Schede
Ogni città, ogni paese ogni piccolo centro abitato, ha la sua "Piazza grande", cioè il punto dove di solito si ritrovano gli abitanti del luogo per scambiarsi i propri pensieri, le proprie opinioni e intrattenere con il prossimo un rapporto sociale. Medicina ha tutte le caratteristiche di una piccola città nel cui centro c’è una bella piazza, piazza Garibaldi, dove nel corso degli anni sono successi tanti fatti e se la stessa potesse parlare, ne avrebbe tante da raccontare. E’ dotata di una bella fontana e del campanile della chiesa parrocchiale che, se non sbaglio, occupa un posto di prestigio nella classifica dei campanili staccati dalla chiesa, per il suo stile e per la sua altezza. Fin dai tempi della mia infanzia, ricordo i mercati, le fiere, dove si potevano incontrare cantastorie che raccontavano tragedie di quei tempi, prestigiatori di grande abilità e banchi con tante cose buone da mangiare.
Ma ci fu anche un periodo triste che ebbe come luogo proprio piazza Garibaldi; durante l’occupazione tedesca, nell’ultima guerra, vi furono momenti tragici: ricordo che, in seguito al saccheggio della locale caserma dei carabinieri, forse per la ricerca di armi, vi fu la ritorsione fascista con un rastrellamento di tutti gli abitanti che furono costretti sotto la minaccia delle armi, a recarsi nella piazza. Qui furono interrogate diverse persone, forse sospettate di essere della Resistenza, in modo molto brutale, per intimidire la popolazione già impaurita e disorientata, certo un gran turbamento per un bambino com’ero io; purtroppo la vicenda finì in modo tragico, con la fucilazione, contro il muro della chiesa parrocchiale, di un partigiano da parte dei fascisti che dimostravano in questo modo che cos’era quel regime.
Nel dopoguerra ci fu un periodo nel quale vi erano sempre agitazioni sindacali con grandi manifestazioni di lavoratori che scioperavano lasciando che i raccolti delle campagne andassero perduti e tante furono le cariche della “celere” con botte da orbi contro gli scioperanti che si radunavano generalmente nella piazza. In occasione dei festeggiamenti della fine dell’anno, in piazza Garibaldi, veniva letto il testamento dell’anno vecchio che stava per morire e i lasciti scherzosi erano tutti destinati a persone del paese allo scopo soprattutto di prenderli in giro. A Medicina ci fu un periodo, che in occasione di votazioni, in piazza Garibaldi si svolgevano comizi elettorali e quando vi erano oratori di sinistra, la piazza era sempre piena, ma a volte veniva disturbata dalle campane del campanile adiacente che suonavano a tutto spiano provocando la reazione dei presenti che si arrabbiavano notevolmente. Ma capitò anche che durante un comizio un frate, rappresentante dell’allora Democrazia Cristiana, venne disturbato ferocemente con improperi ed epiteti di ogni genere da parte di alcuni di sinistra; ricordo che quel frate rispose per le rime con parole molto eloquenti e si difese egregiamente. L’attrito tra le maggiori forze politiche allora era grande al punto da prendere in giro gli avversari con nomignoli sempre ridicoli e anche l’addetto alla pulizia delle strade per la raccolta delle immondizie usava un carro trainato da un cavallo che lui chiamava De Gasperi; quando era il momento di riprendere il suo cammino, l’animale era già abituato a questo nome tanto che solo a sentirlo riprendeva la marcia fino a quando gli veniva ordinato di fermarsi.
Nella chiesa parrocchiale adiacente a piazza Garibaldi, furono celebrate anche le nozze del celebre clarinettista Henghel Gualdi con una ragazza di Medicina. In piazza si svolgevano tante altre manifestazioni in occasione di ricorrenze o anniversari sempre con allegria e spensieratezza, anche se una volta ci fu un episodio non troppo edificante. Mentre gli avventori della famosa gelateria “Lisetta” stavano gustando i suoi meravigliosi gelati sui tavolini esterni, furono fatti oggetto di lanci di patate e cipolle effettuati da parte di alcuni scriteriati dal tetto dei palazzi di fronte: gran fuggi fuggi dei presenti e relativo inseguimento rocambolesco dei malfattori sui tetti da parte dei carabinieri! Oltre alla gelateria “Lisetta”, in piazza Garibaldi si svolgevano tante altre attività commerciali e artigianali: c’era la drogheria Benton, Leo al piatler, Gonella il meccanico, Viulen con le calzature, Tugnazen il ciabattino, Stignani il fotografo, Loris l’arrotino, la Rimuelda con sali e tabacchi, Barbaien osteria e bar, la Maria con il latte sfuso e infine la Mari ed Bentén che vendeva ench i luen, cioè di tutto.
Nei pressi della piazza, precisamente tra via Libertà e via Saffi era presente, e lo è tuttora, un oggetto di ferro posto alla base dell’edificio che fa angolo tra queste due strade e tutte le volte che mi capita di vederlo, mi fa tornare in mente un episodio di quando ero ancora molto piccolo. Mi ero recato a comprare il latte dalla Maria che da un’ampia catinella di smalto bianco mi aveva riempito un fiasco: questo purtroppo nel tornare a casa entrò in collisione con l’oggetto anzidetto il quale provocò la rottura del mio contenitore di vetro e la fuoriuscita del latte che si sparse lungo la strada. Non sto a descrivere la reazione di mia madre quando mi presentai con il fiasco rotto e completamente vuoto! Negli ultimi tempi mi è capitato di vedere la piazza Garibaldi di sera, nei giorni che precedono il Natale: era tutta agghindata con luminarie e tante luci che davano la sensazione di essere in un suggestivo borgo medioevale e in quel momento mi sono sentito orgoglioso di essere un medicinese.
Diego Callegari
Testo tratto da "Piazza grande" in "Brodo di serpe - Miscellanea di cose medicinesi", Associazione Pro Loco Medicina, n. 14, ottobre 2016.