Schede
Provenienza: S. Agata Bolognese (Bologna), nel vecchio battistero della chiesa di S. Agata. Rinvenuta nel 1762.
TRASCRIZIONE
L(ucio) Attio L(uci) l(iberto) Dioni
patrono
Anneae Ɔ (=mulieris) l(ibertae) Statiae
concubinae
L(ucius) Attius L(uci) l(ibertus) Salvius Apol(linaris) t(estamento) f(acere) i(ussit)
abitr(atu) Laeti et Attici lib(ertorum)
TRADUZIONE
Al patrono Lucio Attio Dione, liberto di Lucio, alla concubina Annea Stazia, liberta di una donna, Lucio Attio Salvio, liberto di Lucio, sacerdote Apollinare ordinò per testamento che (questo monumento) fosse fatto sotto l’arbitrato dei liberti Lieto e Attico
La grande base parallelepipeda presenta all’interno di un raffinato riquadro un’iscrizione che ricorda come il liberto Lucio Attio Salvio si adoperò per erigere il monumento funebre per il suo patrono Dione e per la concubina di questi Annea, liberta di una donna della gens Stazia. Si noti come il termine mulier (donna) sia abbreviato con il simbolo “Ɔ”, detto C retrograda, di uso assai comune.
Lucio Attio Salvio sottolinea la sua importanza sociale indicando orgogliosamente la sua appartenenza al collegio dei sacerdoti Apolllinari.
Curiosità: Non si sa moltissimo degli Apollinari, se non che era un collegio di liberti collegato al culto imperiale, laddove Augusto viene assimilato al dio Apollo. Il collegio compare in numerose città italiane: tra queste Modena, ma non Bologna. È quindi possibile, ma non certo, che questo monumento e un’altro che cita il collegio, conservato nel lapidario del Museo, appartenessero al territorio modenese e non a quello bolognese. Entrambi sono stati infatti trovati in una zona “grigia” (questa base a S. Agata Bolognese, il cippo presso il torrente Samoggia), dove non è sempre facile riconoscere il punto di confine tra i due territori.
Pietra calcare: 95x122x62 cm. Inv. 19071