Schede
Questa lapide ricorda i bolognesi caduti sul Pasubio.
Il massiccio del Pasubio è ben delimitato, a sud-est di Rovereto, dalla Vallarsa, percorsa dal torrente Leno, dalla Val Terragnolo, con il Leno di Terragnolo, e dalla Val Leogra a nord di Schio. La Cima Palon (2232 m), più alta vetta del massiccio, domina la cresta sommitale. A sud, l'imponente bastionata rocciosa di Fontana Oro e dei Forni Alti chiude l'accesso verso la Val Leogra e la pianura veneta.
Il massiccio del Pasubio, in gran parte in territorio austriaco, fu rapidamente sorpassato dalle nostre truppe che nel 1915 portarono la linea del fronte a pochi chilometri da Rovereto e, con trincee in contropendenza, sulle pendici dal Monte Finonchio al Monte Maronia, a Piazza, Valduga, Pinteri, in Val Terragnolo.
Nel maggio 1916 la formidabile spinta dell'armata di Conrad (Strafexpedition), ci fece rapidamente cedere la Vallarsa fino a pochi chilometri da Pian delle Fugazze, che rimase in possesso degli italiani, la Val Terragnolo e la Val Posina, il Col Santo e la maggior parte delle alture del massiccio centrale.
Occupata prima dell’arrivo degli Austriaci Cima Palon e l’altura immediatamente a nord di quest'ultima, da allora denominata "Dente italiano", separato da una sella dal gemello "Dente austriaco" fortificato dagli austriaci, il fronte si stabilizzò dall'estremità settentrionale del vallone della Lora attraverso il falsopiano Cosmagnon, quindi alla sella tra i due Denti, proseguendo per Buco di Bisorte, Sogli Bianchi, Val Posina.
Per oltre due anni gli altipiani sommitali e le cime rocciose divennero terreno di lotta dura e sanguinosa tra le migliori truppe alpine delle due parti. Una esasperante guerra di mine tra i due denti contrapposti si concluse con l’esplosione della mina del 13 marzo 1918, che vide la parte nord del Dente italiano sgretolarsi e seppellire decine di soldati italiani. Su un’altura laterale a nord-ovest della cresta principale del Pasubio, il Corno di Vallarsa, ora Corno Battisti, furono catturati durante l'offensiva del maggio-giugno 1916 numerosi Alpini del Battaglione Vicenza, tra cui il Tenente Cesare Battisti e il Sottotenente Fabio Filzi, di nazionalità austro-ungarica. Riconosciuti e processati a Trento come traditori della Patria, furono successivamente impiccati e sepolti nel fossato del Castello del Buonconsiglio. Con l'offensiva dell'ottobre-novembre 1918, tutto il massiccio del Pasubio fu rioccupato dall’esercito italiano.
Sanzio Campanini