Schede
Da via Cesare Battisti a via de' Gombruti.
Prima documentazione dell'odonimo: 1583 (Campo dei Santi Pietro e Marcellino).
Presso l'attuale numero 3 di via San Marcellino era l'antichissima chiesa dei Santi Pietro e Marcellino, documentata già nel XI secolo.
Questa chiesa fu parrocchiale fino al 1586. Nel 1687 divenne sede della confraternita di Santa Maria dell'Umiltà trasferita qui dall'Oratorio della Carità. Con l'occasione la confraternita prese il nome di Compagnia dei Santi Pietro e Marcellino. La compagnia fu soppressa nel 1798 e la chiesa chiusa definitivamente nel 1800, nell'ambito delle soppressioni napoleoniche.
La chiesa diede nome al piccolo slargo che vi era davanti ed al vicolo che congiunge tuttora via Cesare Battisti e via de' Gombruti. Nel XVI secolo l'insieme di vicolo e slargo fu chiamato Campo dei Santi Pietro e Marcellino, e pare che l’intreccio di vicoli che erano (e sono tuttora) in questa zona venissero genericamente chiamati con il nome di Arulari.
La riforma toponomastica napoleonica del 1801 confermò il nome di Campo SS. Pietro e Marcellino per l’intero vicolo, slargo compreso.
Alcune guide pubblicate durante il XIX secolo curiosamente indicarono questo vicolo con il nome di Campo di San Pietro Marcelllino, (senza la e) come se i due santi fossero diventati uno: Pietro Marcellino.
La riforma toponomastica del 1873/78, forse eccedendo in “semplificazione”, soppresse uno dei due santi e la via divenne via San Marcellino.
Per i vicoli detti Arulari si può fare l’ipotesi, valida anche per un altro vicolo che ebbe nome Arolari, ora scomparso, tra via d’Azeglio e via de’ Fusari, ovvero che l'arte che maggiormente in questi vicoli si esercitava era quella dei fabbricanti di role (o ruole), termine con cui si indica, nel vernacolo locale, una tipologia di recipienti usati in cucina.