Schede
Athos Casarini (Bologna, 1883 - Monte S. Gabriele, 1917), Ritratto di Plimton, 1914, olio su tela, 198 x 92 cm. Courtesy Galleria Fondantico, Bologna.
Il dipinto presenta sul retro la firma, la data e il luogo di realizzazione: «A. Casarini 1914 N.Y.». Si tratta del ritratto dell’amico ed «agente editoriale Plimton». Come testimoniano i registri di Ellis Island, Casarini sbarcò, con la nave Florida, a New York l’11 novembre 1907, con il fratello Alberto, all’età di ventiquattro anni, e riuscì a farsi un nome importante nell’ambito artistico. Grazie a Plimton che lo introdusse come illustratore per le più celebri testate giornalistiche egli ebbe la possibilità di conoscere le personalità dell’ambiente artistico internazionale: tra questi il pittore svedese Schmidt e il bulgaro Soponoff, ma anche il tenore Enrico Caruso che, nel 1910, lo aiutò ad esporre la prima personale all’importante Knoedler Gallery di Fifth Avenue.
In quell’occasione fu avvistata un’opera che può essere identificata con Il ritratto di Plimton, perché corrispondente alla descrizione fatta da Edmondo Rajola che gli scattò anche la fotografia con dietro il dipinto non ancora ultimato. Come suggerito, è possibile che l’artista abbia modificato lo sfondo più volte inserendo poi la data del 1914 al termine dei lavori: ciò viene confermato dal recente restauro, sostenuto da Fondantico, ad opera di Andrea Cipriani (Firenze) che ha evidenziato la presenza di diverse fasi pittoriche.
Il dipinto appartiene al primo periodo newyorkese in cui, da poco sbarcato, si concesse alcuni anni di approfondimento naturalistico della città e delle relative personalità, prima di accogliere la virata futurista. Con il suo bagaglio stilistico europeo di matrice prottiana-secessionista, si inserì nel filone dei «giovani realisti sociali» o anche i «pittori della città americana» (Solmi, 1963) che esponevano nella 291 di Fifth Avenue con l’appoggio del fotografo Alfred Stieglitz e che avrebbero ottenuto un successo planetario. Negli stessi anni e nelle stesse strade, si stava formando anche uno sconosciuto Hopper, che si incontrò con Casarini, viceversa già noto, ai celeberrimi Armory Show del 1913. La vicenda del bolognese tuttavia, si fermò troppo presto: come si sa, morì da interventista, nel 1917. Il realismo del ritratto si ritrova nella cura minuziosa dei dettagli, come il guanto in pelle che indossa il protagonista o la boccia di vetro con il pesce combattente, ma anche nel Japanese actor che compare a sinistra, richiamo evidente al dipinto realizzato lo stesso anno e dedicato alle figure di attori che popolavano il panorama teatrale del periodo. Sul retro vi è poi un bozzetto di una bambola giapponese con ventaglio, unito al cartiglio della mostra organizzata da Franco Solmi al Museo Civico di Bologna nel 1963.
Francesca Sinigaglia
Bibliografia: F. Solmi, Athos Casarini pittore / 1883 - 1917, ALFA Bologna, 1963. C. Poppi, Athos Casarini futurista, Palazzo Re Enzo e del Podestà, Abacus Edizioni, Bologna, 2003. F. Sinigaglia, Bologna between Venice and New York: Marius Pictor (1852-1924) and Athos Casarini (1883-1917), Fondantico, TEFAF - Maastricht, 2024.