Schede
Il Caffè di Petronio lodò «la maniera di composizione, il buon disegno, l'espressione ed una singolare morbidezza e bella condotta nelle carni», pure concedendo che «l'Achille non vi si vede di quella sveltezza che dai grandi viene descritta ei fosse fornito». Più preciso e ponderato il giudizio della commissione: «in quest'unico concorso ha trovato non pochi pregi e generalmente nella parte esecutiva, che presenta tutta la desiderabile morbidezza nelle carni; nell'affettuosa espressione di dolore e di affanno nell'Achille e nel bell'abbandono della testa di Patroclo. La Commissione vi scorge però alcuni piccoli difetti di disegno, ed avrebbe aggradito maggiore nobiltà di azione nel Protagonista». Opera di indiscussa qualità, segnò l'affermazione dell'autore, autorizzando non poche speranze: «abbiamo ancora un buon Scultore!», dichiarava, facendone la recensione, Il Caffé di Petronio. Va notato come il Putti fin d'ora marchi con sicurezza la propria distanza dal Baruzzi, richiamandosi al purismo classicista del Tenerani: non sappiamo se conosciuto a Roma, o suggeritogli dal carrarese Leopoldo Bozzoni, vincitore al Curlandese del '34 con un saggio notevolissimo: che il Putti riecheggia almeno nell'evidenza e nella pastosità del modellato.
Massimiliano Putti (1809 - 1890), Achille piange sopra il corpo di Patroclo (1840), marmo, cm 58 x 72, Bologna, Accademia di Belle Arti.
Renzo Grandi
Bibliografia: A.S. Bo., Archivio Storico Comunale, titolo X, rubrica XIV, 1840; Atti Acc., 1842, p. 37; Il Caffè di Petronio, 5 luglio 1840, p. 19; 5 dicembre 1840, p. 111; G. Giordani, 1846, p. 16. Testo tratto da "I Concorsi Curlandesi". Bologna, Accademia di Belle Arti 1785-1870, catalogo della mostra, a cura di Renzo Grandi, Bologna, Galleria d’Arte Moderna, marzo-maggio; Museo Civico, giugno-luglio, 1980.