Schede
La mappa raffigura la facciata esterna di Porta Pia, appartenente alle mura aureliane di Roma e completata da Virginio Vespignani nel 1869 su un progetto originale di Michelangelo Buonarroti.
Segni convenzionali
• Le linee disegnano i profili di certi elementi architettonici come archivolto, nicchie, basamenti e merli;
• la linea spessa disegna il frontone;
• le superfici piene a rilievo sono gli elementi verticali (colonne e lesene);
• le superfici a puntini sono le decorazioni del portone.
Inoltre, un breve glossario architettonico dei termini meno comuni fra quelli utilizzati:
• le lesene sono pilastri verticali che sporgono parzialmente da una facciata, ma non hanno funzione statica bensì decorativa;
• il frontone è la “punta” di un edificio, idealmente sopra la linea dell’ultimo piano, solitamente a due spioventi;
• il timpano è la superficie incorniciata dal frontone;
• l’archivolto è la superficie di un arco in facciata;
• la chiave di volta è la pietra posta al vertice dell’arco con funzione strutturale;
• la modanatura è la sagomatura geometrica di una cornice con funzione decorativa;
• la dentellatura è un tipo di decorazione delle modanature, costituita da una serie di blocchi disposti regolarmente sotto alla cornice.
Esplorazione
Disponiamo la mappa in orizzontale, con la rilegatura in alto. In basso troveremo la scritta “Facciata di Porta Pia” in nero e in braille.
Percorriamo adesso la superficie della mappa a due mani e riusciremo a decifrare abbastanza facilmente la struttura della porta, con un portale centrale (dove troviamo le superfici a puntini, decorazioni geometriche) fiancheggiato da quattro colonne (superfici verticali piene); sulle due colonne esterne svettano due lesene (sempre superfici a rilievo) tra le quali troviamo il frontone triangolare, disegnato con linea spessa, e appena sopra una tabella rettangolare al cui interno stanno diversi piccoli caratteri intricati: trattasi di un’iscrizione.
Questa porta è situata lungo le mura aureliane di Roma, imponente fortificazione costruita seguendo il confine daziario della città nel III secolo d.C.. È stato però papa Pio IV ad aver ordinato l’apertura di questa porta, che prese così il suo nome, e che venne edificata tra il 1561 ed il 1565 secondo il progetto di Michelangelo Buonarroti.
La facciata esterna, raffigurata in questo disegno a rilievo, è oggi probabilmente assai cambiata rispetto al disegno michelangiolesco, essendo stata quasi del tutto ricostruita a seguito delle ingiurie del tempo dall’architetto Virginio Vespignani tra il 1853 ed il 1869. Tuttavia, è questa facciata ad essere passata alla storia appena un anno dopo, essendo quella che si sono trovati davanti i bersaglieri del Regno d’Italia quando, il 20 settembre 1870, proprio qui cominciarono a cannoneggiare le mura, aprendo la famosa “breccia di Porta Pia” che portò alla presa di Roma ed all’annessione dello Stato Pontificio.
Da questo lato, la porta si presenta prevalentemente di colore bianco, essendo costruita soprattutto in marmo travertino. Fanno eccezione le quattro colonne in granito grigio, il portone di colore scuro e le due ali laterali in mattoni rossi. Possiamo individuarle come due grandi rettangoli disegnati con linee sottili ai lati delle colonne esterne, sovrastati da una merlatura nel lato superiore. Sono due edifici che si sviluppano in profondità verso la facciata interna della porta, e noteremo che le dimensioni di quello destro sono ridotte in proporzione al sinistro: questo perché è leggermente arretrato e quindi, visto frontalmente, in prospettiva appare più piccolo.
Muovendoci verso l’interno del foglio, nei due spazi tra le colonne esterne e quelle interne troveremo disegnati con linee semplici dei rettangoli verticali con il lato superiore arcuato e, sopra di essi, due rettangoli disposti invece con il lato orizzontale in basso. Sono due nicchie che contengono le statue (non rappresentate per questioni di leggibilità) di S. Agnese (sinistra) e S. Alessandro, e due rispettive lapidi con le iscrizioni (neanch’esse rappresentate) “Ornat et fovet” (adorna e scalda) e “Regit et tuetur” (governa e protegge). Furono inserite per volontà di Pio IX, papa che ordinò il restauro della porta e che nel 1855 venne quasi ucciso dal crollo di un soffitto proprio nel convento di S. Agnese.
Continuando verso l’interno arriveremo alla porta, con i poligoni a puntini che abbiamo già individuato prima: sono le sagome che, a sbalzo, decorano il portale. Seguendone gli stipiti ai lati, possiamo sentire le linee che ne disegnano l’archivolto con al centro la chiave in cui si trova scolpito un angelo (non raffigurato). Portando le dita sopra all’arco del portale troveremo delle strisce vicine e parallele che corrono fra le colonne, prima di arrivare ad un rettangolo della stessa larghezza ma più alto: quest’ultimo è la fascia che sorregge il frontone, e i primi sono le modanature che la decorano. Appena sopra, seguendo la linea spessa individueremo il frontone di forma triangolare e con base dentellata.
Torniamo alle colonne esterne e percorriamole dal basso verso l’alto. Incontreremo prima i basamenti, disegnati con linea semplice, e poi le superfici piene delle colonne vere e proprie. Ad un certo punto, saranno interrotte da piccoli grovigli di linee dove, concentrandoci, possiamo individuare due riccioli: sono i capitelli corinzi delle rispettive colonne. Continuiamo a salire e sentiremo le linee laterali che si allargano, con all’interno dentellature disegnate in linea spessa: siamo qui alla base delle lesene che si elevano ai lati del frontone, e la decorazione dentellata che separa la parte superiore della porta da quella inferiore è in continuità con la dentellatura del timpano (anche se, sempre per questioni di leggibilità, i tratti orizzontali arretrati che la collegano al timpano non sono raffigurati).
Percorriamo fino in cima la superficie piena delle lesene e poi portiamo le mani verso il centro. Avremo così percorso tutto il perimetro superiore della porta. Tra il cornicione ed il timpano c’è l’iscrizione già menzionata, che non riusciamo a leggere bene con le dita ma che è dedicata ai due santi, raffigurati nelle nicchie e sepolti non lontano nelle catacombe di via Nomentana. Essa recita in latino: “Hieromartyribvs magnis Alexandro pont max Agneti virg/qvorvm tropaeis via Nomentana nobilitatvr/Pivs IX pontifex maximvs anno sacri princ XXIII/portam Piam novis operibvs commvnitam exornatam dedicavit/decessori invicto sospitatrici svae/Iosepho Ferrario antistite vrbano praefecto aerari”. La traduzione è la seguente: “Ai grandi protomartiri Alessandro papa e Agnese vergine, dalle cui statue si nobilita la via Nomentana, Papa Pio IX, nel 23esimo anno del suo pontificato dedicò Porta Pia, restaurata ed ornata dei nuovi monumenti al grande predecessore (S. Alessandro) e alla sua salvatrice (S. Agnese), mentre era prefetto urbano dell'erario Giuseppe Ferrari”.