Schede
Provenienza: Bologna, cavo dell'acquedotto romano
TRASCRIZIONE
Risupini (=resupini) s(emis)
TRADUZIONE
Indietro mezzo (piede)?
Sulle pareti del cunicolo dell’acquedotto romano di Bologna, voluto dall’imperatore Augusto nell’ultimo decennio del I secolo a.C. e completato in circa due anni, sono graffite numerose iscrizioni, che riportano indicazioni di distanze, nomi personali, simboli e disegni tecnici, realizzate nel corso della costruzione del cunicolo o durante le ripetute opere di manutenzione. Di molte rimangono solo i calchi in gesso esposti su questa parete del cortile, unica testimonianza di incisioni non più visibili. L’iscrizione esaminata, con scopi funzionali, ha la particolarità di presentare tentativi ripetuti di graffire la stessa espressione, forse per una scarsa abitudine alla scrittura del suo incisore o per la pochissima luce a disposizione nel cunicolo!
Curiosità: L’acquedotto augusteo di Bologna, conservato pressoché interamente, si snoda scavato in sotterraneo per quasi 20 chilometri e captava l’acqua del Setta in un punto poco al di sopra della sua confluenza nel Reno. Il suo percorso segue tutt’ora il fianco destro del fiume Reno e, dopo aver girato intorno al colle di San Luca, si immette nella valle del Ravone, avvicinandosi alla città in corrispondenza di viale Aldini e probabilmente finendo nel castellum aquae, cioè il punto di distribuzione dell’acqua, collocabile, anche se non rinvenuto, nell’area tra via Farini e via d’Azeglio. Nel 1862 il Comune diede incarico all'Ing. Zannoni di svolgere indagini sull'acquedotto, affinchè ne proponesse un progetto di ripristino; nel 1871 cominciarono i lavori di riattivazione del condotto e, dieci anni dopo, le acque tornarono a scorrere nei cunicoli romani, rifornendo ancora oggi alcuni quartieri di Bologna.
Calco in gesso dell’incisione su opera cementizia. Inv. 19166