Schede
È dedicato all’ avvocato Giovanni Leone Bordoli, morto in un ospedale da campo per ferite di guerra e setticemia, uno dei monumenti più commoventi tra quelli eseguiti nel primo dopoguerra per la Certosa di Bologna. Il ricordo che si affida alla storia è il ritratto del giovane così come doveva apparire per la cerimonia funebre: la lastra tombale evoca la bara ornata con cuscini, il motivo a griglia sul quale è adagiato è una citazione da Francesco del Cossa, come si dirà, a significare le corde intrecciate lungo il cataletto nel giorno del funerale. La retorica dell’esaltazione dell’eroe caduto per la Patria lascia il posto alla drammatica e realistica contemplazione di una morte prematura e del dolore infinito che trova espressione nelle poche parole che compongono l’iscrizione commemorativa. La struttura del sepolcro richiama la tipologia delle lastre tombali terragne dei secoli XIV e XV, per il rilievo bassissimo, l’iscrizione riportata sui quattro lati, la dettagliata descrizione dell’abbigliamento che documenta il ruolo svolto in vita dal defunto. Il giovane ufficiale è immortalato come gli uomini d’arme della tradizione medievale bolognese, ma ancora di più come Domenico Garganelli, aristocratico bolognese insignito, nel 1463, del titolo di cavaliere aurato da Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna. Dalla celebre lastra tombale di Garganelli (1478, Bologna, Museo Civico Medievale), attribuita a Francesco del Cossa, Arturo Orsoni riprende il motivo della testa leggermente reclinata, il doppio cuscino, la griglia del cataletto, l’impiego di materiali diversi come il marmo e il bronzo. Un’attenta osservazione dell’antica tradizione scultorea bolognese è, pertanto, il fulcro di questa ideazione, probabilmente richiesta dai famigliari committenti, comunque rispondente a quel classicismo neorinascimentale, ingentilito da dettagli liberty, che ispirò parte della produzione di Orsoni.
Il monumento è costituito da una lapide in marmo bianco collocata a terra. Al centro è posta una scultura bronzea raffigurante, in abiti militari, il corpo del caduto in posizione supina con la mano sinistra sul petto. Il capo ed i piedi sono adagiati, rispettivamente, su cuscini adornati con nappe. Lungo tutto il perimetro della lapide è realizzata un’iscrizione a rilievo interrotta agli angoli da quattro borchie bronzee, a forma di croce greca.
Iscrizioni Commemorative: (sul lapidone nel Campo) FILIO OPTIMO / XXIX DEC. MCMXVII PRO PATRIA MORTVO / PARENTES MOESTISS. / IOHANNI LEONI BORDOLI VTRIVSO. IVRIS DOCT. (nel sotterraneo) BEATI COLORO CHE PIANGONO PERCHE' SARANNO CONSOLATI /GIAN LEONE BORDOLI / AVV. ED UFF. DEGLI ALPINI / SVLL'INVITTO GRAPPA / IL XXIX DIC. MCMXVII / LA VENTISETTENNE VITA / SACRAVA ALLA PATRIA / LASCIANDO GLI AMICI / LA PIV' CARA MEMORIA / AI GENITORI ED ALLA SORELLA / DOLENTI DELL'INDVGIO / LA SPERANZA DI PRESTO / RIVEDERSI IN MIGLIOR SFERA.
Testo tratto da 'Memorie della grande guerra: le tombe dei caduti nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna', Minerva, 2007.