Schede
La città ha lontane tradizioni socialiste e fu capoluogo di collegio elettorale del noto deputato socialista Genuzio Bentini.
Nelle elezioni amministrative del 1914 il partito socialista riconfermò i risultati degli anni precedenti e il sindaco eletto fu ancora una volta Roberto Carati.
Nelle elezioni del 7 novembre 1920 i socialisti riconquistarono la maggioranza. Poco dopo dilagò lo squadrismo fascista. Il Carati fu bastonato dai fascisti il 16 febbraio 1921, sotto gli occhi indifferenti della polizia. I consiglieri comunali furono costretti a dare le dimissioni l'1 giugno 1922 per le violenze esercitate dai fascisti in occasione della occupazione di Bologna" (v.).
Le violenze continuarono anche dopo l'insediamento del governo capeggiato da Mussolini.
Il 26 ottobre 1923, Carlo Gasperini (classe 1900), fabbro, comunista, da tempo perseguitato per la sua propaganda antifascista, venne ucciso da quattro fascisti locali, nella sua casa
in Castel Maggiore, alle ore 21,30. Gli aggressori si presentarono alla madre e, col pretesto di dover fare riparare un presunto guasto alla loro automobile, chiesero del figlio; appena questi giunse giù dalla scala venne immobilizzato e gli fu sparato un colpo a bruciapelo nella testa (Matteotti, 78).
Nell'autunno 1930 nell'officina meccanica "Barbieri" si sviluppò un'agitazione fra i giovani operai per organizzare una conferenza di fabbrica al fine di ottenere una nuova regolamentazione del lavoro e adeguati aumenti salariali. L'agitazione fu sostenuta da un giornaletto dal titolo L'I.S.R, Organo della frazione sindacale giovanile dell'Off. Mecc. "Barbieri". L'animatore fu l'operaio Agostino Ottani (classe 1907), che, in seguito, fu arrestato di notte in officina, per attività antifascista, processato un anno dopo dal TS e condannato a 3 anni di carcere (Dizionario).
Durante gli anni del regime fascista, nove nativi di Castel Maggiore furono deferiti, processati e condannati dal TS. Fra questi Dalife Mazza (classe 1907), processato nel 1934, per "costituzione del PCI, appartenenza allo stesso e propaganda", condannato a 10 anni (Aula IV); tre furono assegnati al confino di polizia per atti d'opposizione, fra loro Marino Branchini (classe 1900), fornaciaio, comunista, che era già stato condannato nel 1928 dal TS a 3 mesi di carcere, il quale venne confinato due volte, nel settembre 1929 e nel gennaio 1936, rispettivamente a 2 e a 5 anni e poi internato; infine fu liberato il 26 agosto 1943 (Confinati).
Quando in Spagna scoppiò la rivolta capeggiata dal generale Francisco Franco, Guido Parisini (classe 1908), meccanico, fermato nel 1926 per attività antifascista e nel 1927 emigrato in
Francia, partecipò nelle file degli antifascisti internazionali in difesa di quella repubblica (Spagna).