artista notò una disposizione infelice delle opere e si lamentò con l’amico: «Come collocazione fregatura completa, per fortuna che se bene bastonati, hanno tante vite che gridano e vivono ugualmente. Ora ti faccio uno schizzo di come sono collocati i due rembrandteschi nella Sala della Corporazione come l’anno scorso e nella stessa parete di due anni fa. Figurati due piccoli quadri pendenti alla bassezza di cinquanta centimetri».

A queste parole accompagnò un veloce disegno dell’allestimento della sala e, in effetti, si coglie bene quanto la posizione non rendesse omaggio all’opera. Nonostante ciò, i dipinti avevano «tante vite che gridano e vivono ugualmente» ela definizione di «rembrandteschi» descriveva perfettamente il suo interesse per la luce e la materia che lo accompagnò anche negli anni successivi. Nel 1913 infatti ebbe l’idea di costruire una splendida casa ad Asolo per la sua famiglia, con influenze mitteleuropee, e la dedicò all’artista olandese con il nome di Sogno di Rembrandt. Un meriggio d’autunno a Lilienthal fu esposto anche alla mostra commemorativa, progettata dal figlio Astolfo, presso la Biennale del 1935. Il dipinto è stato acquisito dal Museo Ottocento Bologna in occasione della mostra Marius Pictor (1852-1924). Ombra cara organizzata per celebrare i cent’anni della morte del pittore ed entrerà a far parte del percorso permanente.

Mario De Maria detto Marius Pictor (Bologna, 1852 - ivi, 1924), Un meriggio d’autunno a Lilienthal, 1901, olio su tela, 61 x 41,5 cm. Museo Ottocento Bologna. 

Francesca Sinigaglia

Bibliografia: Associazione Bologna per le Arti, Mario de Maria (Marius Pictor) (1852-1924), (a cura di) E. Di Raddo, Bologna 2013. Museo Ottocento Bologna, Guida del Museo, Bologna 2023. Marius Pictor (1852-1924): Ombra cara, (a cura di) F. Sinigaglia, Museo Ottocento Bologna, 2024.