Schede
LA SANITA’ MILITARE
STRUTTURA OPERATIVA:
Sezione di Sanità:
Unità operativa di base della Sanità Militare Italiana al fronte era la Sezione di Sanità, diretta da un capitano medico-chirurgo. La Sezione di Sanità faceva capo al Reggimento, e, come questo si divideva in due Battaglioni, a sua volta si divideva in due Reparti di Sanità ad essi aggregati, e comandati da un Tenente medico-chirurgo.
Il Reparto di Sanità era composto inoltre da uno o due aspiranti ufficiali medici subalterni, da un cappellano militare, da circa 30 infermieri, portaferiti e barellieri (a volte semplici fanti reclutati per quel compito), divisi in squadre di 10 uomini, dirette da sergenti o caporali Aiutanti di Sanità.
Furono anche creati Reparti di Sanità Someggiati, con il compito di sgombrare i feriti dalle prime linee con l’ausilio di muli o cavalli.
STRUTTURA LOGISTICA:
Posti di Medicazione:
Si trovavano immediatamente a ridosso della prima linea, possibilmente defilati dal fuoco nemico. I feriti venivano sommariamente fasciati o medicati, quando possibile, e poi classificati, in base al codice colore (verde/rosso) del tagliando della tabellina diagnostica, in: leggeri, trasportabili, non trasportabili.
Per i feriti leggeri si toglievano entrambi i tagliandi della tabellina e, dopo le medicazioni, venivano accompagnati dai portaferiti dei Corpi militari alla Compagnia di appartenenza oppure alla Sezione di sanità per una visita più accurata. I feriti gravi trasportabili avevano il tagliando di colore verde e venivano inviati alla Sezione di sanità, poi agli ospedali da campo o agli stabilimenti sanitari locali. I feriti gravi non trasportabili avevano invece il tagliando di colore rosso e venivano trasportati verso strutture riparate nelle immediate vicinanze per tentare interventi salvavita. Per i feriti gravi cavitari e morenti l’ufficiale medico riceveva in consegna gli effetti personali, trascriveva le ultime volontà e chiamava un cappellano militare
La tabellina diagnostica (vd. fotografia in allegato) veniva legata a un bottone della divisa. Su di essa erano riportate le generalità del militare, il corpo di appartenenza, la diagnosi e le medicazioni effettuate.
Ospedaletti da campo:
Erano in genere costituiti da tende. Qui il personale medico operava i più gravi, medicava sommariamente, disinfettava e inviava verso le retrovie i casi meno gravi, oppure assisteva, senza possibilità di intervento, alla morte dei più gravi. Solo per i primi tempi venne usata morfina per attenuare le sofferenze dei feriti sottoposti ad intervento o dei moribondi, ma ben presto le scorte vennero meno e tutto fu lasciato al caso.
Ospedali da campo:
Dagli Ospedaletti i sopravvissuti venivano in seguito avviati agli Ospedali da Campo, strutture sistemate in baracche o tendopoli più ampie e robuste, che accoglievano feriti gravi o con meno di 30 giorni di convalescenza. In altri casi, i feriti venivano poi avviati agli ospedali militari.
Ospedali Militari (Divisionali o d’Armata) o Ospedali Territoriali della C.R.I.:
Presenti su tutto il territorio delle retrovie (grandi città capoluoghi di provincia non solo delle aree venete; anche Bologna era tra queste), avevano sede in palazzi pubblici o privati - scuole, ville padronali - poste lungo gli assi ferroviari o vicino alle grandi vie di comunicazione. Ricevevano i convalescenti di lungo periodo, i mutilati, e tutti quanti coloro che per diversi motivi non sarebbero, nella grande maggioranza, più potuti tornare al fronte.
Purtroppo, questo ordinato sistema si rivelò fin dall’inizio inadeguato ad affrontare l’enorme massa di feriti provocata dal conflitto, e senza dubbio ciò provocò un aggravamento delle disperate condizioni in cui i soldati vennero a trovarsi.
Nell’ “Albo d’Oro dei Militari Caduti nella guerra nazionale 1915 – 1918” e nel volume compilato dall’Ufficio Notizie “I morti della provincia di Bologna nella guerra MCMXV – MCMXVII” è possibile trovare indicazioni sul numero dell’unità sanitaria presso la quale il militare decedette.
Schematicamente le unità sanitarie erano identificate con la seguente numerazione univoca (www.sanitagrandeguerra.it):
OSPEDALI DI GUERRA DELLA CROCE ROSSA ITALIANA: dal n.1 al n. 87
AMBULANZE:
- Ambulanze da montagna della Croce Rossa Italiana: nn. 3, 7, 8, 9, 10, 15, 20, 22, 24, da 29, 30, 31, 32, 33, 37, 40, 45, 48, 49, 50, 59, 60, 67, 73, 75, 77, 82, 83, 85, 87, 88
- Ambulanze chirurgiche o ospedali chirurgici da campo: dal n. 1 al n. 7 e nn. I, II, III (mobilitate dalla CRI) e l’ospedale chirurgico CRI "Città di Milano"
OSPEDALI DA CAMPO:
- Ospedaletti da campo da 50 letti: dal n. 1 al n. 199 e dal n. 300 al n. 334
- Ospedali da campo da 100 letti: dal n. 001 al n. 0180
- Ospedale da campo da 200 letti: dal n. 201 al n. 250
SEZIONI SANITÁ: dalla n. 1 alla n. 89.
- Ciascuna sezione di sanità aveva alle dipendenze:
- un reparto carreggiato: stesso numero della sezione di sanità
- due reparti someggiati: numerazione espressa in centinaia, con il numero della sezione nelle unità (poi decine) e il progressivo nelle centinaia. Per le prime 9 sezioni era presente un terzo reparto someggiato aggiunto ad un Gruppo Alpino.
Esempio:
1a Sezione Sanità
1 reparto carreggiato
101 reparto someggiato
201 reparto someggiato
301 reparto someggiato
2a Sezione Sanità
2 reparto carreggiato
102 reparto someggiato
202 reparto someggiato
302 reparto someggiato
Mirtide Gavelli