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Mezzolara (scontro a)

3 Settembre 1921

Schede

Il 3.9.1921 i fascisti di Budrio bastonarono, per la seconda volta in pochi giorni, il socialista Mario Franzoni abitante a Mezzolara (Budrio). Il giorno dopo una trentina di socialisti e comunisti assalirono la sede del Club mezzolarese, luogo di ritrovo dei fascisti locali, per vendicare il compagno colpito.

Si ebbero uno scontro a fuoco e numerosi scontri fisici in varie parti del paese, interrotti dall’arrivo dei carabinieri.
Due le vittime: il giovane Ferdinando Brazzi di 17 anni  che «trovandosi adiacenze detto Club», come si legge nella relazione della polizia del 5.9.1921, e che non era fascista, anche se in rapporti successivi fu accreditato come tale  e il socialista Aldo Vecchi deceduto il 9.9.1921.
Per rappresaglia, i fascisti occuparono Budrio per alcuni giorni, senza che i carabinieri intervenissero per ristabilire l’ordine.
Bastonarono il sindaco socialista Aldo Grandini, gli misero un teschio e un pugnale davanti alla porta di casa e gli diedero 48 ore di tempo per lasciare il paese. Bloccarono per alcuni giorni l’abitazione del deputato socialista Luigi Fabbri, impedendogli di uscire. Aggredirono numerosi assessori e consiglieri comunali socialisti e cacciarono da Budrio, dopo averlo bastonato, Carmine Pastore Mancinelli, segretario del comune e iscritto al PSI.
Il 18.9.1921 la giunta comunale fu costretta a dare le dimissioni. Il 7.1.1922 i carabinieri denunciarono alla magistratura 41 lavoratori e operarono 40 arresti. Non un solo fascista fu denunciato o arrestato.
Il comportamento dei carabinieri fu talmente scandaloso che il 3.10.1921 il prefetto chiese al governo il trasferimento del maresciallo della stazione di Mezzolara (ASB, GP, 1921, b. 1.341, cat.7, fas.1, “Fatti di Mezzolara”).
Il 7.3.1922, per mancanza di indizi, furono scarcerati: Livio Billi, Pompeo Billi, Giovanni Bordoni, Giuseppe Cocchi, Lodovico Fiorini, Armando Frabetti, Leonida Franceschi o Franceschini, Enrico Grazioli, Aurelio Martelli, Emilia Marzocchi, Celso Melloni, Attilio Melossi, Filippo Pancaldi, Ettore Rambaldi, Gustavo Rossi e Osvaldo Scandellari.
L’8.6.1923 la corte d’assise di Bologna condannò Corrado Bentivogli a 9 anni, 4 mesi e 15 giorni; Ugo Billi 2 anni e 2 mesi; Rodolfo Cervellati  9 anni, 4 mesi e 15 giorni; Armando Falzoni 2 anni e 2 mesi; Sostegno Falzoni* 7 anni, 9 mesi e 21 giorni; Evaristo Gruppioni 9 anni, 4 mesi e 15 giorni; Adelmo Manini  9 anni, 4 mesi e 15 giorni; Iginio Nannetti 7 anni, 9 mesi e 21 giorni; Giuseppe Rimondini  17 anni, 2 mesi e 15 giorni; Luigi Sartoni 9 anni, 4 mesi e 15 giorni; Bruno Simoni 9 anni, 4 mesi e 15 giorni; Giacomo Ungarelli  9 anni, 4 mesi e 15 giorni; Enrico Venturi  9 anni, 4 mesi e 15 giorni.
Dopo avere scontato 21 mesi di carcere preventivo, furono assolti: Aldo Alessandri, Cesare Boriani, Giulio Fiorentini, Sostegno Galliani, Angelo Lullini, Gino Marzocchi, Orfeo Marzocchi, Laurano Pasquali, Alberto Rambaldi, Antonio Rocchi, Giulio Sarti e Anello Zuccheri.
La magistratura, in considerazione del fatto che i fascisti erano al potere, ebbe la mano particolarmente pesante. Per tutti i condannati, si legge nella sentenza, fu esclusa l’appartenenza a banda armata, anche se furono ritenuti responsabili di «partecipazione a corpo armato», pur essendosi riuniti spontaneamente. Nella sentenza è scritto che si era trattato di «omicidio preterintenzionale e di minacce continuate», che Brazzi era stato ucciso casualmente e che i manifestanti non avevano avuto «il fine di uccidere » (Corte d’Assise di Bologna. 1922-1923, p.193). [O]