Schede
Provenienza: Bologna, provenienza incerta (Claterna?). Data di rinvenimento sconosciuta, collezione Universitaria.
TRASCRIZIONE
Q(uintus) Titiasius Q(uinti) f(ilius) Pol(lia)
Vestalis
Q(uintus) Titiasius Q(uinti) l(ibertus) Philemo
VI vir (=sevir)
TRADUZIONE
Quinto Titiasio Vestale, figlio di Quinto, della tribù Pollia (e) Quinto Titiasio Filemo, liberto di Quinto, seviro (posero per se stessi)
L’iscrizione è incisa su una grande tabella, che doveva trovare spazio all’interno di un più grande monumento funebre non conservato. Vi sono ricordati il cittadino Quinto Titiasio Vestale e il suo liberto Filemo. Quest’ultimo raggiunse l'importante carica di seviro, una magistratura minore a cui accedevano tipicamente ricchi liberti, felici di manifestare la loro avvenuta ascesa sociale attraverso donazioni in denaro per la celebrazione di giochi pubblici.
Curiosità: Si sono fatte varie ipotesi circa la provenienza di Q. Titiasius Vestalis e del seviro Filemo, per via della tribù di appartenenza, la Pollia, considerando che di norma i cittadini bolognesi erano ascritti alla tribù Lemonia. Si è quindi pensato ad una loro provenienza prima da Mutina (Modena), ma, poiché in quella città non sono attestati i seviri, si è quindi pensato a Claterna, città situata lungo la via Emilia Levante, nei pressi di Ozzano.
La Pollia non è l’unica tribù “forestiera” attestata nelle lapidi del bolognese: vi sono anche le tribù Sabatina, Falerna e Palatina.
Pietra calcare: 43x127x28 cm. Inv. 19082