Schede
L'intervento per la realizzazione della piazza da dedicarsi allo scomparso statista piemontese Camillo Benso di Cavour, deciso nel 1867, si completò nel 1870 con l'affidamento della progettazione del nuovo spazio verde al maestro giardiniere torinese Pietro Cerri. Il giardino sorse su un'area ricavata da alcuni tratti di vie preesistenti e dall'abbattimento di edifici degradati, con l'intento di dare decoro e respiro alla nuova sede della Banca d'Italia edificata tra il 1861 ed il 1864 dall'architetto Antonio Cipolla. Come la vicina piazza Minghetti, la piazza Cavour si differenziava profondamente dagli spazi verdi che da sempre punteggiano la città: non più verde “riservato”, intimo, chiuso nelle corti dei palazzi, ma verde pubblico, fruibile da tutti, anche da quel nuovo “popolo” non più “plebe” che nel processo di unificazione aveva avuto un ruolo non secondario. Nel 1892 nella piazza venne posto un pilastrino con un busto dedicato al tessitore delle trame unitarie, un piccolo tributo ad un uomo fondamentale, piccolo soprattutto se lo si paragona ai grandi monumenti che in quegli anni vennero eretti in città, dedicati al re Vittorio Emanuele II, a Garibaldi e ad Ugo Bassi. L'epigrafe sul fronte del pilastrino così recita: «CAMILLO CAVOUR. PERCHÉ QUESTA PIAZZA OLTRE IL NOME RICORDI ANCHE LE SEMBIANZE DELLO STATISTA GLORIOSO GLI STUDENTI UNIVERSITARI DEL CIRCOLO MONARCHICO LIBERALE COL CONCORSO DI CITTADINI IL VI GIUGNO MDCCCXCII».
Autore del busto fu Carlo Monari che già aveva dato pubblica prova di sé in tante opere private collocate soprattutto alla Certosa di Bologna, ed in particolare il leone ferito posto un decennio prima a memoria dei caduti per l'Indipendenza nella stessa Certosa. Pochi mesi dopo lo stesso Circolo Universitario Monarchico donò al Museo civico del Risorgimento «il gesso del busto in marmo che trovasi nel piccolo monumento del Giardino Cavour di Bologna», per collocarlo nella sala allora in allestimento all'interno del Palazzo Galvani. Inaugurato il 12 giugno 1893 il Museo espose infatti, su apposite mensole, i ritratti dei “Padri della Patria” nazionali e dei bolognesi artefici dell'unificazione. Di Carlo Monari, oltre al Cavour, vennero donati ed esposti i busti in gesso di Carlo Berti Pichat, Cesare Boldrini, Camillo Casarini, Gioacchino Napoleone Pepoli e Pietro Pietramellara Vassè, oggi conservati nei magazzini del Museo.
Testo tratto da: M. Gavelli, Busto a Camillo Benso Conte di Cavour in O. Piraccini, Monumenti tricolori. Sculture celebrative e lapidi commemorative del Risorgimento in Emilia e Romagna, Bologna, Editrice Compositori 2012, pp. 51-52. Trascrizione a cura di Andrea Spicciarelli