Schede
L’acquisto dell’arco è datato 1827, quindi la data di quest’opera non si deve spostare di molto da questo momento storico. Scarsissime le notizie su questa memoria dipinta, peraltro gravemente danneggiata da un insensato ‘restauro’ negli anni ’90 del secolo scorso. Il monumento non viene ricordato in nessuno dei repertori ottocenteschi, possiamo quindi pensare che fin dall’inizio non fosse tra gli esempi da portare all’attenzione dei visitatori o dei cultori delle arti, anche perché a queste date l’Accademia di Belle Arti era riuscita a imporre la realizzazione di monumenti plastici anziché di quelli dipinti. L’anonimo artista raccoglie dal repertorio iconografico settecentesco la composizione generale, basti ricordare i progetti e i monumenti funebri eseguiti da Mauro Tesi. A distanza di pochi anni la ridipintura si sta progressivamente scollando dalla muratura e ci lascia intravedere brani della pittura originali. Molto probabilmente il dipinto si trovava in penose condizioni, quando non irrecuperabile. Nel Chiostro Terzo ce ne sono – purtroppo – altri esempi, quale la vicina memoria di Andra Pesci. Il Comune di Bologna ha però avviato un programma di salvataggio delle tombe più antiche, abbandonate e bisognose di restauro. A tal fine sono già state recuperate nove monumenti del Chiostro.
Roberto Martorelli
N.B. Scheda in aggiornamento
Il manufatto è costituito dalla decorazione pittorica dell'arcata costituita da un alto piedistallo sul quale è collocato un sarcofago con basamento. Vi sono due lapidi dedicatorie in marmo inserite a parete, in corrispondenza del piedistallo. Sotto ad esse sono applicate due fioriere, al centro una lampada votiva. L'ambientazione del soggetto rappresentato è costituita da una nicchia cassettonata e decorata con motivi vegetali. Nella parte superiore dell'arcata è presente l'iscrizione della famiglia a cui appartiene il manufatto.