Schede
I giovani di Castiglione che scelsero di "fare il partigiano", si aggregarono a diverse brigate, ma prevalentemente alla "Stella Rossa".
I fatti più clamorosi che accaddero in territorio castiglionese e contermine, furono quelli che si verificarono nell'estate 1944 nella frazione di Baragazza, a breve distanza dal Passo della Futa e in relazione alla costruzione della Linea Gotica.
La "Linea Gotica" tedesca, che correva lungo una linea ideale di 320 chilometri dal Mar Tirreno al Mare Adriatico, dalla foce del fiume Cinquale in provincia di Massa alla foce del fiume Foglia presso Pesaro, era costituita da un sistema di fortificazioni poste a cavallo dei passi e dei valichi appenninici, sui greti dei fiumi e nelle zone collinose più aperte. (Al generale Kesselring il 28 agosto 1944 verrà comunicato che la "linea" consisteva in 2.375 nidi di mitragliatrici, 479 postazioni per cannoni, 3.604 trincee e ridotte di vario genere, incluse 27 caverne, 16.606 postazioni per tiratori scelti. Lungo il percorso erano state collocate 72.517 mine anti-tank e 23.172 mine antiuomo. Erano stati inoltre disposti Km. 117,370 di reticolati e scavati Km. 8,944 di fossati anticarro. Erano state completate cinque torrette "Panther", altre diciotto erano in costruzione e sette in progettazione. Erano pronti, inoltre, diciotto fortini fatti con torrette di panzer più piccole, adatte per mitragliere). A Baragazza era collocato il comando dell'Organizzazione Todt incaricata della costruzione delle fortificazioni per una vasta sezione. Il comandante del settore era il colonnello Fenn che si era allogato costruendo un bunker personale in loco. A fine maggio i tedeschi avevano proceduto all'arresto di un grande impresario edile e di venti impiegati di una ditta che costruiva una strada per l'accesso al sistema fortificato della "linea", sul Monte Tavianello, fra la località Serraglio e il Santuario di Boccadirio. Gli arrestati, tutti accusati di connivenza con i partigiani per avere fornito loro dei viveri tedeschi destinati alle spettanze di lavoratori, furono carcerati in sette a Montepiano e, gli altri, a Castiglione dei Pepoli. Il colonnello Fenn tentò di avere il sostegno di una parte dei lavoratori per le sue accuse agli arrestati.
II 4 giugno un gruppo di oltre venti partigiani della Brigata "Stella rossa", d'intesa con alcuni lavoratori, assaltarono i magazzini degli attrezzi e dei viveri del cantiere ed asportarono tutto. All'indomani nel cantiere nessuno lavorò, mentre molti degli scioperanti si raccolsero a Baragazza per chiedere la liberazione degli arrestati. Il comandante tedesco promise di rimetterli in libertà e fece esporre avvisi dove "invitava il comandante della Brigata per un accordo circa la ripresa del lavoro degli operai. Ciò non veniva fatto, e lo sciopero è continuato". Nella mattinata del 6, parte della popolazione di Baragazza, fra cui i parenti, si riunì in piazza richiedendo che gli arrestati venissero rimessi in libertà. Verso le 15 corse voce che la scarcerazione era imminente. La piazza si riempì nuovamente di popolo e gli operai del cantiere, avvertiti, sospesero in massa il lavoro per partecipare alla manifestazione. Anche altri lavoratori, occupati presso varie ditte, si accodarono al corteo, dal quale salirono gli "evviva i partigiani" e, da parte di un gruppo, il canto dell'Inno dei Lavoratori. Scioperanti e manifestanti furono valutati dalle 560 alle 600 persone, molte delle quali accolsero entusiasticamente gli ex arrestati che, caricati su un autocarro della Todt, furono portati in corteo fino alle loro case.
Mentre a Baragazza si festeggiava, a distanza di alcune decine di chilometri, in comune di Monte San Pietro, i partigiani della "Stella rossa" venivano in possesso di planimetrie relative proprio alla linea fortificata lungo l'Appennino. Nel diario di attività della formazione partigiana, infatti, sotto la data del 6 giugno si legge "Causa rastrellamento la Brigata si sposta a Monte Pastore. Entra in azione catturando una macchina del Comando superiore tedesco. In essa vengono rinvenuti i piani di guerra difensivi della linea "Gotica" ... 1 componenti della macchina: 1 maggiore con un capitano, 1 maresciallo e 1 sergente uccisi". (Le planimetrie furono poi trasmesse agli Alleati e, secondo una notizia che non abbiamo potuto controllare, il gen. inglese Alexander ringraziò per i preziosi documenti consegnati servendosi di un volantino lanciato dagli aerei in data 29 agosto 1944). Due mesi e mezzo dopo, nel corso di una puntata dei partigiani della "Stella rossa" oltre i confini della provincia, a Pietramala (Firenzuola), venne colpita una macchina proveniente dalla Futa, sulla quale viaggiava il colonnello Fenn. Il 25 settembre, undici tedeschi in completo equipaggiamento di guerra, entrarono nella Centrale idro-elettrica di Santa Maria e, con le armi in pugno, agli operai ed ai tecnici fecero fermare le turbine, i generatori, ecc., e interrompere i collegamenti con le condutture; quindi collocarono un ordigno fra le macchine, si allontanarono stendendo 250 metri di filo magnetico portatile ed azionarono il detonatore. Un enorme boato, che scosse tutta la vallata del Brasimone, accompagnò la distruzione dell'impianto. Nelle prime ore del pomeriggio scoppiò una nuova potente deflagrazione: i tedeschi scesi 10 chilometri più a valle avevano fatto saltare anche la Centrale idro-elettrica delle Piane. Castiglione dei Pepoli venne liberato dagli Alleati il 28 settembre 1944. Subito dopo fu costituita una Giunta comunale che ebbe quale sindaco il dottor Giuseppe Girotti.
Fonte: L. Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel Bolognese, Comune per Comune, Bologna, ANPI, 1998