Schede
Provenienza: Bologna, Basilica di Santo Stefano, chiesa del Crocefisso (originale ancora in situ nel muro esterno)
TRASCRIZIONE
Dominae Isid[i] Victrici
nomine M(arci) Calpurni Tironi[s et] suo ex parte patrimoni sui
Sextilia M(arci) lib(erta) Homulla per Anic[etu]m lib(ertum) suum ut fieret test(amento) cavit
TRADUZIONE
Alla dea Iside Vincitrice, con parte del proprio patrimonio, a nome proprio e di Marco Calpurnio Tirone, Sestilia Omulla, liberta di Marco, stabilì per testamento che venisse fatto ad opera del suo liberto Aniceto
La targa qui esposta è un calco dell’originale in marmo bianco murato sul fianco destro della chiesa del Crocifisso, nel gruppo della basilica di Santo Stefano. La dedica fu posta a cura di Aniceto, liberto di Sestilia Omulla, a sua volta liberta, la quale per testamento impose la realizzazione di un’opera - verosimilmente un sacello o una porzione di un tempio della dea Iside - utilizzando parte del proprio patrimonio, anche a nome di Marco Calpurnio Tiro.
Curiosità: questa iscrizione è il documento più importante a prova dell'esistenza, sotto la basilica di Santo Stefano, di un complesso sacro dedicato ad Iside, dea egizia il cui culto dovette godere di particolare fortuna a Bologna, città nella quale ebbero buona e precoce diffusione altri culti orientali, quali quello di Giove Dolicheno e quello connesso a Mitra. I fusti di colonna in marmo cipollino e i capitelli corinzio-asiatici ancora in opera all’interno del complesso stefaniano, nella chiesa del Santo Sepolcro, sarebbero ulteriori indizi della presenza sul luogo di un tempio di culto egizio, attivo tra il II e il III secolo d.C. poco a est della città romana.
Copia in gesso: 58,7x280,2 cm. Inv. 19115