Schede
L’arco, acquistato da Federico Bovio Silvestri in occasione della morte del padre, Antonio, nel 1820, è stato trasformato in una scarsella con volta cassettonata. La memoria, semplicissima, viene realizzata ad alcuni anni di distanza, nel 1829. In quest’anno infatti viene presentato all’Accademia di Belle Arti di Bologna il progetto di Francesco Santini che dovette essere iniziato l’anno successivo. La decorazione scultorea è limitata ad un medaglione circolare con il profilo volto a sinistra del marchese Antonio, attribuita da alcune guide a Giacomo De Maria. La qualità esecutiva piuttosto alta permette di accettare questa proposta, anche se non esiste al momento alcun riscontro documentario a favore.
I documenti dell’archivio del cimitero segnalati da Roberto Martorelli, registrano che nel 1903 l’ultima erede della famiglia Bovio Silvestri, Maria Luigia, ottenne dal Comune di estendere la concessione d’uso del sepolcro anche alla famiglia del marito, il conte Ercole Tacconi. Questo spiega alcune ristrutturazioni databili al XX secolo, periodo cui sicuramente si riferiscono il cancello metallico che chiude l’ingresso, la lampada sospesa in bronzo e la fioriera in marmo bianco.
Antonella Mampieri
Nicchia ad arco in marmo, granito e lavagna, con intradosso e piedritto a cassettoni. Nei cassettoni dell'intradosso rosette vegetali in gesso. Sovrastata dalla parete frontale consta di una lapide centrale con tondo con ritratto marmoreo in bassorilievo. Rosette vegetali in bronzo nella parte inferiore e rami di quercia nella parte superiore. Alla base della lastra fioriera in marmo bianco. Al vertice dell'arco è appesa una lampada in bronzo. La nicchia è chiusa da un cancello in ferro.